di Francisco Dominguez
Un recente sondaggio, condotto da Hinterlaces, una famosa e solitamente affidabile agenzia venezuelana del settore, ha dimostrato che i venezuelani, con una sostanziale maggioranza, si oppongono alle soluzioni neoliberali per la crisi del loro paese. Il sondaggio è basato 1.200 interviste in tutto il paese tra l’11 e il 17 gennaio di quest’anno.
Il sondaggio ha un livello del 95% di precisione e un 2,7% di margine di errore.
L’agenzia Hinterlaces ha incentrato la sua attenzione su fondamentali (e difficili) problemi economici, allo scopo di conoscere l’umore dei venezuelani rispetto alla situazione politica interna. Questo è particolarmente rilevante dopo la schiacciante vittoria dell’opposizione di destra nelle elezioni per l’Assemblea Nazionale del 6 dicembre.
Il sondaggio indica che è stato principalmente il genuino scontento per l’economia,
gran parte del quale causato dai danni della “guerra economica” dell’opposizione, mirata a ridurre il sostegno a Nicolas Maduro, il fattore cruciale della sconfitta del governo a dicembre, non l’appoggio alle politiche neoliberali.
Il sondaggio dimostra che la maggioranza della popolazione (il 79%) è favorevole all’obiettivo del governo, cioè pianificazione economica e qualche impresa che lavori insieme all’interno di una struttura socialista onnicomprensiva. Non obiettano al fatto che il governo lavori con aziende multinazionali purché tali aziende non stabiliscano le regole del gioco.
Inoltre, una maggioranza di venezuelani appoggerebbe anche dure decisioni economiche, come l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli, dei medicinali, della benzina, e perfino la svalutazione della valuta.
I venezuelani si oppongono in maniera schiacciante (per quasi tre quarti ) alla privatizzazione della compagnia petrolifera statale PVDSA, (Petroleos de Venezuela, S.A. della compagnia statale per l’elettricità Corpoelect e della compagnia statale di telecomunicazioni, CanTV. Si dovrebbe dedurre che una schiacciante percentuale della popolazione del Venezuela sia contraria alla privatizzazione della sanità, dell’educazione, e di altri fondamentali servizi statali.
Questo è significativo, perché immediatamente dopo la vittoria elettorale dell’Opposizione, all’Assemblea Nazionale, i leader fondamentali sia del mondo imprenditoriale che dei partiti della Destra hanno annunciato la loro intenzione di estendere le privatizzazioni.
Fedecamaras, l’equivalente venezuelano del CBI ha perfino chiesto l’abolizione della Legge sul lavoro. Questa è la punta dell’iceberg di tutto il programma della Destra venezuelana.
Tuttavia il sondaggio non misura completamente le opinioni riguardo alle politiche economiche totali della destra venezuelana perché il suo programma economico è il suo segreto meglio mantenuto. Durante la campagna elettorale che ha portato alle elezioni del 6 dicembre, la destra ha cercato invece di sfruttare al meglio politicamente le enormi difficoltà che affrontava il governo a causa delle conseguenze della guerra economica. Henry Ramos Allup, ora presidente dell’Assemblea Nazionale, ha perfino promesso di eliminare le file, ma non ha mai detto in che modo lo otterrebbe.
Fin da dicembre, Allup ha anche promesso di liberarsi del governo di Maduro in 6 mesi. Ha cercato per 17 anni di rimuovere il governo e pensa che la cosa non sia stata mai così alla sua portata.
E’, perciò, nell’interesse della destra, compresi gli Stati Uniti, che falliscano i piani di Maduro di andare verso un’economia produttiva. E quindi il decreto di Maduro che dichiara che lo stato è in una situazione di emergenza ha avuto l’opposizione della maggioranza di destra nell’Assemblea Nazionale.
E così, mentre la destra cerca di creare una crisi istituzionale che porti alla paralisi, il governo e la gente in tutta la nazione si stanno mobilitando allo scopo di passare dall’economia del Venezuela basata sulle entrate del petrolio, a un’economia produttiva.
A questo fine, Maduro sta cercando di orientare di nuovo la politica economica verso lo sviluppo di nove aree: petrolio, prodotti petrolchimici, agricoltura e produzione alimentare, telecomunicazioni e IT, apporti per l’edilizia e i lavori pubblici, produzione di beni di consumo di investimento da parte delle forze armate, turismo e industria manifatturiera. L’intenzione dichiarata è di ridurre drasticamente la dipendenza del paese dal petrolio e di ridurre il più possibile l’importazione sia dei beni industriali che di quelli agricoli, sforzandosi di produrli nel paese.
Maduro vuole che il paese sia in grado di ottenere valuta forte creando nuove esportazioni diversificate. Questo è davvero un compito arduo ma può essere possibile dato che il Venezuela ha il potenziale per sviluppare tutte e nove le aree. E’ anche urgente, a causa del quasi totale crollo dei prezzi del petrolio.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale : Morning Star
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0
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