di Luca Rossi
Tutte le volte capita così, terremoto, alluvione, strage ambientale e dopo pochi giorni nessuno ne parla più. E dopo poco tempo ricapita una stessa tragedia. Perché? Da un lato le stragi ambientali non sono politicamente rilevanti, non muovono voti elettorali, la rabbia del popolo infatti viene subito bilanciata dalla commozione, fino a quando nessuno ci pensa più. Le persone danno la colpa alla fatalità, alla "volontà del cielo", e invece si tratta di mancata prevenzione e di gravi carenze di tipo politico e amministrativo. E anche i cittadini che sono direttamente interessati e che sopravvivono a certi cataclismi, dopo qualche tempo, non hanno più voglia di pensarci. Preferiscono non parlarne più.
Superato il trauma, piante le vittime, tutto sembra tornare alla normalità. Il terremoto è un pericolo che non si vede, le persone hanno bisogno di pericoli che si vedono. Bisognerebbe fare un app per cellulari che ogni due mesi ci ricordi che viviamo in un territorio sismico.
Renzi non ha ragione: ci deve essere spazio, eccome, per le polemiche. Non possiamo parlare di fatalità, le aree sismiche in Italia sono ben conosciute. Bisogna e bisognava fare prevenzione, chi non l'ha fatta deve pagare; diversamente passeremo da una tragedia all'altra capaci solo di fare le solite lacrime di coccodrillo.
Alcuni dicono "Forza Renzi", ma forza per cosa? Renzi non andrà a scavare nelle macerie e se c'è un responsabile politico di tutto questo è proprio il Presidente del Consiglio. Inoltre sono crollati anche edifici pubblici e ospedali. Qualcuno ha sbagliato nuovamente. In un paese civile qualcuno dovrebbe prendersi le sue responsabilità. E soprattutto dov'è l'Europa? Com'è pensabile parlare di "Europa Unita", se sottostiamo a vincoli economici e monetari ma quando c'è un problema tutti se ne lavano le mani? C'è qualcosa che non funziona, ma evidentemente ai cittadini italiani va bene così. La commozione è capace di offuscare qualsiasi ragionamento.
Fonte: Huffington post - blog dell'Autore
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