di Giulio Cavalli
Alla fine sono riusciti a svegliare anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, costretto a sgridare i presidenti di Camera e Senato urlandogli in faccia di sbrigarsi per non finire dietro alla lavagna con le orecchie d’asino: sono passati 137 giorni dall’insediamento di un governo che a detta di quasi tutti avrebbe dovuto fare in sciolta fretta una legge elettorale per poi correre al voto. Dico, ve lo ricordate? Tutti: Salvini, Grillo, Berlusconi e soprattutto Renzi. Tutti. Tranne ovviamente Angelino Alfano che è disposto a diventare sottosegretario alla cacio e pepe pur di fare una settimana di governo in più.
Sono passati 137 giorni. La legge elettorale che doveva essere più bella del mondo (sembra passato un secolo eppure lo dicevano quelli che oggi sono ancora lì) aveva il piccolo intoppo di essere incostituzionale, poi sembravano quasi tutti d’accordo sul Mattarellum, poi hanno voluto aspettare la Consulta e quando la Consulta li ha bocciati hanno detto che avrebbero voluto leggere le motivazioni, poi hanno letto le motivazioni e hanno promesso che se ne sarebbe parlato in Parlamento nei primi mesi di quest’anno (e intanto è quasi finita la scuola) e intanto hanno depositato qualcosa come una trentina di proposte. Epici.
E ora? Ora basta il sussulto di Mattarella perché tutti fingano di non riuscire a dormirci la notte. “Ha ragione il presidente della Repubblica sulle due priorità, non so per la politica ma certo per il Pd. Sin da oggi ci preoccuperemo in conferenza di capigruppo di calendarizzare entrambe le questioni, sulle quali peraltro la presidente Boldrini è sempre stata sensibile e attiva”, dice il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato; “Siamo stati i primi a dirlo già dal 4 dicembre, avendo presentato una proposta organica che fondamentalmente riprende la legge elettorale uscita dalla Corte Costituzionale. Si prenda quella, la si estenda al Senato e si vada a votare” dice Fico del M5S; “il capo dello Stato si rivolga al Partito democratico e al suo segretario in pectore, Matteo Renzi, che da mesi bloccano i lavori della commissione Affari costituzionali di Montecitorio in attesa che vengano celebrati prima il congresso e poi le primarie” dice Brunetta per Forza Italia.
E via con il balletto. Ancora. Pisciano veleno e poi lo chiamano populismo.
Fonte: Left
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