La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 27 agosto 2016

Lista Soros: l’élite finanziaria sullo scacchiere europeo

di Javier Couso Permuy
Recenti fughe di notizie ci mostrano i meccanismi occulti del potere reale, quelli che rimangono nascosti alla cittadinanza ma che determinano le azioni che conducono a non pochi cambiamenti nella vita dei paesi. Abbiamo saputo di corruzione, di evasione fiscale, di esecuzioni extragiudiziali, di crimini di guerra e perfino di torture “democratiche” nell’Iraq “liberato”. Tuttavia le ultime rivelazioni sulla Fondazione Soros hanno un certo numero di peculiarità su cui è opportuno soffermarsi.
Forse la prima cosa da dire è che non sorprende solo il silenzio dell’immensa maggioranza dei grandi media, ma anche quello di alcuni mezzi di informazione piccoli che si presentano come indipendenti, ma che sono risultati implicati in questi documenti.
Ci troviamo di fronte a rivelazioni che dovrebbero produrre un autentico terremoto, in quanto riguardano direttamente il nostro paese e comportano la prova evidente dell’ingerenza di un’organizzazione che non è sottoposta ad alcun controllo, che non è stata eletta da nessuno e che risponde fedelmente ai piani di un multimilionario speculatore che crede di avere un ruolo, diremmo quasi religioso, per modellare la realtà europea secondo i suoi interessi ideologici e finanziari… cose che d’altra parte sono intimamente legate.
Il signor Soros è un uomo molto ricco che si occupa di finanza che ha ottenuto la sua fortuna realizzando speculazioni sul mercato globale, senza riguardo per paesi e popolazioni, senza perdere un secondo a considerare le conseguenze delle sue azioni su questa società civile aperta che dice di perseguire.
Per un magnate di questa fatta l’eufemismo “società civile” significa una societàtelediretta dalle sue posizioni in un mondo nel quale gli stati nazione siano dominati dalle logiche del capitalismo globale, il quale è disturbato sia dalle leggi emanate dalla volontà popolare che dalla sovranità nel decidere sulle questioni interne.Tutto nella logica per la quale l’unica società possibile è quella che segue gli standard della democrazia statunitense e tutti i paesi occidentali debbono piegarsi alla guida globale esercitata dalla superpotenza; e nel quadro della ridefinizione di quello spazio post-sovietico europeo che ricerca il contenimento della Russia e il suo allontanamento dall’Europa la quale, dai rapporti di buon vicinato, ne guadagnerebbe in indipendenza rispetto al progetto di una UE irrilevante in politica estera o militare per la sua sottomissione alle prerogative della strategia statunitense.
Le idee promosse generosamente da Soros non sono nuove. Da tanto ci risuonano nella voce di altri attori, dal governo mondiale di alcuni dei più importanti banchieri fino quello che si presenta come umanitarismo cosmopolita. Tutti cercano di rompere la sovranità nazionale come diritto espresso in tutta chiarezza nella Carta della Nazioni Unite. Nel loro obbiettivo, un mondo in cui la sovranità sia condizionale e venga superata da un nuovo quadro di relazioni internazionali in cui primeggino gli interessi di una minoranza coincidente con un potere finanziario a guida angloamericana.
I documenti di cui abbiamo avuto notizia rivestono una pericolosità evidente. In essi si parla con chiarezza della finalità di manipolare l’opinione pubblica europea per accompagnare lo spostamento di potere illegale, il golpe morbido, che si è verificato in Ucraina in quello che è stato chiamato Euromaidan. Dopo questa sovversione nella quale sono stati impiegati come ariete elementi paramilitari neonazisti e cecchini, si affacciano le figure che hanno promosso e finanziato la destabilizzazione di questo perno strategico che assicura la separazione dal vicino russo.
Sono gli stessi nomi che si nascondono dietro le cosiddette “rivoluzioni colorate” che hanno definito una frontiera in espansione, che cercano di ottenere il contenimento sopra indicato e che non rispettano gli accordi verbali presi dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica usando l’espansione della NATO e quella di una Unione Europea orientata verso una visione atlantica di taglio neoliberale. Quello di Soros è uno tra questi nomi eminenti che non nasconde il proprio coinvolgimento e che si gloria delle proprie attività di intromissione facendosi scudo di un alibi cosmopolita e liberatore amplificato dalle grandi multinazionali dell’informazione.
La cosa grave emersa da queste notizie è la costatazione dell’esistenza di un ingranaggio che funziona alla maniera di un quartier generale, disegnando piani strategici implementati da una specie di servizio di intelligence perfettamente oliato grazie ai milioni di dollari forniti dall’impero Soros. Confesso che aver letto il mio nome nelle sue liste non mi fa ridere affatto, in una mi segnalano come creatore di un movimento di opinione “filorussa” e in altre come elemento da approcciare in quanto probabilmente affidabile, per quella che sembra essere una manovra per confondere o creare torbidità. Le linee del mio operato al Parlamento Europeo, sia nella Commissione Affari Esteri che nella Sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa, sono state chiare e coerenti con la Carta delle Nazioni Unite, con la difesa del buon vicinato e con l’impegno per un mondo multipolare retto dal Diritto Internazionale.
La mia opposizione, conseguente ai programmi di Izquierda Unida, all’espansione della NATO e alla rimilitarizzazione dell’Europa, il mio impegno per politiche di pace contro la distruzione degli stati secolari del Medio Oriente, e la fede nella sovranità dei popoli di fronte ai mercati, avranno chiarito ai dipendenti di Soros che noi deputati e deputate di IU sosteniamo il contrario dell’azione destabilizzante del loro padrone. C’è di più: siamo stati tra i pochi gruppi a mantenere la nostra opposizione al colpo di stato perpetrato in Ucraina che ha condotto a una nuova guerra in Europa e a terremoti che ci portano a una rinnovata tensione bellica con il nostro vicinato a Est, cui si unisce il disastro introdotto dagli stessi attori nel bacino del Mediterraneo.
Essere incluso in una lista nera ideologica elaborata da due impiegati del magnate mi preoccupa e mi indigna. Preoccupazione per essere segnalato da un potente speculatore con velleità di governante globale non eletto, e indignazione per vedere che vengono indicate voci critiche che, nell’uso della loro legittima libertà di espressione, prendono posizione rispetto a problemi che ci riguardano tutti. Vedere che vengono controllati personaggi pubblici eletti con mandato democratico per interferire nella loro attività di rappresentanti della cittadinanza, o che si propone di influenzare il lavoro giornalistico secondo interessi altrui, ci deve mettere in guardia circa il pericolo rappresentato da queste opache fondazioni che dovrebbero essere oggetto di azioni contundenti di denuncia e indagine.
Mi domando se nell’ordinamento giuridico spagnolo e/o nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea siano permesse le liste ideologiche o le indagini su deputati eletti allo scopo di influire nel loro lavoro e, se è così, mi domando cosa dovremmo fare per evitarlo, per avere notizia di ciò ed agire di conseguenza, con tutta la forza della legge. La libertà di opinione e l’indipendenza dei rappresentanti pubblici è la base fondamentale per lo sviluppo della normalità democratica, evidentemente minacciata dall’esercizio di azioni oscure, e sinceramente spero illegali, della Fondazione Soros.
Si dovrebbero esplorare gli aspetti legali e istituzionali che permettano di esigere le necessarie spiegazioni per questo intollerabile esercizio di minaccia alla libertà di espressione e all’azione politica democratica. A noi compete difendere i nostri valori fondamentali contro la perversa intenzione di multimilionari che credono che il denaro dia loro il diritto di manipolare e condizionare le opinioni pubbliche in base ai loro interessi politici che, alla fine, sono gli stessi interessi di una élite globale che si colloca ed agisce al di sopra del potere politico, finora impunemente.

Articolo pubblicato su lamarea.com
Traduzione di Barbara Fiorellino
Fonte: Rifondazione.it 

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