di Massimo Villone
In chiusura di campagna referendaria, Renzi certifica che la sua arma segreta è il voto degli italiani all’estero. Dovrebbe invece sperare che il voto dei cittadini residenti in Italia non sia capovolto da quello dei non residenti. Il motivo è sostanziale prima che formale. Non solo quel voto è stato male sollecitato dal governo, con giri pre-elettorali illecitamente sostenuti dalle ambasciate e dai consolati. E con impropri invii di lettere in un modo o nell’altro a spese del contribuente italiano (quello residente in Italia, che paga le tasse), in un contesto noto – e non da ora – per le insufficienti garanzie di legalità.
Ma, ancor più, gli italiani residenti all’estero in buona parte – anche per il diritto di cittadinanza legato allo jus sanguinis – l’Italia l’hanno vista o la vedono poco o nulla. Dunque, pur avendo diritto al voto, altrettanto poco ne conoscono i bisogni, oggi. Nessuna colpa, per carità. Semplicemente, vivono altrove e là intendono rimanere. E certo nessuno ha spiegato che anche a loro le riforme renziane tolgono, e non danno.
Ma, ancor più, gli italiani residenti all’estero in buona parte – anche per il diritto di cittadinanza legato allo jus sanguinis – l’Italia l’hanno vista o la vedono poco o nulla. Dunque, pur avendo diritto al voto, altrettanto poco ne conoscono i bisogni, oggi. Nessuna colpa, per carità. Semplicemente, vivono altrove e là intendono rimanere. E certo nessuno ha spiegato che anche a loro le riforme renziane tolgono, e non danno.
Sarebbe grave se la Costituzione difesa dai residenti fosse rottamata dai non residenti. Questo delegittimerebbe la Costituzione, e lo stesso Renzi per avere cercato e favorito tale esito. Si conferma che il presidente del Consiglio, pur di vincere una scommessa sbagliata e di difendere il suo potere personale, è pronto a raccattare voti e sostegni ovunque. Vanno bene una maggioranza taroccata da una legge elettorale incostituzionale, i voti decisivi di Verdini & Co., l’interessato endorsement dell’economia e della finanza italiana e internazionale, l’appoggio maleodorante degli organizzatori e distributori delle fritture di pesce.
Va bene anche girare alla ricerca di consensi promettendo mance piccole e grandi, ovunque e a tutti. Davvero Renzi pensa di dare al paese stabilità e solidità attraverso una Costituzione che nasce così? È chiaro che non ha la minima idea di come l’identità e la storia di un paese si riversino nella Costituzione. Eppure, chi occupa la più alta carica di governo dovrebbe preoccuparsi di impararlo, e soprattutto capirlo.
Invece no. Proprio la mancata comprensione ci spiega una campagna fatta di menzogne, di finzioni teatrali come lo sventolio in televisione di un pezzo di carta gabellato per la scheda – inesistente – di elezione diretta dei senatori, e di spot eccessivi persino per un venditore di macchine usate. Non si vuole spiegare e convincere, ma solo vendere il prodotto avariato nascondendone le magagne: intanto vendiamolo, e poi ci facciano pure causa. Ma quanto può durare nel potere chi ha dimostrato di esercitarlo così male su un terreno delicatissimo come quello di una vasta riforma della Costituzione? Come e a chi risponderà quando i veleni che ha introdotto produrranno i loro effetti?
Il Guardian afferma che la vittoria del Sì non risolverebbe i problemi italiani. Per il Wall Street Journal l’iniziativa di Renzi potrebbe paradossalmente favorire M5S. Il New York Times definisce dubbia la tesi che il bicameralismo paritario sia causa primaria di instabilità e inefficienza istituzionale, e critica la concentrazione del potere sul governo. Renzi non può disfare his unwise push for a referendum (la sua malaccorta corsa al referendum) ma potrebbe limitare gli effetti negativi dichiarando che rimarrà in carica, qualunque sia l’esito. Questo calmerebbe i mercati e i paesi vicini.
Analisi e parole sagge su grandi giornali stranieri, mentre con pochissime eccezioni la stampa italiana è acriticamente schierata con i profeti di sventura. Ogni paese ha la stampa che merita. Per noi Renzi è solo uno che ha dimostrato di non saper governare, sbagliando per arroganza, ambizione e subalternità all’economia e alla finanza.
Ha scelto di rottamare la Costituzione piuttosto che attuarla. Ma non è alla pari lo scambio tra una Costituzione costruita sul sacrificio e sul sangue di molti, e una fondata sulle ingannevoli affabulazioni di un furbetto e del suo giglio magico. E Renzi sarà sempre quello del popolo dei voucher, mentre l’Italia dei governicchi ci aveva dato lo statuto dei lavoratori.
Rimaniamo convinti che vincerà il No, e farebbe bene ad augurarselo anche Renzi. Diversamente, la Costituzione rottamata rottamerà il rottamatore.
Fonte: il manifesto
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