di Laura Nanni
ll Movimento Riscatto è un movimento eterogeneo formato da cittadini, agricoltori, associazioni e persone impegnate nelle istituzioni di territorio con l'obiettivo di difendere le comunità delle aree rurali e lavora per rafforzare ed estendere la mobilitazione degli agricoltori e dei sindaci per dare vita ad un forte ed unitario movimento nazionale capace di aprire con la Politica e i Governi nazionale e Regionali.
L'obiettivo è determinato dal fatto che l'omologazione della nostra agricoltura al modello agroalimentare della globalizzazione ha segnato una trasformazione epocale per le nostre aree rurali e i nostri agricoltori che sono sempre più privati del loro diritto a cosa produrre e per chi produrre. Questa motivazione ci ha portato così, nell'autunno scorso, a realizzare una Marcia per il Riscatto delle Comunità Rurali del 2015.
Un camper con 5 persone: tre agricoltori, un giornalista e il portavoce del Movimento, Gianni Fabbris, sono partiti il 25 settembre da Matera per arrivare a Roma il 31 ottobre 2015 (il giorno della chiusura dell'Expo) con la Manifestazione Te lo do io il Made in Italy, percorrendo oltre 6000 km (senza contare i viaggi via mare) in 36 giorni e producendo circa 90 iniziative diverse in tutte le regioni italiane.
Come Gandhi nel 1930 mobilitò il suo popolo nella Marcia del Sale che, ribellandosi contro l'odiosa tassa sul monopolio del sale segnò la fine del dominio straniero sull'India, cosi una delegazione, in rappresentanza del movimento, si è messa in Marcia per chiamare alla mobilitazione contro l'IMU agricola, per il Riscatto, la Sovranità Alimentare e un futuro degno.
La marcia ha rappresentato la risposta indignata contro una classe dirigente che, invece di dare risposte alla gravissima crisi di chi lavora la terra, vive nelle comunità rurali o è sempre più escluso dall'accesso ad un cibo degno e sicuro, tenta di fare cassa spremendo come un limone il lavoro.
Ecco che la vera novità della marcia è stata quella dei 3 agricoltori (due di loro giovanissimi) che hanno lasciato le loro terre, il loro lavoro e hanno abbracciato la ‘penna' come strumento per raccontare e svelare la verità su quanto sta accadendo nelle aree rurali del Paese cercando di capovolgere la menzogna dell'ideologia del Made in Italy con cui vengono nascosti, in realtà, i pesantissimi attacchi al diritto alla terra, al cibo, alla tutela ed alla coltivazione delle risorse per tutti i cittadini.
La marcia, la terza in dieci anni, è servita al movimento anche per compiere il salto organizzativo di cui come agricoltori e come cittadini abbiamo bisogno per cambiare i rapporti di forza che stanno lasciando la terra, il cibo, le risorse naturali, il lavoro nelle mani della peggiore speculazione affarista e delle multinazionali, allargando la mobilitazione contro la crisi, facendo inchiesta e costruendo un nuovo racconto dando voce alle comunità rurali, collegare le realtà sociali, fare rete, costruire organizzazione.
La marcia è stata una delle tante iniziative autofinanziate e prodotte direttamente dal movimento degli agricoltori che tanti consensi sta conseguendo perchè parla il linguaggio chiaro della verità.
Accanto ad essa il movimento sta attualmente producendo altre cinque campagne:
Te lo do io il Made in Italy che affronterà il problema della produzione e del lavoro nelle campagne che sta scomparendo;
La campagna contro l'indebitamento, lo sciacallaggio sociale e le vendite all'asta;
La campagna contro la burocratizzazione del settore;
La campagna contro la tassazione (come l'Imu e il resto);
La campagna sulla trasparenza della spesa pubblica (PSR, Leader, etc.).
Le campagne avranno il compito di cercare, dunque, una sintesi fra le organizzazioni che vi si riconoscono a livello nazionale, organizzando in particolare le persone perché, la scommessa più grande del Movimento, è quella di lavorare dal basso affinché gli agricoltori possano esprimere punti di vista, strategie e dirigano chi è preposto a guidare il movimento. Mettere insieme, cioè, una forza compatta e un fronte unico che abbia il compito di contrattare con la politica le condizioni entro le quali vivere, accettata come base condivisa di lavoro che:
cerca l'unità nelle campagne con la realizzazione di un appello nazionale che verrà lanciato durante la costituzione degli Stati Generali contro la crisi e che parte con una necessità ben precisa che è quella di cercare il lavoro delle aziende agricole dentro marchi ormai svuotati di senso e significato attraverso la campagna Te lo do io il Made in Italy (campagna già condivisa con altre organizzazioni in altre regioni d'Italia).
si opponga a una burocrazia che distrugge le aziende e chi vi lavora;
conduca una lotta contro lo sciacallaggio sociale, la cui campagna verrà già lanciata nei prossimi giorni.
Il Movimento per poter coinvolgere a livello nazionale i soggetti che aderiscono alla proposta hanno realizzato un documento e una piattaforma, consultabile sul sito, che spieghi alla gente cosa sia il Movimento Riscatto e cosa esso intenda per unità degli agricoltori.
Per preparare al meglio la partecipazione e condividere e promuovere gli obiettivi elencati sono previste, nel prossimo futuro, assemblee pubbliche e iniziative in diverse aree e comuni dello stivale.
Dopo il successo della giornata interregionale del 14 marzo scorso contro la crisi agricola, indetta da una riunione convocata a Vittoria, fra i sindaci siciliani, la Rete dei Municipi Rurali e il Movimento Riscatto è stato solo il primo passo di una serie di mobilitazioni che (come dice il documento finale adottato il 14 marzo) "si fermerà solo quando avrà ottenuto risultati perché non c'è tempo da perdere per salvare il comparto produttivo agricolo ed ora è il momento di estendere e rafforzare le mobilitazioni per ottenere urgentemente l'incontro con il Ministro dell'Agricoltura e la Conferenza Stato Regioni e un confronto parlamentare sulla crisi agricola" in preparazione dello Sciopero Nazionale per la Terra deciso durante la giornata del 14 marzo scorso.
Fonte: La Città futura
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