di Paolo Ferrero
Come previsto e ampiamente denunciato dal vasto e composto movimento che ha criticato alle radici la Mala scuola di Renzi-Giannini durante il blitz parlamentare che la ha imposta con il voto di fiducia e ne ha proposto la abrogazione tramite referendum delle parti dirimenti, ora, nella fase attuativa della mobilità interprovinciale di docenti e personale ausiliario e di segreteria diventa ancora più evidente la natura perversa di questa controriforma: un algoritmo che non rispetta procedure di trasferimento concordate e consolidate e di fatto “deporta ” migliaia di uomini e di donne docenti da un capo all’altro della penisola ;avevano promesso la fine del precariato, ora precari diventano anche i docenti entrati in ruolo con la Mala Scuola.
Sedi precarie e lontane, stipendi bassi e bloccati, tutti obbligati a fare domanda pena il depennamento. Nessuna continuità didattica per le classi. Il problema non è l’algoritmo ma questa controriforma che aziendalizza la scuola e la formazione, ne precarizza il lavoro bloccando la funzione che la Costituzione attribuisce alla scuola statale : rimuovere la disuguaglianza (art. 3 )e formare uomini e donne liberi e coscienti. Renzi, Giannini e Faraone vanno fermati: incompetenti, cinici e raccontafrottole.
Siamo solidali con i docenti e i lavoratori della scuola che protestano e appoggeremo tutte le iniziative di lotta e sul piano giuridico per fermare questo scempio, per bloccare la chiamata diretta dei presidi, per far rifare le procedure di mobilità che non ledano la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola, che la fanno ancora funzionare come scuola della Repubblica, malgrado Renzi e il suo governo. Dopo un simile disastro che mette in forse l’avvio del prossimo anno scolastico è ora che Giannini si dimetta.
Fonte: Rifondazione Comunista
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