di Giulio AF Buratti
La migliore indignazione è la lotta e la migliore solidarietà lo sciopero: a Piacenza oggi è il giorno del corteo di sdegno per l’omicidio di Abd Elsalam Ahmed Eldanf e di solidarietà con la sua famiglia e i suoi compagni di lavoro. L’operaio egiziano di 53 anni, sindacalista di Usb, che ieri è stato travolto e ucciso da un tir guidato da un camionista italiano, probabilmente incitato da un uomo di fiducia del management aziendale. Tutto ciò mentre partecipava a un picchetto all’esterno della sede di Piacenza dellaGls. Era lì per difendere i diritti dei suoi compagni di lavoro.
Secondo Usb, «è in atto il tentativo di raccontare un’altra storia, completamente diversa dai fatti realmente accaduti. Il video (quello pubblicato da molte testate, ndr) non dimostra assolutamente nulla di quanto affermato dall’avvocato dell’investitore ed anzi conferma quanto dichiarato dalle testimonianze di moltissimi presenti. Il video, che riprende una visuale molto ristretta di tutta la zona, conferma che era in atto una protesta, lo dimostrano le tante persone con le bandiere che accorrono verso il camion nel momento in cui riparte, persone che non arrivano dall’interno del magazzino ma da fuori. Nel video in questione, il camion appare fermo e vicino a questo, alla sua sinistra, arriva un altro camion che si ferma. Si vedono ombre a terra di persone che, uscite dalla palazzina, si recano verso la cabina dalla parte del guidatore. Subito dopo lo stesso camion parte velocemente e subito dopo si ferma, evidentemente dopo l’impatto con il corpo del nostro compagno e dell’altro manifestante che è rimasto ferito. Contemporaneamente l’altro camion fa una rapida marcia indietro per togliersi dalla scena. Evidentemente non stava caricando, ma era in partenza ed era bloccato dal picchetto». Oggi gli avvocati dell’Usb nominati dalla famiglia saranno a Piacenza per avviare le indagini di parte.
Ma la procura della Repubblica di Piacenza punta sull’ipotesi della tragica fatalità, il camionista 43enne stava svoltando a destra e non si è accorto che l’operaio, per protesta, stava andando incontro al suo tir per fermarlo. Il capo della procura di Piacenza, Salvatore Cappelleri, spinge sulla tesi che fosse un gesto isolato quello dell’operaio: «In quel momento sappiamo per certo che non vi era alcun picchettaggio all’esterno della ditta. Nessuna manifestazione in atto. I lavoratori erano riuniti all’esterno in attesa di conoscere l’esito della trattativa in corso negli uffici». Il camionista, che ha trascorso la notte in questura a Piacenza insieme a numerosi testimoni, è stato rilasciato all’alba di giovedì. È indagato a piede libero per omicidio stradale. Smentito categoricamente anche dal pm Emilio Pisante, titolare dell’indagine, che un addetto all’ingresso abbia incitato il camionista a partire a tutti i costi.
Durante il corteo di solidarietà organizzato ieri pomeriggio a a Milano alcuni manifestanti con tute e caschetti da operaio e maschere di V per Vendetta hanno dato fuoco a una pila di pneumatici disposti in strada, in piazza Missori, e scritto frasi sui muri della Darsena. «Vendetta per Abd Elsalam»; «È stato ucciso un operaio che lottava. Gls assassina, polizia complice, Abd Elsalam vive»; «La mafia delle cooperative uccide. Sosteniamo la lotta dei facchini», alcune delle frasi comparse. Secondo l’Ansa, all’interno del corteo erano stati notati alcuni militanti del centro sociale il Cantiere, sospettati di essere gli autori di un’altra protesta avvenuta nel pomeriggio davanti alla sede milanese della Gls: una ventina di persone con maschere ritraenti Abd Elsalam Ahmed Eldanf hanno lanciato vernice di fronte all’ingresso dell’azienda di logistica, in via Verne. Anche il giorno prima, a Bologna, la polizia ha effettuato una breve carica alla Stazione.
A Piacenza, l’appuntamento è per le 14 nel piazzale della Stazione. Una manifestazione particolarmente monitorata dalla questura di Piacenza, dopo la serata di tensione che si è vissuta giovedì con il blocco della stazione e un corteo improvvisato.
«Non accetteremo indagini superficiali o sentenze preventive da parte di nessuno», riafferma Usb nella convocazione dell’iniziativa
Abd Elsalam è stato assassinato la notte del 14 settembre mentre manifestava con il proprio sindacato in difesa dell’occupazione e contro gli accordi non rispettati dall’azienda, mentre difendeva i diritti di tutti. E’ stato assassinato perché qualcuno ha deciso che il dio mercato debba prevalere su tutto, che il profitto sia l’unico elemento attraverso il quale valutare gli uomini e le donne che vivono e lavorano in questo Paese.
Noi non ci stiamo e continueremo a batterci contro le ingiustizie e per il rispetto della dignità di chi lavora, di chi il lavoro non lo trova e di chi lo perde in una crisi senza fine che viene pagata giorno dopo giorno, anche con la vita, dalle fasce più deboli della popolazione.
Per questo l’USB ha indetto per ieri uno sciopero di 24 ore nel settore della logistica ed oggi uno sciopero di due ore a fine turno di tutte le aziende private non soggette alla legge 146, al quale hanno dato la loro adesione anche RSU e lavoratori di altre organizzazioni sindacali. Innumerevoli le prese di posizione di organizzazioni sindacali nazionali ed internazionali contro l’omicidio di Abd Elsalam Ahmed Eldanf; innumerevoli le attestazioni di solidarietà pervenute ai familiari della vittima anche attraverso il nostro sindacato e decine di migliaia i commenti sui social network colmi di dolore e di rabbia.
Per sostenere le istanze del mondo del lavoro e difendere lo stato sociale è stato indetto per il 21 ottobre lo Sciopero Generale che sarà seguito, il giorno seguente da una grande Manifestazione Nazionale a Roma.
«Di fronte alla morte di un lavoratore le parole non bastano – ha detto ieri Eleonora Forenza, eurodeputata de L’Altra Europa–GUE/NGL – una persona è stata uccisa mentre era in corso un picchetto, una manifestazione sindacale: un episodio gravissimo da ogni punto di vista, che merita una risposta netta da parte del mondo del lavoro. Oggi siamo a Napoli, accanto ai cinque lavoratori licenziati dalla Fca per aver espresso la loro opinione. Attacco alla Costituzione e al lavoro procedono insieme. Di fronte a quello che sta accadendo dobbiamo tornare in piazza, tornare a dire no. Penso che tutti i sindacati, in testa la Cgil, dovrebbero indire lo sciopero generale per dire che in Italia non si può morire di lavoro, nè dentro nè fuori da nessuna fabbrica. Da parte mia rinnovo le condoglianze alla famiglia del lavoratore e la mia solidarietà all’Usb e ai lavoratori della logistica che continueranno certamente la lotta».
Fonte: popoffquotidiano.it
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