di Giulio Cavalli
Complici Salvini e compagnia cantante (ma anche parecchi democratici e presunti uomini di sinistra) la questione meridionale tornerà ad essere un tema caldo della prossima campagna elettorale. Se è vero che Chicco Testa per commentare i risultati del referendum ha pensato bene di comporre un tweet in cui rivendicava i risultati del nord nei confronti del meridione sulle posizioni del sì al referendum, giocando ancora una volta sulla presunta superiorità morale e politica dei settentrionali rispetto ai meridionali, anche in occasione delle sfortunate uscite di Vincenzo De Luca (sul clientelismo come inevitabile modalità politica) qualche dirigente politico ha pensato bene di sminuire il tutto spiegandoci che lì da loro, da quelle parti, si fa così.
Il meridione come grumo di illegalità diffusa, insomma, è uno dei pregiudizi più comodi da servire quando serve.
Il meridione come grumo di illegalità diffusa, insomma, è uno dei pregiudizi più comodi da servire quando serve.
Due giorni fa l’ASTAT (che è l’acronimo dell’Istituto di Statistica della Provincia Autonoma di Bolzano) in occasione della giornata mondiale contro la corruzione (che è oggi) ha pubblicato un report sull’opinione degli altoatesini “sulla corruzione e su comportamenti che attengono al senso civico e che, più o meno direttamente, fungono da indicatori di legalità di un territorio.” Dice il rapporto che “il 60% degli altoatesini considera molto o abbastanza pericoloso denunciare fatti di corruzione”; che “un terzo degli altoatesini sarebbe disposto a pagare in nero parte o tutta la parcella di un professionista se quest’ultimo glielo chiedesse”; che “l’abbandono di rifiuti ingombranti è considerato tra i comportamenti più gravi (prima di concussione e corruzione); che il 30% degli altoatesini giustifica l’evasione fiscale; e che “oltre la metà degli altoatesini pensa che sia giusto farsi raccomandare per ottenere un posto di lavoro”.
Se leggete queste statistiche ai vostri amici o colleghi chiarendo che si parli di Valle D’Aosta vi capiterà di scorgere, in molti di loro, la stessa sorpresa sincopata che fu di molti lombardi nel momento in cui si accorsero delle mafie sotto casa o lo stesso imbambolamento che fu dell’Emilia Romagna che si scoprì in parte ‘ndranghetista: la presunzione d’immunità, nonostante la vorticosa circolazione di bufale e informazioni, è uno stupido pregiudizio ancora duro da scalfire. Settentrionalizzare la legalità, ad esempio, sarebbe un buon punto di programma per la prossima campagna elettorale: porta pochi clic e non so esattamente quanti voti. Ma farebbe bene alla cultura della legalità di questo Paese molto di più di testimonial, miti o figurine. Eccome.
Fonte: Left.it
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