di Francesco Ditaranto
Una conduttura che collega la raffineria Total di Donges (sull’estuario della Loira) a un deposito a pochi chilometri da Rennes (nella vicina Bretagna), è stata danneggiata martedì mattina, nel corso di alcuni lavori alla rete elettrica, nel villaggio di Saint Anne sur Brivet, nel dipartimento della Loira Atlantica. La rottura della pipeline, causata da una ruspa di una ditta appaltatrice della società che fornisce energia elettrica in Francia, ha provocato lo sversamento di 550 metri cubi di gasolio nell’area circostante. In un primo momento, la stima del carburante disperso si attestava intorno ai 380 metri cubi. Non appena si è avuta notizia dell’incidente, la raffineria di Donges ha bloccato il flusso di gasolio, il che non ha impedito la contaminazione di due laghi vicini e di un corso d’acqua.
Dieci famiglie, residenti nelle immediate vicinanze del luogo dell’incidente, sono state evacuate a forza dalla gendarmeria, ma non hanno mancato di denunciare il rischio e l’approssimazione con la quale i lavori, che hanno poi prodotto lo sversamento del gasolio, sono stati effettuati. «Non ci hanno detto nulla – dichiara, in collera, uno degli abitanti evacuati ai microfoni di France 3- sono arrivati qua come in un territorio conquistato e hanno cominciato a fare i lavori, come in una colonia. Neanche in Amazzonia si lavora più in questa maniera. Si dovrebbe parlare con gli abitanti. E invece loro sembrano sapere tutto. Hanno le loro mappe e poi ecco cosa succede».
Dal momento dell’allerta, è subito partito il protocollo per la messa in sicurezza dell’area. Tecnici Total e pompieri hanno approntato un sistema di filtri e pompaggi per evitare che il prodotto della raffinazione rilasciato nell’ambiente potesse arrivare al vicino fiume Brivet. Per il momento le autorità locali hanno vietato il consumo dell’acqua dei pozzi, mentre la magistratura ha aperto un’inchiesta.
Ci vorranno molti giorni per eliminare le tracce del gasolio sversato e, anche se la zona interessata sembrerebbe ormai circoscritta, non si può negare quanto la situazione resti a rischio.
L’area dove è avvenuto l’incidente è un vecchio territorio paludoso tipico di un grande estuario come quello della Loira. A pochi chilometri da Saint Anne, inoltre, si trova il parco naturale della Brière, una zona soggetta alle maree, costituita da un’intricatissima rete di canali, gestita attraverso un complesso sistema di chiuse. Da qui la pericolosità di una fuga di carburante in quella che è un’area nella quale uno sversamento di idrocarburi può essere potenzialmente incontrollabile.
Ma non c’è solo il grave incidente alla condotta Total di martedì, a portare al centro del dibattito nazionale questa porzione di territorio francese, relativamente limitata. Nella stessa zona paludosa, particolarmente ricca quanto a flora e fauna, sorge il villaggio di Notre Dame des Landes, dove, ormai da decenni, il governo centrale ha intenzione di costruire un gigantesco aeroporto che dovrebbe servire tutto il cosiddetto Grande Ovest della Francia. Ormai da anni un variegato movimento si oppone al progetto ha occupato l’area, dichiarandola ZAD (zona da difendere). Il prossimo 26 giugno, un referendum deciderà del destino dell’aeroporto, ma studi e sondaggi sembrano dare forza alle ragioni del “No”.
All’inizio della settimana, una relazione dettagliata sul progetto è arrivata sulla scrivania della ministra dell’ambiente, Ségolène Royal. Lo studio, commissionato proprio dal ministero a un’équipe di esperti, ha sottolineato l’inutilità, almeno parziale, di un progetto che da più parti è già considerato superato e troppo costoso.
Nella fattispecie, gli esperti ritengono che l’eventuale aerostazione sarebbe assolutamente sovradimensionata rispetto al traffico previsto e propongono due possibili alternative. O la rinuncia alla costruzione di due piste, limitandosi a una, oppure l’adeguamento dell’attuale aeroporto di Nantes.
Fonte: il manifesto
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