di Giovanni Russo Spena e Maurizio Acerbo
Ci associamo al ricordo e all’omaggio che Stefano Anastasia e Patrizio Gonnella hanno reso sul Manifesto a Sandro Margara. Come giustamente ricordato e’ stato il più grande difensore dei diritti dei detenuti italiani, non astrattamente ma nella aspra e faticosa pratica quotidiana di magistrato e di capo dell’amministrazione penitenziaria. È’ stato un maestro la cui lezione e il cui esempio rimarranno un punto di riferimento per chi si batte per una società più giusta e umana. La pena non può e non deve essere vendetta, il carcere non deve essere luogo di mortificazione dei diritti e della dignità della persona.
Con amarezza ripensiamo alla tristissima vicenda che lo vide pugnalato alle spalle proprio da un governo di centrosinistra che avrebbe dovuto essergli amico.
Con amarezza ripensiamo alla tristissima vicenda che lo vide pugnalato alle spalle proprio da un governo di centrosinistra che avrebbe dovuto essergli amico.
È stato un grande maestro anche per le comuniste e i comunisti garantisti e libertari. Ci ha fatto comprendere che l’orizzonte rieducativo della pena deve diventare – e non lo e’ ancora – un asse strategico per tutte le sinistre e dovrebbero esserlo anche per le nuove soggettivita’ che cercano di interpretare e dare voce al l’indignazione dei cittadini. Gli dobbiamo moltissimo. Non ne dimenticheremo l’insegnamento e la bonomia.
Parafrasando Voltaire vien da dire che dallo stato delle carceri si vede il grado di civiltà anche della sinistra. Da comunisti libertari lo ricordiamo con infinita riconoscenza.
Fonte: Il manifesto
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