di Laura Nanni
Sotiris Martalis, del sindacato ADEDY e direzione nazionale UP Grecia
Annuncia lo sciopero generale programmato in Grecia per la sera stessa dell’8 maggio, contro il III Memorandum. Spiega che prevede due tagli ulteriori che si vogliono apportare con due leggi: Una riguarda il taglio delle pensioni di povertà per la XIII volta, con riduzioni di 193 euro al mese, per arrivare a 345 euro in tutto, la più bassa. I nuovi pensionati avranno una riduzione del 30% che toccherà anche agli altri nel 2018.
La seconda riguarda l’aumento dell’IVA del 24%, su beni come il carburante etc. Tassazioni anche su stipendi al di sopra dei 700 euro. Ci informa che dei prestiti concessi dalla Trojka, solo il 5% è arrivato allo stato, il resto è stato usato per il salvataggio delle banche. Lo stesso governo ha chiamato in aiuto Frontex (è previsto che l’agenzia intervenga su richiesta specifica degli stati) per la chiusura degli spazi di transi to dei migranti.
Il movimento dei lavoratori continua la sua lotta, resiste. Perché Syriza ha tradito?
Sono 3 le questioni che Sotiris espone come motivazioni.
Prima questione: la maggioranza si è spostata su un “atteggiamento realistico”, il piano A, dimenticando le posizioni originali, pensando e dicendo che sarebbe potuta arrivare ad un compromesso onorevole restando nell’Eurozona. Quando poi abbiamo visto, ha ceduto, accettando ogni cosa.
Seconda questione: la leadership di Syriza ha continuato la sua azione sostituendo i soggetti dell’opposizioni interna. Nel luglio del 2015, di fronte alle proposte avanzate dalla Trojka, 109 deputati su 201 hanno protestato non ascoltati! Questo è un problema di democrazia interna, nel partito.
Terza questione: è stata presa la decisione di allargare il consenso, stringendo relazioni con altri soggetti (commercianti, contadini, ad es.) socialdemocratici. Anche con ministri socialdemocratici.
La piattaforma di sinistra di Syriza, Unità Popolare, raggiungendo solo il 2,85% non è entrata in parlamento, ma sta lavorando, in giugno ci sarà un congresso fondativo. L’U.P. ha finora organizzato 130 manifestazioni, la sua forza è nei sindacati. La lotta contro l’austerità, passa per l’uscita dall’euro, afferma con forza, alleandosi con chi è fuori.
Le alleanze vanno fatte sugli interessi di classe, non su quelli economici. Come si può arrivare ad un governo di sinistra, quale il programma di transizione verso il socialismo?
Bisogna coordinare le lotte a livello europeo.
Ilaria Fortunato, studentessa università di Poitiers
Parla della Nuit Debout, su cui tutti i media tacciono. Contro la legge sul lavoro, si organizzano mobilitazioni, occupazioni, dibattiti, anche all’Università.
Si fa una vita di comunità, in cui ci si unisce per lottare e per essere solidali. L’esperienza si diffonde a macchia d’olio, diventa una occasione di formazione, le biblioteche e i cinema danno accessi gratuiti. CI sono delle commissioni organizzative che si sono formate per gestire le varie piazze. Insieme, tanti movimenti diversi, il femminismo ha una parte importante. Un movimento ricco di rivendicazioni, il popolo è contro un governo anti-sociale..
È antifascista, è per le energie rinnovabili, è contro il capitalismo finanziario. I giovani e i salariati si sono uniti e dimostrano insieme, conducendo un movimento che si diffonde in Europa.
Yago Alvarez Barba, economista della Plataforma de la Auditoría Ciudadana de la Deuda
Il problema dell’austerità coinvolge tutto il sud Europa. In tutta la Spagna sono nati, partendo dal basso, dai municipi 50 gruppi.
C’è una pagina Web dalla quale si possono attingere fonti informative:www.auditoriacidadana.net, perché è necessario comprendere la questione del debito. È necessario che le informazioni si diffondano perché ci sia consapevolezza. Nei municipi si opera sui bilanci, si controllano i conti e ci si confronta con i politici, con gli amministratori.
Bisogna recuperare la sovranità popolare per avere una giustizia sociale.
Miguel Urban, eurodeputato di Podemos
“Si possono fare colpi di stato senza usare i carri armati, con le banche”.
Il problema è questa Unione europea. Non è vero che c’è solo un piano possibile, le alternative ci sono. In Europa con le leggi antiterrorismo ora c’è un Totalitarismo europeo, che provoca quello che sta succedendo ai migranti: morti ed emarginazioni.
Ya Basta, veder morire nei campi i rifugiati. No in nostro nome!
Alle frontiere, è l’auto-organizzazione popolare che accoglie e assiste i migranti. L’ho visto, facendo un giro per le frontiere.
Quando è caduto il muro di Berlino? Ora l’Europa sta costruendo altri muri. Tra la Serbia e la Croazia i rifugiati dormano in mezzo ai rifiuti, a -5 gradi! Ci sono 20 attivisti della repubblica Ceca e Slovacca che hanno tenuto in piedi l’accampamento. Ma la solidarietà ha un limite, non può durare per sempre, deve diventare diritto.
In Spagna si stanno realizzando delle città rifugio, nel 25% dei municipi. Ripubblicizzazione delle risorse, secondo il motto zapatista: per tutti tutto, per noi niente.
Bisogna far politica, in Spagna c’è un’occasione ora, ora che stanno governando i maggiordomi dell’oligarchia. Bisogna fare politica e governare, questa è la risposta.
Marina Albiol, eurodeputata di Izquierda Unida
Ogni migrante che muore, è una persona della nostra classe che muore. La destra alimenta razzismo e metterà i poveri contro i poveri. Dobbiamo recuperare l’unità della classe operaia. Scendiamo insieme in piazza per dire No alla politica di un’Europa che bombarda, che risponde coi fili spinati. L’accordo con la Turchia per la gestione dei migranti, è stato vergognoso e quali sono i ministri e capi di governo che hanno firmato? C’erano anche Renzi e Hollande.
L’Europa che è diventata un dispositivo di furto, che ruba ai poveri per dare ai ricchi, al servizio dei potenti e dei mercati finanziari. La crisi ha messo in evidenza l’incapacità dell’UE di rispondere ai popoli. Così non c’è futuro per la nostra classe. Anche il TTIP va in questa direzione. È una questione di politica economica, non di moneta. Il futuro dei lavoratori è fuori dal Capitalismo! Dobbiamo combattere per un’Europa socialista, quella della Comune di Parigi e dei Partigiani. Le risorse e i servizi fondamentali devono essere controllati pubblicamente. La mobilitazione inizia dal basso per agire insieme.
In Spagna l’unione può riuscire a governare IU+Podemos, consente di governare. È la strada per battere la socialdemocrazia. Si può fare anche a livello europeo, internazionalismo della classe lavoratrice per costruire un’alternativa alla destra e al fascismo.
In seguito è intervenuto Philippe Poutou, sindacalista CGT operaio Ford Francia e del NPA che illustra le lotte nelle grandi aziende e parla del movimento, la Nuit Debout, che rischia di disperdersi. C’è bisogno che tutti i lavoratori, gli studenti, riprendano la loro consapevolezza politica e si auto-organizzino.
Questi, in sintesi gli interventi degli ospiti europei.
Fonte: La Città futura
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