di Roberta Fantozzi
Abbiamo portato la nostra solidarietà al presidio organizzato da USB davanti al Ministero del Lavoro per l’uccisione di Abdesselem El Danaf. Le mobilitazioni continueranno nei prossimi giorni, a partire dallo sciopero di due ore indetto per domani a fine turno nel settore privato, alle iniziative nei diversi territori, alla manifestazione nazionale di sabato a Piacenza. Quello che è accaduto è terribile e gravissimo. Un operaio, immigrato, padre di cinque figli è stato ucciso mentre lottava per i propri diritti e per i diritti dei propri compagni di lavoro: lui stabilizzato si batteva per le assunzioni dei lavoratori precari, migranti o autoctoni che fossero.
Sono gravi ed inaccettabili le dichiarazioni della Procura della Repubblica che ha già dichiarato chiuso il caso, incurante delle testimonianze di molti lavoratori come dei materiali video girati durante la serata di ieri, derubricandolo ad un incidente stradale.
Quello che è certo è che la logistica è un settore che vede uno sfruttamento estremo delle lavoratrici e dei lavoratori, imprigionati nella catena di appalti e subappalti, di false cooperative, con condizioni inaccettabili per salari, livelli di precarietà, tutela della salute e garanzie dei diritti minimi. Un settore in cui sono presenti tantissimi lavoratori immigrati, ed in cui il ricatto nel rapporto di lavoro si somma a quello della perdita del permesso di soggiorno.
E’ però anche un settore centrale nella ristrutturazione dei processi produttivi: se le merci si possono produrre altrove con il ricatto delle delocalizzazioni, poi vanno trasportate nei mercati di sbocco. Ed è anche a partire da questa centralità che in questi anni è cominciato un ciclo di lotte, resistenze, rivendicazioni che hanno visto ovunque un protagonismo fortissimo proprio dei lavoratori migranti. Le lotte di cui è stato protagonista Abdesselem El Danaf.
Saremo a Piacenza sabato per dire che non è accettabile morire nel 2016 in Italia mentre si cerca di far valere diritti elementari, per ribadire che il Jobs Act, la cancellazione dell’articolo 18, l’attacco al diritto di sciopero e tutto l’armamentario delle politiche neoliberiste ci vogliono riportare ad una condizione di barbarie. Crediamo che la partecipazione allo sciopero e alla manifestazione debba essere la più forte ed ampia possibile, che debba vedere la presenza delle diverse forze sociali, sindacali, politiche.
Per la sicurezza, i diritti, la dignità del lavoro e della vita, per cui si è battuto Abdesselem El Danaf.
Fonte: Rifondazione Comunista
Fonte: Rifondazione Comunista
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.