La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 25 maggio 2016

Una riconversione ecologica del Paese per far vincere l'ambiente anche in Italia

di Rossella Muroni
Dall'Austria arriva una bella lezione "verde", ma anche un segnale forte e chiaro di speranza: la vittoria, seppur sul filo del rasoio del candidato ecologista Alexander Van der Bellen sull'ultranazionalista Norbert Hofer, dimostra che la questione ambientale resta ancora uno dei temi centrali in Europa e uno strumento per frenare l'onda cupa della destra xenofoba e dell'estremismo. L'Italia, invece, sembra essere alquanto indietro: se nel vecchio continente le formazioni ecologiste riescono a affermarsi e mettere al centro del dibattito i temi ambientali, nel nostro Paese invece i Verdi sono "quasi" scomparsi dalla scena politica. Inoltre l'impressione che si ha è quella di un'Italia che stenta a cogliere ancor oggi il grande potenziale di innovazione, di ripresa economica, di miglioramento sociale insito nell'ambiente e l'importanza di un'efficace legislazione ambientale.
Quello che serve al Paese è una ferma volontà politica accompagnata da un pacchetto di riforme ambientali indispensabili ed efficaci che permettano di avviare una nuova stagione di legalità, una riconversione ecologica del Paese, favorendo la diffusione di un'economia circolare, pulita e innovativa. Alcuni importanti passi sono già stati compiuti: l'approvazione dello scorso anno della legge sugli ecoreati che ha introdotto nel codice penale italiano i delitti contro l'ambiente e il via libera dato al cosiddetto "collegato ambientale" sono, a nostro avviso, i primi due "step" di una serie di riforme ambientali necessarie per il Paese. Ma da soli non bastano, devono essere accompagnati da altri provvedimenti complementari che vadano a rafforzare questo iter legislativo di riforme, a partire dall'approvazione del disegno di legge sulle agenzie ambientali, che fatica a venire alla luce.
Il ddl 1458 per l'istituzione del sistema nazionale della agenzie ambientali, che accorpa tre disegni di legge a firma dei parlamentari del Pd Alessandro Bratti e Ermete Realacci e di Felice De Rosa (M5S), mira a riformare il sistema delle agenzie ambientali e a potenziare e uniformare i controlli ambientali su tutto il territorio nazionale. Eppure il Parlamento non sembra cogliere l'importanza di questo disegno di legge che fino ad ora, proprio come la legge sugli ecoreati, ha avuto un iter lungo e travagliato: dopo essere stato approvato alla Camera il 17 aprile del 2014, per due anni è rimasto bloccato al Senato. Solo nei giorni scorsi il testo è stato licenziato da Palazzo Madama: un via libera che è arrivato ad un anno dall'approvazione dalla legge sugli ecoreati. Peccato però che con una incomprensibile modifica sull'invarianza dei costi per lo Stato, il Senato abbia rinviato il testo alla Camera dove questa settimana riprenderà la discussione. Ora però non si perda più tempo e l'Aula di Montecitorio approvi in tempi rapidi e in via definitiva il testo. Anche se questo ddl non risolverà tutti i problemi della rete dei controlli pubblici, la sua approvazione definitiva costituirebbe un altro importante passo in avanti per le politiche ambientali in questo Paese, contribuirebbe a migliorare l'applicazione della legge sugli ecoreati, garantirebbe trasparenza e legalità sui controlli in campo ambientale. Ed inoltre rafforzerebbe di molto un sistema prezioso e importante, oggi in grande difficoltà, anche per il fatto che negli ultimi anni le risorse destinate alle Arpa sono diminuite sempre di più.
In particolare negli ultimi anni la rete dei controlli si è andata strutturando in maniera non omogenea sul territorio per risorse, competenze, organizzazione e linee guida. Basti pensare ad esempio che le agenzie non si occupano tutte degli stessi argomenti dato che la legge 61/1994 (che ha istituito l'Agenzia Nazionale per la protezione dell'ambiente (Anpa), alla quale sono state affidate le attività di indirizzo e coordinamento delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente), non fissa paletti chiari, dando alle Regioni il compito di affidare le funzioni alle agenzie con risultati diversi. Tra l'altro diverse agenzie regionali non sono in grado di fare analisi alle ciminiere delle industrie, ai tubi di scarico dei reflui industriali o di eseguire i controlli a sorpresa presso impianti produttivi di qualsiasi tipo, come previsto da una legge approvata oltre 20 anni fa. Si tratta di una grave anomalia che il Paese non può più permettersi.
Per rafforzare la rete nazionale di controllo e monitoraggio (fondamentale anche per il processo di risanamento ambientale), è necessaria una ferma volontà politica che è mancata fino ad oggi. Per questo auspichiamo che la Camera approvi in tempi brevi e in via definitiva questo ddl, contenente tra l'altro alcuni elementi positivi. A esempio viene definita una cabina di regia, questo sistema nazionale delle agenzie ambientali coordinato dall'Ispra, in grado di sviluppare e coordinare linee strategiche di intervento. Inoltre vengono introdotti livelli essenziali di prestazioni tecniche ambientali (Lepta) per offrire a tutti i cittadini, le amministrazioni e i diversi soggetti interessati un livello di supporto e controllo garantito. Restiamo invece critici sul fatto che non siano state destinate nuove risorse economiche alla protezione dell'ambiente. Siamo convinti che occorra, invece, garantire risorse adeguate al sistema, certe e costanti nel tempo, da investire nel personale, negli strumenti di analisi e nelle attività di informazione. Si tratta di una misura fondamentale per garantire una uniformità nazionale e qualità nei controlli.
Per altro solo rafforzando il sistema dei controlli ambientali, si potrà ristabilire quel clima di fiducia nei cittadini verso le istituzioni preposte ai controlli e facilitare la riconversione ecologica del sistema industriale del Paese. Una riconversione che deve essere accompagnata anche da altri provvedimenti di natura ambientale, attuabili in questa legislatura, come la legge sul consumo di suolo, quella contro le agromafie e contro i delitti contro gli animali, il riordino della legge 394 sulle aree protette. Ed ancora la costituzione di una grande polizia ambientale diffusa sul territorio partendo dalle migliori esperienze maturate dall'Arma dei carabinieri e dal Corpo forestale dello Stato. Il Parlamento non perda questa importante occasione di approvare nuovi provvedimenti a tutela e valorizzazione dell'ambiente, con i quali potrà dare concretezza alle idee di sviluppo sostenibile e di economia legale, contrastando in maniera sempre più efficace le illegalità ambientali.

Fonte: Huffington Post - blog dell'Autrice 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.