di don Paolo Farinella
La sentenza 105/2001 della Corte Costituzionale Italiana ha sancito che «I diritti che la Costituzione proclama inviolabili spettano ai singoli non in quanto partecipi di una determinata comunità politica, ma in quanto esseri umani». Questa affermazione si fonda sull’art. 2 della Costituzione: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo».
Le discussioni vacue del Consiglio d’Europa del 9 Marzo 2016, il mercanteggiamento con la Turchia che vuole fare cassa sulla miseria di milioni di esseri umani, la chiusura dei confini dei singoli Stati e l’impedimento ai migranti di muoversi liberamente sono basati sulla discriminante tra «noi» e «loro»: tra «cittadini di uno Stato» e «Stranieri», con prevalenza dei primi sui secondi, se mai quest’ultimi hanno udienza.
La Costituzione Italiana – finché vive com’è – riconosce e garantisce i «diritti dell’uomo» in senso universale e non del solo «cittadino» in senso locale. La Corte Costituzionale conferma e chiarisce che i diritti sono inviolabili perché riferiti alle persone «in quanto esseri umani», indipendentemente dalla provenienza, dalla cultura, dallo status momentaneo, dalla religione, dal sesso o da qualsiasi altra qualifica (cf Cost. Ital. art. 3 §1). Su questo punto si gioca non solo la nostra civiltà, ma anche la nostra sussistenza e sopravvivenza.
Sul piano giuridico, non riconoscere «il Diritto» a una sola persona che ne abbia titolo in quanto «essere umano», significa negarlo all’umanità intera e se lo nega uno Stato, esso perde non solo credibilità, ma anche dignità e legittimità perché il diritto «dell’uomo in quanto essere umano» precede e fonda la legittimazione di qualsiasi Stato che esiste per «riconoscere – non concedere – e tutelare/proteggere» quel diritto.
La distanza tra questo modo di agire e le leggi razziali in difesa della purezza della razza ariana è breve perché se «i cittadini» devono venire prima degli altri esseri umani che possono essere trattati come bestie e rifiutati come spazzatura, abbandonati al freddo, senza cure, senza cibo e senza dignità, compresi bambini di mesi tre, oppure di uno, due, cinque, dieci anni, non ci distingue dal nazifascismo che allestiva i campi di concentramento per eliminare con scienza e coscienza le persone ritenute negli interessi di uno Stato, inferiori, non soggetti di diritto. Pensavamo che la liberalizzazione daziale delle merci fosse la conseguenza della pacifica acquisizione del principio di uguaglianza tra tutti i cittadini e le cittadine del mondo, in quanto persone e persone umane.
Ci sbagliavamo. Le merci possono viaggiare e attraversare confini liberamente, anzi per farle arrivare prima, si preparano alte velocità apposite (TAV), distruggendo territorio e bellezze naturali, svegliando amianto sotto le montagne; le merci hanno un «valore», mentre le persone sono oggetto di discussione mercantile: l’Europa è disposta a dare tre miliardi di euro alla Turchia purché si tenga i migranti, non importa come, e impedisca che arrivino sul proprio sacro suolo. La Turchia sa che con i migranti si possono fare affari e alza la posta, chiedendo il doppio, sei miliardi, e qua la mano, amici più di prima. Il sistema di «Mafia-Capitale» diventa «Mafia-Turco-Europa»: «con i migranti si fanno più soldi che con la droga e le prostitute».
Verrà un giorno in cui i posteri si chiederanno come mai l’Europa, madre di civiltà, sia morta con ignominia e disprezzo; allora, le future generazioni, senza nemmeno tergere una lacrima furtiva, diranno che è morta all’inizio del II Millennio, quando ha cominciato a fare discriminazione tra persone, tra cittadini propri e stranieri di altre nazioni, smarrendo così il fondamento per cui era nata nel pensiero di uomini e donne che la immaginarono come Unione di Stati con lo sguardo al mondo e con la forza del Diritto. L’Europa, già moribonda di suo perché vecchia e decrepita, è morta del tutto perché, priva di lungimiranza e di visione politica, non ha saputo cogliere il nuovo mondo di cui ha avuto paura, chiudendosi e isolandosi dietro una montagna di muri e fili spinati. È morta in un ghetto, da sola. Nessuno la piange.
Secondo l’Istat, nel 2015 sono nati 488 mila bambini, cioè 15 mila in meno rispetto al 2014; nella sola Genova mancano 1500 bambini per cui nell’anno scolastico 2016-2017, il Comune dovrà chiudere asili nido, scuole materne ed elementari con il conseguente problema dei posti di lavoro di maestri e insegnanti. Fino ad oggi l’equilibrio è stato garantito dagli immigrati. Di fronte a questi dati drammatici e di morte, l’Europa gioca.
In Italia, il Pd di Renzi, il riformatore (una riforma a settimana), il rottamatore, l’usurpatore (mai eletto), il guitto, il narciso, il bullo senza cultura democratica, ha seppellito definitivamente la democrazia e si appresta – almeno ci prova – a seppellire la Costituzione. Noi non glielo permetteremo.
Le primarie che erano uno strumento di democrazia per selezionare i candidati sono state infangate e vilipese da Renzi e dai suoi giovani renzisti senza vergogna e senza pudore, seppellendosi. Hanno inquinato e falsificato i voti e, scoperto il delitto, lo giustificano pur di sostenere il proprio candidato o candidata, uccidendo un metodo democratico e se stessi. Alle primarie che elesse Romano Prodi votarono 3 milioni e ottocento mila elettori; per Ignazio Marino cento mila, per Giachetti (a Roma) poco più di quarantamila, per Valente a Napoli appena qualche migliaio e per giunta portati da ex di FI, da camorristi (sono sinonimi), con denaro distribuito per aumentare i votanti. Il PD si delegittima, rinnegando la propria storia e i propri principi. Che scompaia con tutti i Filistei che lo sorreggono.
Non ci resta che il referendum costituzionale nel quale saremo impegnati per confortare l’Etruria Boschi Maria Elena che, preoccupata, ha detto: «Il fronte del no è autorevole». Sì, signora, siamo autorevoli perché disinteressati e vogliamo essere la ragione della sua preoccupazione. Si rassegni, signora Etruria-Elena!
Fonte: MicroMega online
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