di Giorgio Fontana
L’articolo si occupa della nuova disciplina dei licenziamenti individuali introdotta in Italia con le riforme del lavoro del Governo Renzi. L’autore discute la costituzionalità delle nuove norme a partire da una ricostruzione storica della giurisprudenza della Corte costituzionale. LE conclusioni sono molto critiche sia per le ingiustificate differenze di trattamento create dalla nuova normativa che per la regressione di tutele e diritti interconnessi con i principi della prima parte della Costituzione.
SOMMARIO: 1. La riforma del lavoro e la Costituzione. Una discussione necessaria. 2. Tornando alle origini. Le prime decisioni della Consulta sui licenziamenti individuali: il recesso ad nutum. 3. Considerazioni a margine su alcune questioni attuali relative al sistema rimediale e alla discrezionalità legislativa. 4. Le differenze di trattamento nella giurisprudenza della Corte costituzionale: a) il problema del campo di applicazione (art. 11 l. n. 604/1966; art. 35 l. n. 300/1970); b) il problema delle categorie escluse. 5. Il regresso delle tutele: è solo questione di ragionevolezza. 6. Che valore ha l’uguaglianza per il legislatore italiano? 7. Conclusioni e brevi osservazioni sul (prossimo) referendum.
Fonte: costituzionalismo.it
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