di Alessandro Gilioli
Leggevo su un sito americano un po' di interviste a elettori che voteranno Trump e mi ha colpito una tizia (già fan di Sanders) che diceva: "Almeno lui è vero". A noi Trump pare tutto fuori che "vero", con quei capelli che nemmeno Biscardi, i lineamenti alterati dal bisturi, quei vestiti da manichino. Invece a molti pare "vero" e forse basta vedere un suo comizio per capire cosa intendono. Trump, tanto per cominciare, nel suo parlare a braccio va oltre il rifiuto del "politichese": arriva infatti a evitare proprio i ragionamenti lineari, a scansare la coerenza razionale. In altri termini, emette un flusso emotivo e su questo punta: anche quando questo si contraddice. Anzi: proprio nelle sue contraddizioni.
Può dire, anzi dice, nello stesso comizio cose logicamente contrarie una all'altra, in termini di tasse e di spesa pubblica ad esempio, ma anche di istruzione e di sanità, di guerre e di isolazionismo. Lo fa all'interno di alcuni punti fermi elementari (tipo Cina=male, veterani=bene; messicani=male, armi libere=bene, musulmani=male, prodotti americani=bene) ma poi tutto il resto è flusso emotivo, onde e risacche, senza (volutamente senza) una coerenza logica.
Sembra "vero" insomma perché rifugge subcorticalmente la razionalità e parla per emozioni, affetti, rancori; si contraddice e non se ne preoccupa, anzi: la contraddizione appare come una bastonata in più al ragionamento logico, tecnico, coerente e sistematico.
E si dà il caso, purtroppo, che il ragionamento tecnico (tecnocratico) abbia prodotto molti danni, ultimamente. Essendo stato usato in modo truffaldino, s'intende, ma ha provocato danni. Ci sono state persone molto logiche, pacate, razionali, forti di numeri e coerenze, che hanno fatto male alle persone, alla maggior parte delle persone.
Da noi, in Italia, questa fredda razionalità tecnica ha avuto anche un simbolo incarnato: Mario Monti. Per capirci. Ora c'è mezzo pianeta in rivolta contro i suoi Mario Monti. C'è mezzo mondo che ha imparato a diffidare di quella razionalità lì. Di quella tecnocrazia lì: che dietro i ragionamenti e i numeri, dietro la preparazione tecnica, nascondeva - mi si perdoni - un gigantesco cetriolo. E adesso, per reazione, si cerca chi non parla per ragionamenti e numeri, ma per flussi emotivi incoerenti. Questi ultimi sembrano più "veri", appunto.
Ecco perché sarà molto, molto dura per la signora Clinton. Difficile immaginare persona più freddamente logica. E più pateticamente a disagio quando tenta di comunicare emozioni.
Questa la situazione, oggi. Non solo in America. Pensate a Farage o agli altri leader pro Brexit. E così via, in quasi tutta Europa.
A tutto questo è stato dato il nome di "populismo", termine tanto abusato e strattonato che già non se ne può più. Personalmente, credo piuttosto che il problema affondi le sue radici e le sue cause proprio nella grande truffa di chi ha ridotto il ceto medio in semipovertà e in angoscia di futuro - per il vantaggio di pochissimi - proprio usando i "ragionamenti", la tecnica, i propri raffinati studi economici e la propria pacata allure istituzionale.
Sono loro, che hanno armato la bocca di Trump e dei Trump, sono loro che ne stanno riempendo le urne. Loro, i truffatori della razionalità, gli abusatori della razionalità, che ci hanno gettato nell'era in cui vince il flusso emotivo incoerente e quelli che meglio lo interpretano.
Ci vorrà tempo, per liberarci dei primi come dei secondi, certo.
Ma soprattutto non ci liberemo dei secondi senza esserci liberati dai primi, che li causano.
Fonte: L'Espresso - blog Piovono Rane
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