Renzi si dimostra ancora una volta ossequioso nei confronti di Confindustria, delle multinazionali e dei profitti privati in generale mentre calpesta la democrazia, vende i servizi pubblici e distrugge il lavoro. Sta in questa precisa collocazione di classe la sintesi di questa settimana di azione governativa.
Dopo aver messo in campo tutte le proprie forze per affossare il Referendum del 17 aprile, mercoledì 20 il governo Renzi ha scritto un’altra pagina della sua storia filo-padronale. Con il sostegno in aula del neo-candidato sindaco del PD a Roma, Roberto Giachetti, il governo ha fatto passare una versione stravolta (anzi capovolta) della Legge di Iniziativa Popolare sulla gestione pubblica del servizio idrico che, con oltre 400.000 firme, attendeva da 9 anni di essere votata.
Questa maggioranza ha stravolto in Commissione Ambiente l’articolo 6 cancellando la parte che decretava che la via prioritaria fosse la gestione pubblica dei servizi idrici integrati riaprendo la strada alla gestione privata e alla reintroduzione dei profitti che erano stati bocciati da 27 milioni di italiani con il referendum del 2011 e dalle sentenze della Corte Costituzionale che confermavano l’esito nella direzione della ripubblicizzazione del servizio e “(...) la finalità di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua”.
Questa maggioranza ha stravolto in Commissione Ambiente l’articolo 6 cancellando la parte che decretava che la via prioritaria fosse la gestione pubblica dei servizi idrici integrati riaprendo la strada alla gestione privata e alla reintroduzione dei profitti che erano stati bocciati da 27 milioni di italiani con il referendum del 2011 e dalle sentenze della Corte Costituzionale che confermavano l’esito nella direzione della ripubblicizzazione del servizio e “(...) la finalità di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua”.
Alla protesta delle opposizioni parlamentari, si sono aggiunte in aula le voci degli attivisti del movimento per l’acqua pubblica che hanno denunciato, con slogan e bandiere, il tradimento della democrazia e della volontà popolare da parte del PD e del suo governo prima di essere stati identificati e trascinati di peso fuori dall’emiciclo.
Gli attivisti dei movimenti per l'acqua hanno annunciato che la battaglia contro questa legge continuerà anche prima dell’approvazione al Senato e lanciano una campagna di lotta contro il DDL della Madia (la ministra che sta cercando di distruggere il lavoro nella PA) che sancirà definitivamente le mani dei privati sui servizi pubblici.
La sua Legge Delega n. 124/2015, infatti, pone tra i suoi obiettivi dichiarati “la riduzione della gestione pubblica ai soli casi di stretta necessità”, mentre sono obiettivi di lungo periodo: “garantire la razionalizzazione delle modalità di gestione dei servizi pubblici locali, in un’ottica di rafforzamento del ruolo dei soggetti privati” e “attuare i principi di economicità ed efficienza nella gestione dei servizi pubblici locali, anche al fine di valorizzare il principio della concorrenza”. Dopo il Jobs Act, la “Buona Scuola” e lo Sblocca Italia, anche il DDL Madia dimostra la natura padronale e bonapartista del governo Renzi che, sui giornali, si dichiara non succube ai ricatti del capitalismo finanziario tedesco e nei fatti applica fedelmente le ricette liberiste contenute nei diktat della BCE al nostro paese contenute nella lettera Draghi-Trichet del 2011.
Di seguito pubblichiamo il comunicato del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua che spiega bene il senso di questa battaglia e la posta in gioco.
ll Pd, la maggioranza e il Governo affossano i referendum per l’acqua pubblica
Dopo il voto gli attivisti dei movimenti per l'acqua presenti in aula sventolano bandiere in segno di protesta
Oggi la legge sulla gestione pubblica del servizio idrico è stata finalmente discussa e approvata aula alla Camera, a distanza di circa 9 anni dal suo deposito corredato da oltre 400.000 firme.
Peccato che il testo approvato sia radicalmente diverso, nella forma e nei principi, di quello proposto dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. PD e la maggioranza hanno stravolto il testo a partire dall’articolo 6 che disciplinava i processi di ripubblicizzazione. Oggi è caduta anche l'ultima foglia di fico dietro la quale il PD aveva provato a nascondersi. Infatti, la Commissione Bilancio ha cancellato la via prioritaria assegnata all'affidamento diretto in favore di società interamente pubbliche.
Un disconoscimento palese e spudorato che ribaltato il senso di quella legge sottoscritta da 400mila cittadini e aggiornata alla luce dei risultati del referendum popolare del 2011.
Il risultato di oggi è solo la cronaca di una morte annunciata, già nei giorni scorsi infatti molti dei deputati dell’intergruppo parlamentare per l’Acqua Bene Comune avevano ritirato la firma da un provvedimento che stravolgeva il senso.
La cancellazione della volontà popolare di 27 milioni di italiani che si espressero in favore dell’acqua pubblica ai referendum arriva a pochi giorni dalla tornata referendaria del 17 aprile, sulla quale la maggioranza di Governo ha fatto campagna per l'astensionismo, il disconoscimento di un percorso di partecipazione come quello sulla gestione pubblica del servizio idrico rappresenta un preoccupante segnale per la democrazia nel nostro paese.
Il movimento per l'acqua continuerà la loro battaglia contro questa legge anche nel passaggio al Senato e lancia contro i provvedimenti del Governo Renzi, a partire dal ddl Madia, una petizione nazionale insieme ai referendum sociali.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Fonte: La Città futura
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