di Keynes blog
Perché i paesi occidentali adottano politiche restrittive sull’immigrazione ma poi non le applicano? La risposta la fornisce Milton Friedman.
Secondo Friedman l’immigrazione è un beneficio se non esiste lo stato sociale. Ma, se esiste, gli immigrati ne dovranno beneficiare e quindi le tasse aumenteranno. Per qualche strano motivo, Friedman non considera che anche il lavoratore immigrato paga le tasse come qualsiasi autoctono. Ma è pur vero che l’immigrato oggetto di politiche di accoglienza – un profugo, un bambino, una donna incinta – genera posti di lavoro nel Terzo Settore, soprattutto grazie alla spesa pubblica, che per Friedman è come fumo negli occhi.
Qual è quindi la conclusione di Friedman? Che l’immigrazione va benissimo, ma solo se è illegale, così nessuno dovrà pagare per il welfare degli immigrati (e, in più, l’immigrazione illegale spingerà in basso i salari degli autoctoni molto di più di quanto farebbe una equivalente immigrazione legale):
"Guardate, per esempio, all’ovvio, immediato, esempio pratico dell’immigrazione messicana illegale. Ora, quella immigrazione messicana, oltre il confine, è una buona cosa. E’ una buona cosa per i clandestini. E’ una buona cosa per gli Stati Uniti. E’ una buona cosa per i cittadini del paese. Ma, è solo un bene fintanto che è illegale." (fonte)
Questo spiega perché molte leggi adottate dai governi occidentali, come la nostra legge Bossi-Fini, sono fatte in modo tale da essere inapplicabili, cosicché l’immigrato deve, volente o nolente, entrare nel paese come clandestino.
Quando un politico dice che bisogna combattere l’immigrazione clandestina, mente. Quello che sta davvero dicendo è che vuole creare più clandestini per aumentare lo sfruttamento. E non solo per gli immigrati, ma indirettamente anche per gli autoctoni.
I lavoratori, immigrati e nativi, hanno interessi comuni in conflitto con quelli degli imprenditori che competono sui bassi prezzi della manodopera, e dei politici che li rappresentano, anche quando vogliono far credere di rappresentare gli autoctoni.
Fonte: Keynes blog
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