di Giulia Sbaffi
Black Lives Matter anche in Inghilterra. La colonna inglese del movimento americano ormai diventato globale, ha organizzato una serie di proteste coordinate, in tre diverse città. Nel Paese di Brexit che chiude le frontiere, gli attivisti bloccano le strade per dire no al razzismo. Londra, Nottingham, Birmingham sono rimaste paralizzate dal traffico seguito a una serie di blocchi organizzati dai manifestanti antirazzisti. Impedito l’accesso in auto all’aeroporto di Heathrow, il principale scalo inglese. Bloccato anche il centro di Nottingham, dove i manifestanti hanno creato un cordone umano per fermare i trasporti verso l’aeroporto della capitale. Paralizzato anche il centro cittadino di Birmingham.
Black Lives Matter UK (BlmUK) è un fenomeno globale declinato su scala nazionale. Nel lanciare le proteste, gli attivisti che fanno capo alla rete antirazzista inglese, hanno invocato lo shutdown – che in inglese significa arresto, paralisi. Fermare tutto per denunciare una brutalità diventata sistemica e ricordare le sue vittime, nere. Le manifestazioni coincidono, infatti, con il quinto anniversario dell’omicidio di Mark Duggan, il giovane ucciso dalla polizia a Tottenham nel 2011, durante un fermo. Il ricordo delle vittime come strumento per denunciare quello che gli attivisti considerano un uso endemico e sistematico della sopraffazione fisica e psicologica ai danni delle categorie più deboli. È per questo che nel video-lancio dell’iniziativa di questo 5 agosto, i manifestanti parlano anche di migranti. Anche quelle sono per BlmUK vittime di una violenza di sistema, che amplifica le disuguaglianze ed esaspera le tensioni. «Siamo sconvolti per le 3.000 morti nel Mediterraneo di quest’anno e sicuramente dopo Brexit sappiamo che i crimini d’odio sono cresciuti del 57%. Abbiamo ascoltato persone raccontare di abusi e aggressioni nelle strade» dicono gli attivisti. Una stortura che da eccezione rischia di farsi norma e per frenarla, i manifestanti fermano simbolicamente le strade.
Fuori dall’aeroporto di Heathrow i supporters di BlmUK hanno urlato “This is a crisis” – questa è una crisi. Sociale e culturale. Seguendo i passi degli omologhi Usa, il movimento inglese si è formato in risposta agli arresti e gli omicidi compiuti dalle forze di polizia. Anche in Inghilterra, l’ingiustizia è prevalentemente black. Tra la comunità nera inglese gli arresti sono infatti più frequenti e la disoccupazione e l’esclusione sociale è più alta che in qualsiasi altra. Le azioni di protesta di questa mattina, che hanno provocato disagi importanti alla circolazione cittadina e l’arresto di 10 attivisti, provano quindi a richiamare l’attenzione sopita dell’opinione pubblica nazionale sulle criticità sociali del presente: crimini d’odio, il razzismo, la marginalizzazione, le disuguaglianze, le violenze. Intanto questa sera alle 6.30 (ora locale) il movimento si riunisce di nuovo a Londra, per continuare la sua giornata di mobilitazione.
Fonte: Left.it
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