Intervista a Sveva Casati Modignani di Antonello Caporale
Chi potrebbe avventurarsi a dire che “Matteo Renzi ha un grande problema di ordine psichiatrico. La lotta perenne tra lui e il suo ego credo trovi causa nelle umili origini familiari in quel di Rignano”? E dove trovate l’ardimentoso che affermi: “Virginia Raggi è una cretina. Intelletto ignoto, figura pubblica immobile, vuota, astratta”? E, ancora, chi di voi farebbe una pila di fuoco dentro cui accatastare le effigie dei sindaci milanesi che si sono succeduti “da Formentini, a quest’ultimo genio che abbiamo e prende il nome di Beppe Sala”?
E infine, quanti di voi si accingono a votare No con questo proposito? “Non ho deciso se il mio No è più contro la riforma costituzionale o contro Renzi. Devo valutare bene, ma in ogni caso il segno della matita sarà implacabile”.
La signora Sveva Casati Modignani sfiora gli ottanta. Scrive romanzi familiari, cuori che si incontrano, vite che si scorgono, e lacrime e baci. Finora ha venduto più di dodici milioni di copie, lady Bestseller. Un’enormità. All’anagrafe è Bice Cairati. Sciura milanese.
Davvero non pensavo, signora, che fosse così impegnata politicamente.
"Non pensava perché non mi conosceva."
Beniamino Placido le disse: mia mamma ha letto tutti i suoi libri.
"Racconto la vita e agli intellettuali la cosa intriga poco. O forse perché porto le mie lettrici al punto in cui voglio con tatto e garbo. Non devono spaventarsi, e la cornice di una storia d’amore è perfetta per condurre ciascuna nel fuoco vivo dell’attualità."
Dieci e lode è il suo ultimo romanzo. Prima de La vigna di Angelica, Il bacio di Giuda, Un amore di marito.
"Trova che siano titoli poco snob?"
Trovo che lei sia sorprendente.
"Dico quel che penso attraverso i miei romanzi. Se avesse avuto la ventura di partecipare a una delle mie presentazioni saprebbe…"
La amano le donne.
"Nonne, figlie e nipoti. Mi leggono le anziane, mi amano le quarantenni, si appassionano ai miei racconti le dodicenni."
Anche gli uomini. Un ingegnere centenario di Firenze le ha fatto un regalo che l’ha così stupìta…
"102 anni. Mi porge una rosa e mi dice: è di quelle che non appassiscono mai."
Pizzi, merletti, lavori all’uncinetto. Le sue lettrici sono amiche appassionate.
"Una signora veneziana ha voluto rivestire col ricamo una palla di vetro. Ce l’ho qui, è l’ultima meraviglia."
Amori, lacrime…
"No, scrivo dell’Italia. Sventurato quel Paese che importa braccia ed esporta menti."
Lo dica a Renzi.
"Fanfarone, agitatore politico, costruttore di slogan e grande distruttore della sinistra. Cos’altro c’è nella sua riforma costituzionale se non un pasticcio?"
Lei ha votato sempre a sinistra?
"Pci, anche Pd. Poi ho smesso, non ne potevo più."
E chi indica agli italiani come un investimento politico degno?
"Fino all’anno scorso le avrei risposto i Cinque Stelle. Poi ho visto che sono dei gran pasticcioni, ho assistito a questa sceneggiata romana, questa sindaca così scolorita… devo dirle che non saprei proprio."
Un nome non ce l’ha?
"Mi piace troppo Maurizio Landini. È una persona straordinaria e ha bontà d’animo."
La bontà è un sentimento ottocentesco.
"La bontà andrebbe riscoperta. Significa generosità verso i più deboli, senso della misura delle proprie azioni e di responsabilità del proprio incarico."
E Renzi?
"Più che un problema politico sono convinta che quel giovane uomo abbia dentro di sé una grande questione di ordine psicologico se non psichiatrico. Questa sete di affermare il proprio Io fino a fargli perdere la continenza, questo sviluppo tumultuoso di fanfaronate: la Buona scuola, il Jobs act. Ma cos’è? Ma che è?"
È la modernità, le risponderebbe. Il riformismo del nuovo secolo.
"La scuola è stata sotterrata dentro una riforma insulsa e dannosa. E oggi siamo chiamati a giudicare una riforma costituzionale che sa di autoritarismo. Mai che il popolo venga convocato a partecipare a leggi che attengono alla propria vita. Perchè non ha indetto il referendum sull’articolo 18?"
Le sue lettrici, le signore borghesi e benpensanti, dopodomani cosa immagina voteranno?
"Assolutamente No."
Lei vive a Milano in via Padova, nel quartiere più battuto dalle gang criminali latino-americane.
"La mia casa è qui e non voglio andarmene. La deriva di Milano non inizia oggi, ha radici lontane. Ricorda il craxismo?"
Articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano
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