di Rita Plantera
Venerdì nero per l’African National Congress (Anc) che per la prima volta dalla fine dell’apartheid ha subito la sua più grande sconfitta elettorale – nelle amministrative – a favore del maggior partito d’opposizione della Democratic Alliance (Da), notoriamente il partito dei bianchi. Con il 96% dei voti scrutinati la Da (che con l’elezione lo scorso anno di Mmusi Maimane primo leader nero ha voluto scrollarsi di dosso tale immagine) si prepara a formare amministrazioni di coalizione con l’Anc e con l’Economic Freedom Fighters (Eff) di estrema sinistra di Julius Malema nella capitale Pretoria e a Johannesburg (in entrambe le città mentre scriviamo c’è un testa a testa tra Anc e Da) nonché a Nelson Mandela Bay (Port Elizabeth) dove, in quest’ultima, i Da hanno guadagnato il 47% contro il 41% di Anc.
Dopo due decenni di potere incontrastato dell’Anc che ha instaurato un sistema politico a partito unico, il Sudafrica si avvia dunque verso una politica di coalizione in città chiave quali Porth Elizabeth, Johannesburg e Pretoria. Un cambiamento di respiro epocale per un paese dove i neri costituiscono circa l’80% su una popolazione di oltre 50 milioni di abitanti e che dal 1994 ha costruito la sua identità politica sulla liberazione e negazione delle politiche del regime di segregazione razziale. Ma dove ancora il potere economico in termini di proprietà di terreni e aziende rimane nelle mani dei bianchi che rappresentano circa l’8% della popolazione.
Significativo e imbarazzante risulta lo strappo di Porth Elizabeth, roccaforte di Anc e della sua popolarità, oltreché città simbolo della lotta all’apartheid. Da queste elezioni insieme alla Da emerge come partito «forte», il giovane Eff di Malema che si sta confermando un importante bacino di confluenza di quegli elettori di Anc delle aree meno abbienti che soffrono ancora la mancanza di servizi di base come l’elettricità e vivono di salari minimi o di sussidi statali.
Infatti l’Eff che secondo i primi risultati sarebbe all’8% a livello nazionale e si dice a favore di una redistribuzione della ricchezza attraverso la nazionalizzazione delle miniere e delle banche si sta rivelando l’ago della bilancia nella disputa tra l’Anc e la Da in città strategiche come Pretoria e Johannesburg.
Fonte: il manifesto
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