di Federico Giusti
Il personale degli enti locali è in continua diminuzione e la cosa inizia a destare preoccupazione anche nell'associazione nazionale comuni italiani.
Un recente rapporto Anci Ifel dà alcuni dati: personale calato del 2,2% in 12 mesi, dal 2009 al 2015 la flessione è del 13% (62mila lavoratori\trici).
I dati sono sicuramente al ribasso perchè non tengono conto delle migliaia di precari che in questi anni sono stati espulsi, parliamo anche di chi avrebbe avuto i requisiti per la stabilizzazione , previo concorso, parliamo delle innumerevoli collaborazioni con un unico committente che collaborazione proprio non andrebbero definite come tali.
Il problema organici si spiega con l'invecchiamento dell'età media dei dipendenti , basti pensare che oltre il 51% ha superato i 50 anni di età e nel caso dei dirigenti si arriva a oltre il 60%.
Il blocco del turn over produrrà danni incalcolabile tra il 2017 e il 2019 , anni nei quali il personale che andrà in pensione per sopraggiunti limiti di età dovrebbe aggirarsi su decine di migliaia di unità.
A quel punto le autonomie locali saranno di fronte ad un bivio: o privatizzare interi servizi o chiedere al Governo di rivedere le regole assunzionali in materia di pubblica amministrazione. La scelta degli enti locali sarà quella di chiedere a Renzi di allentare la cinghia in cambio di una attiva collaborazione nell'opera privatizzatrice e nella applicazione dei decreti Madia. I fatti ci diranno se siamo preveggenti o semplicemente realisti.
Anci e autonomie locali sono d'accordo con Renzi, anzi sono complici di un Governo che sta affamando i comuni, basti pensare alle decine di enti che nel 2015 hanno sforato i patti di stabilità, ben 270 rispetto ad una media annua che superava di poco 90.
Trattasi di enti locali di varia natura che fino a pochi anni fa non avevano problemi di bilancio ma non possono fronteggiare il taglio poderoso di finanziamenti agli enti locali specie dopo la soppressione della tassa sulla prima casa.
Sempre anci e conferenza Stato regioni hanno avallato tutti i decreti Madia e perfino la legge di stabilità, ormai gli enti locali hanno accettato e condiviso la logica che trasferisce dal Governo centrale a quello locale il compito di far quadrare i conti. Il comune esattore, con il pareggio di bilancio sta producendo i primi frutti.
Ma la diminuzione degli organici (e a poco servono le soluzioni tampone e clientelari come lo sblocco del turn over per la polizia municipale limitatamente a sei regioni come se il medesimo problema non riguardasse le altre) si accompagna ad una perdita di acquisto delle buste paga dei comunali e non solo per la riduzione del fondo della produttività (calando i dipendenti il fondo si riduce in virtu' delle decisioni di fine anno).
Solo tra il 2011 e 2014 le buste paga si sono alleggerite dell’1,3% in termini reali , il resto lo fa il blocco dei contratti e della contrattazione, le risorse stanziate che si tradurranno in aumenti mensili irrisori, piu' o meno il costo di una pizza. La memoria non appartiene a questo paese e men che mai ai dipendenti pubblici, se cosi' fosse non avrebbero subito 7 anni di blocco contrattuale senza ribellarsi. Ma facendo uno sforzo ricorderemmo che un tempo al dipendente venivano corrisposti anche gli arretrati contrattuali, poi sostituiti dalla indennità di vacanza contrattuale che a sua volta è stata bloccata dal Governo Renzi
Quindi blocco dei contratti, riduzione dei fondi della produttività, applicazione della Legge Brunetta a partire dal prossimo contratto, produrranno un arretramento assai maggiore delle dinamiche contrattuali e del potere di acquisto, a cui aggiungere la perdita irreversibile del potere di contrattare su alcune materie.
Il ragionamento da fare è quindi un altro: gli enti locali subiscono i tagli del Governo e a loro volta si fanno promotori di politiche draconiane per far quadrare i conti, per questo vedono il personale e il sindacato come un nemico soprattutto quando rivendicano assunzioni e aumento della produttività.
Ormai i comuni sono alla canna del gas, il Governo dovrà allentare le maglie delle normative che limitano la spesa, per farlo chiederà una supina accettazione dei processi in atto:dai decreti attuativi Madia alla cancellazione di migliaia di aziende partecipate con relativo personale, dalle privatizzazioni a enti locali sempre piu' strutturati su un numero ridotto di personale e nella veste di esattore a tagliare la spesa sociale e ad accrescere carichi di lavoro senza dare un euro in piu'.
La sola concessione del Governo potrà essere quello di limitare le sanzioni a chi sfora i patti, insomma sanzioni piu' basse ma sempre tali a ricordare che i dettami della bce sono i principi guida dell'azione governativa, centrale e locale e a pagarne le spese non saranno solo i comunali con salari sempre piu' bassi ma anche i cittadini che avranno meno servizi.
Fonte: controlacrisi.org
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