La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 26 marzo 2016

Francia: proteste contro la ‘loi travail’. La polizia picchia i ragazzini

di Marco Santopadre
Di nuovo, per la terza volta consecutiva in poche settimane, ieri decine di migliaia di studenti e lavoratori di diversi settori sono scesi in piazza per protestare contro la legge di “riforma” del lavoro proposta dal governo francese. Ovunque le manifestazioni hanno chiesto il ritiro della cosiddetta ‘loi travail’ che reca la firma della giovane ministra del Lavoro Myriam El Khomri. Secondo le forze dell’ordine in piazza sarebbero scese in tutto 43 mila persone contro le 69 mila del 17 marzo scorso, un conteggio che provenendo dalle forze di sicurezza di un governo fortemente criticato da studenti e sindacati non può che essere ‘interessato’.
Tra le parti più contestate del provvedimento – che richiama in molti suoi capitoli il Jobs Act di Matteo Renzi e l’accordo di governo siglato alcune settimane fa in Spagna tra socialisti e Ciudadanos – la maggiore facilità concessa alle aziende per licenziare i dipendenti e l’aumento della durata legale della settimana lavorativa che resterebbe formalmente di 35 ore ma modulabili, con la possibilità di distribuirle nel corso di più settimane portandolo a una media di 37 e mezza.
Di fatto la legge, fortemente voluta dal presidente della Repubblica Francois Hollande, dal premier Manuel Valls (entrambi socialisti) e dalla Medef, la locale Confindustria, nonostante affermi di voler ridurre la disoccupazione – che nel frattempo a febbraio ha ripreso a salire – in realtà è disegnata su misura per le esigenze delle imprese che da tempo pretendono maggiore flessibilità e precarietà del mercato del lavoro.
Nel giorno in cui il Consiglio dei Ministri francese presentava ufficialmente il locale Jobs Act, studenti e lavoratori hanno organizzato proteste in diverse città che in alcuni casi sono degenerate in scontri. Alla fine della giornata il bilancio ufficiale parlava di 10 agenti di polizia ‘feriti’ e di 45 manifestanti fermati. Non è dato sapere quanti siano stati a fine giornata i feriti tra i manifestanti.
Eppure non sono mancati gli episodi di violenza gratuita dei poliziotti nei confronti dei giovani e degli attivisti sindacali scesi in piazza, in alcuni casi così evidenti che l’Ispezione Generale – l’organo di controllo interno alle forze dell’ordine – ha dovuto aprire un’inchiesta dopo la pubblicazione sui social network di un video che mostra tre agenti picchiare uno studente liceale nei pressi di una scuola nella capitale. Il filmato, inequivocabile, mostra due poliziotti che tengono fermo un allievo quindicenne del liceo Bergson, mentre un terzo lo colpisce con forza al volto. Delle foto del pestaggio, anch’esse diffuse sui social media, mostrano una gran quantità di sangue a terra e sulla testa della vittima dell’aggressione. Secondo un ragazzo di 17 anni intervistato da alcuni media transalpini gli agenti avrebbero reagito con estrema e ingiustificata violenza al lancio di alcune uova: prima i lacrimogeni, poi le botte.
A Parigi il corteo degli studenti medi che si erano concentrati in Place d’Italie è partito verso Montparnasse allo scopo di unirsi al concentramento dei sindacati, ma durante il percorso non sono mancati scontri tra gruppi di incappucciati e le forze dell’ordine in assetto antisommossa, scontri che si sono ripetuti più tardi in un’altra zona della città.
Oltre che a Parigi scontri e fermi sono stati segnalati anche a Nantes, Rouen e Le Havre, nel nord della Francia mentre in tutto il paese i cortei sono stati preceduti dai picchetti organizzati dai collettivi e dalle reti studentesche davanti agli ingressi degli istituti scolastici. A Rouen gli scontri sono avvenuti davanti alla locale sede del Partito Socialista.
Nuovi scioperi e blocchi sono stati decisi per la prossima settimana in diverse scuole e università, concentrati in particolare il 31 marzo. Il tentativo da parte dei settori studenteschi e sindacali critici è ottenerne il ritiro, o quantomeno un miglioramento, prima che ad aprile il parlamento di Parigi approvi la ‘loi travail’.

Fonte: contropiano.org

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