di Mario Lettieri e Paolo Raimondi
Il problema più esplosivo per la Deutsche Bank (DB) in quanto banca sistemica e quindi pericolosa per l’intera finanza globale è la dimensione della sua bolla di derivati finanziari otc che, in valore cosiddetto “nozionale”, è pari a circa 55 trilioni di euro: circa 20 volte il pil tedesco.
Negli incontri del presidente Obama con la cancelleria Merkel e con gli altri capi di governo europei i temi in discussione sono stati indubbiamente diversi, come il terrorismo, le sanzioni contro la Russia e il futuro dell’Unione Europea. Del tema forse più preoccupante, almeno nel breve periodo, pare che non si sia parlato: la crisi finanziaria e il ruolo della Deutsche Bank, marchio tedesco che dovrebbe essere sinonimo di affidabilità.
La banca, infatti, sarebbe coinvolta in circa 6’000 casi legali, tra i quali alcuni davvero dirompenti.
Sembra che, nelle stesse ore in cui Obama elogiava la Merkel, si sia scatenato un duro scontro all’interno della DB su che cosa dire alle agenzie internazionali di controllo relativamente alle responsabilità della banca nella manipolazione del tasso Libor (London Interbank Offered Rate) e dei prezzi dei metalli preziosi. Si ricordi che il Libor è il tasso di riferimento per centinaia di trilioni di transazioni finanziarie a livello mondiale, transazioni che vanno dai derivati alle più semplici operazioni bancarie.
In passato la Deutsche Bank è stata al centro di grandi scandali e anche ora si vorrebbe chiudere questi casi pagando semplicemente una multa in cambio del blocco delle indagini.
Il Serious Fraud Office (SFO) di Londra ha recentemente emesso mandati di cattura nei confronti di cinque cittadini europei, di cui ben quattro della DB, accusati di cospirazione e frode nella manipolazione dell’Euribor (la versione euro dell’interbank offered rate).
Anche la Corte Suprema inglese ha preso posizione contro la DB e altre banche europee per aver cercato di evadere il pagamento delle tasse sui bonus erogati agli alti manager sotto forma di azioni di imprese offshore create ad hoc.
L’anno scorso la maggiore banca tedesca ha pagato ben 2,5 miliardi di dollari di multa per chiudere il caso dei tassi manipolati. Ha inoltre versato 258 milioni di multa alle autorità americane per aver violato le sanzioni Usa nei confronti di Paesi come la Siria e l’Iran.
E’ da notare che dall’inizio dell’anno a oggi le azioni DB hanno perso il 25%, toccando ribassi anche del 40%. Per dimostrare solidità, la banca, nel mezzo della tormenta di qualche settimana fa, annunciò l’intenzione di comprare circa 5 miliardi di euro delle sue stesse obbligazioni.
Ma il problema più esplosivo per la DB in quanto banca sistemica e quindi pericolosa per l’intera finanza globale è ancora una volta la dimensione della sua bolla di derivati finanziari otc che, in valore cosiddetto “nozionale”, è pari a circa 55 trilioni di euro. Si tratta di circa 20 volte il pil tedesco e di quasi 6 volte quello dell’intera eurozona. In questo settore è di fatto la banca più esposta al mondo.
I timori di potenziali perdite fanno tremare le vene e i polsi a tutti, al management, agli investitori, ai clienti e finanche ai governi e alle banche centrali. Tanto che qualcuno incomincia a paragonare la DB alla Lehman Brothers, il cui collasso nel 2008 diede il via alla più devastante crisi finanziaria globale, tuttora irrisolta.
Indubbiamente, la DB ha criticità molto importanti. Il suo debito in circolazione si avvicinerebbe ormai ai 150 miliardi. Si parla di almeno 32 miliardi di euro in titoli altamente tossici e ad altissima leva finanziaria. Sarebbero titoli difficilmente solvibili. Avrebbe una montagna di obbligazioni convertibili largamente già svalutate, quelle che in caso di crisi potrebbero essere trasformate in azioni e utilizzate per i necessari pagamenti richiesti dal nuovo sistema del bail-in.Infatti, il problema della leva finanziaria, come per altre banche too big to fail, per la DB è molto rilevante. Esso indica quanto capitale ha la banca per ogni euro di assetposseduto. Oggi per un euro di capitale ha circa 20 euro di asset, cioè titoli di vario tipo, escludendo di derivati otc tenuti fuori bilancio. Come è noto, maggiore è la leva e maggiore è il rischio in caso di riduzione del valore degli asset e di conseguenza il rischio di perdita del valore della banca stessa.
Se si considera la gravità della situazione della DB è davvero strano che Berlino possa continuare ad ergersi come unico garante della stabilità europea e della giustezza delle sue politiche economiche.
L’Unione europea e l’Italia, se davvero hanno a cuore il loro futuro e la crescita, non possono continuare a ignorare una situazione così grave, che potrebbe riverberare effetti devastanti sull’economia europea e sul sistema bancario e finanziario.
Fonte: cambiailmondo.org
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