La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 13 maggio 2016

Un rapporto di giuristi documenta il massacro di curdi a Cizre

Questo studio è stato redatto come un report per presentare una prospettiva aggiornata e generale per il pubblico sulle violazioni dei diritti umani che si sono verificati a Cizre, Turchia, dal 14 dicembre 2015. In questo rapporto preliminare, abbiamo incluso solo alcuni gruppi (donne, bambini) e i riferimenti a un numero limitato di casi che esemplificano la natura e la specificità degli incidenti.
Successivamente al 2 marzo 2016, quando fu permesso di entrare a Cizre, gli avvocati dell’Associazione avvocati libertari (ÖHD), l’Associazione degli avvocati della Mesopotamia (MHD), Asrın Law Firm (AHB) e la Foundation for society and legal studies (TOHAV) hanno raggiunto Cizre per documentare le violazioni dei diritti umani di documento.
A Cizre ci sono stati tre periodi di coprifuoco fino alla data della presente relazione:
1) 4 settembre 2015 – 12 settembre 2015
2) 14 dicembre 2016 – 2 marzo 2016
3) 2 marzo 2016 – presente
A Cizre, il primo coprifuoco è partito “ufficialmente” il 4 settembre 2015 alle ore 20.00 ed è terminato il 12 settembre 2015 alle ore 7.00. Due mesi dopo, il 14 dicembre 2015 il nuovo coprifuoco è proseguito per 79 giorni. Solo il 2 marzo è stato tolto il coprifuoco durante il giorno ma imposto fino al 28 marzo 2016 tra le 19.30 e le 05.00 e dopo il 28 marzo 2016 tra le 21.30 e le 04.30.; anche se ufficialmente per lo stato le operazioni sono cessate l’11 febbraio 2016. In questo rapporto, sono presentate le valutazioni riguardanti il coprifuoco iniziato il 14 dicembre 2015.
Alcune statistiche delle interviste su cui si basa il nostro rapporto
Numero degli intervistati delle case/famiglie: 376
Quartieri di provenienza degli intervistati: Başta Cudi, Yafes, Nur, Sur, Dicle, Dağkapı, Alibey, Konak, Kale, Şah
Numero di intervistati sui casi di (presunta) morte nelle case: 143
Numero di intervistati per i casi di persone scomparse: 6
Numero di intervistati per i feriti nelle case: numerosi e indefiniti
Tra il 26 marzo e il 14 dicembre 2015. 2016:
* 122 persone sono stati sepolte in Cizre, * 42 persone sono state spostate nei cimiteri di altre città e là sepolti.
* Un totale di 83 corpi, sono stati sepolti nel cimitero ma non reclamati: 5 in Malatya, 5 a Mardin, 8 a Urfa, 6 in Antep, 10 in Şırnak, 12 a Cizre e 37 a Silopi.
* 178 corpi prelevati dai sotterranei sono stati inviati ad altre città. È stato rilevato che sono stati bruciati più di 150 corpi.
HEDİYE ŞEN; UNA DONNA
Due giorni dopo il secondo periodo di coprifuoco, il 16 dicembre 2015, avviene la prima morte di un civile verificatasi a causa dei colpi sparati dalle forze di sicurezza: Mahmut Şen, marito di Hediye Şen che è stato colpita più volte e in più posizioni, mentre stava andando nel bagno posto in giardino; l’uomo cerca di parlare a questo proposito:
“Dal momento che è stato imposto il coprifuoco, i veicoli corazzati (tipo Cobra) sono stati posizionati vicino alla tomba di Sadık Caferi che sta davanti alla nostra casa. Li potevamo vedere chiaramente e anche loro hanno potuto vederci chiaramente. La distanza tra noi e loro era di circa 100-150 metri. Intorno alle 18.30, mia moglie è andata fuori per usare il bagno, quando ha urlato, io sono subito corso fuori. Credo che l’elettricità sia andata via nel momento in cui hanno sparato a mia moglie. L’avevano colpita 8 proiettili, 6 pallottole al viso e al collo, 1 alla spalla, un altro al suo stomaco. Ho immediatamente chiamato il 155 (polizia) 112(hospital). 112 mi ha detto di andare in una posto a 3 km di distanza. Ho chiamato il 155 e detto loro non c’erano scontri e trincee dove vivo e che potevano venire. Ho chiamato il 155 tre volte. Nessuno è venuto. Mezz’ora più tardi mia moglie è morta dissanguata. “.
DONNE
Quello che abbiamo capito dalle testimonianze e dalle dichiarazioni delle donne è che i problemi delle donne sono stati principalmente: le donne incinte non potevano essere controllate regolarmente. Alcune donne hanno avute nascite premature. La maggior parte di queste sono avvenute nelle case dove non era presente alcun presidio medico. Alcuni dei bambini sono nati morti. È stato segnalato che un bambino è stato ucciso con sua madre mentre era ancora nella pancia. Durante il coprifuoco, come risultato del contesto traumatico creato dal conflitto, c’è stato un grave aumento dei tassi di aborto spontaneo. Le foto delle donne morte e spogliate sono state condivise da un account di social media chiamato JITEM. Allo stesso modo, si è anche osservato che c’erano delle scritte sessiste e razziste sui cadaveri delle donne. È stato osservato che alcuni seni sono stati tagliati. Gli occhi di una ragazza di 15 anni erano stati scavati, il suo corpo è stato smembrato e anche dopo che era morta il suo corpo è stato torturato e bruciato. Il corpo di un’altra donna trovato dalla sua famiglia era diviso in quattro pezzi e la testa era mancante.
BAMBINI
Sono stati rilevati dai feti uccisi dalle pallottole nel grembo materno, a quelli uccisi tra le braccia delle loro madri, al numero di bambini assassinati di tutte le età. A Miray hanno sparato mentre era tra le braccia di sua madre erano assieme nel sotterraneo. Mentre era ferita, la famiglia ha chiamato il 155 e chiesto aiuto. La risposta che hanno ricevuto è stata di prendere un pezzo di panno da utilizzarlo come una bandiera bianca e andare a piedi a İpek. Quando suo nonno e sua madre hanno cercanto di portarla dove gli era stato detti, sono stati falcidiati sulla strada con armi da fuoco. Miray è morta. La madre e il nonno sono stati portati all’ospedale feriti, il nonno è morto in ospedale mentre la madre è rimasta paralizzata. La sepoltura di Miray non è stata consentita per 27 giorni. Poiché non c’era posto nella camera mortuaria, è stata preservata su un altro corpo. La famiglia era testimone quando è stata identificata come “terrorista”.
Durante il coprifuoco, i bambini non erano in grado di essere vaccinati. Molti bambini con malattie croniche sono stati privati del trattamento. A causa dei continui attacchi, i bambini nella regione ha iniziato a sviluppare disturbi psicologici. Nella regione dove si stavano usando armi pesanti, i bambini e molti altri individui hanno iniziato a svegliarsi piangendo nel mezzo della notte. È stato osservato che i bambini esprimono diffidenza grave e ansia per il futuro.
Molti bambini che non avevano la possibilità di studiare per gli esami, non potevano sostenere gli esami di ammissione all’università. Quelli che erano in grado di sostenerli non potevano farlo perché il luogo dell’esame era in città distanti e non erano in grado di viaggiare.
I bambini che sono stati esposti ogni giorno al rumore dei bombardamenti e ai colpi di artiglieria pesante, soprattutto i più giovani (0-5 anni), sono diventati aggressivi e spaventati anche quando sentono una voce forte.
L’ESERCIZIO ARBITRARIO DELL’AUTORITÀ RISCONTRATO DURANTE LA PERMANENZA A CIZRE
Tra il 14/12/2015 e il 02/03/2016 a nessuno tranne che le forze di sicurezza è stato permesso di entrare Cizre. In particolare, un gruppo di avvocati di ÖHD (LLA-libertarian Lawyers Association) e di MHD (MLA-Mesopotamia Lawyers Association) stavano facendo ricorso alla Corte suprema e alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) per conto dei loro clienti e volevano entrare Cizre per vedere i loro clienti e la condizione in cui versavano. Nonostante questo sono stati bloccati dalle forze di sicurezza il 6 febbraio 2016. Dal 2 febbraio 2016, gli ingressi a Cizre sono stati fortemente controllati. Chi vuole entrare Cizre era ed è ancora in attesa -a volte per ore nelle stazioni di ricerca e di controllo. Durante queste attese, tutti, compresi gli avvocati, sono soggetti al GBS [General Background Scan], senza chiedere il consenso. Durante il periodo oggetto di questo studio, il nostro team di avvocati è stata seguito da veicoli blindati e minacciato dalle forze di sicurezza vestite in abiti civili. Vorremmo sottolineare il fatto che questo incidente si è verificato durante un’indagine davanti a una casa dove c’era un’accusa di esecuzione.
SPOSTAMENTI FORZATI DI PATE DELLA POPOLAZIONE DI CIZRE MEDIANTE AZIONI QUALI BOMBARDAMENTI, DEMOLIZIONI E MINACCE, CHE HANNO PROVOCATO LA MANCANZA DI CIBO, ENERGIA ELETTRICA, ACQUA, RISCALDAMENTO E ALTRE NECESSITÀ PRIMARIE.
È stato osservato che durante il coprifuoco le persone sono state costrette a lasciare le loro case in vari modi. Secondo le informazioni ottenute dai cittadini di Cizre, case che erano ancora abitate sono state rastrellate da obici, cannoni e fuoco d’arma pesante più volte. Come osservato dai moduli di denuncia e dalle testimonianze che abbiamo ottenuto:
* Tutti coloro che vivono a Cizre sono stati minacciati dalle forze di sicurezza in virtù degli annunci in cui si comunicava che “tutti dovevano evacuare le loro case altrimenti non si ritenevano responsabili di ciò che sarebbe potuto accadere.”
* Analogamente, secondo una testimonianza, il 5 gennaio 2016 è cambiato il contenuto della minaccia: gli abitanti del rispettivo quartiere sono stati minacciati da annunci che ammonivano che se non uscivano dalle loro case, sarebbero stati “sterminati” con armi chimiche. Durante questo periodo la minaccia dell’uso di armi chimiche è stato usara violentemente e frequentemente, molte persone che hanno vissuto nei quartieri dove le operazioni erano in corso lasciarono le loro case portando bandiere bianche, temendo la morte se gli attacchi alle loro case si fossero intensificati.
* Testimoni indicano che, durante il coprifuoco, i quartieri dove vivono i civili sono stati colpiti dai carri armati e dagli obici che erano situati nelle colline di Cizre. Quasi tutte le case di Cizre erano danneggiate dai cannoni; alcune parti delle case sono state demolite da obici e alcune sono state ampiamente bruciate. Da uno studio sulla valutazione dei danni realizzato dall’Unione regionale delle municipalità dell’Anatolia Sudorientale, sappiamo che: 10.000 case e uffici sono stati danneggiati, tra cui 1.200 sono fortemente danneggiati. È stato osservato che la completa distruzione degli spazi abitativi, aveva come obbiettivo il rendere impossibile ogni eventuale ritorno.
* Alcune case e proprietà in Cizre sono state danneggiate dalle forze di sicurezza, che le avevano usate come quartier generale. Fatto ancora più determinante, queste case sono state lasciate in una condizione invivibile: la maggior parte delle case che sono stata utilizzate come quartier generale, sono situate in posizione strategica sulle colline di Cizre e da lì si ha una visuale di tutta la provincia. In primo luogo alcune di queste case sono stati esposte a colpi di pistola e obice per costringere le famiglia ad abbandonarle; dopo di che le forze di sicurezza si sono state posizionate all’interno, usandole come quartier generale. In altri casi, le forze di sicurezza hanno usato le case come quartier generale anche con i componenti della famiglia ancora presenti, costringendoli a diventare ostaggi. Allo stesso modo è stato osservato che anche le scuole e gli ospedali sono stati utilizzati come quartier generale dalle forze di sicurezza.
Il resto della popolazione che ha vissuto a Cizre soffriva di una grave mancanza di cibo e liquidi fino al 2 marzo 2016. La carenza di cibo nella provincia continua tuttora.
I serbatoi dell’acqua sui tetti e i motori dei condizionatori d’aria situato all’esterno le case erano presi di mira e danneggiati dalle forze di sicurezza così spesso che rimane la netta impressione che siano stati colpiti e danneggiati di proposito.
Acqua ed elettricità erano state completamente tagliate. I residenti che uscivano per utilizzare i vecchi pozzi al fine di ottenere un po’ acqua sono stati presi di mira dai cecchini. Anche il personale mandato dal comune con il consenso informato del governatore distrettuale è stato comunque preso di mira dalle forze di sicurezza.
Alcuni intervistati hanno dichiarato che hanno cercato di sopravvivere al freddo durante il coprifuoco, poiché il fumo da loro stufe avrebbe potuto indurre le forze di sicurezza a mirare alle loro case.
Una testimonianza indica che durante il coprifuoco sono stati sospesi tutti i servizi pubblici e gli sforzi per ripristinarli da parte del comune sono stati puntualmente bloccati.
Tra il 14 dicembre 2015 e il 2 marzo 2016, le forze di sicurezza hanno fatto annunci discriminatori e di odio, insultando e minacciando, nonché facevano sui muri scritte come: “Armeno bastardi…”, “vi stermineremo tutti”, “Sarai testimone del potere dei turchi”…
È stato riferito veniva cantato l’Inno del Giannizzero ad alta voce dai mezzi e dai veicoli corazzati utilizzati dalle forze di sicurezza. È stato fatto presente che questo tipo di inni per la gente del posto si distinguono per il razzismo e il militarismo, creando così un effetto traumatico.
NEGATO L’ACCESSO AI SERVIZI MEDICI
Abbiamo dedotto dalle testimonianze dei residenti locali, che durante il coprifuoco non era possibile un effettivo accesso ai servizi medici:
Quando i residenti che avevano bisogno di servizi medici a causa di vari disturbi (insufficienza renale, malattia di cuore ecc.), disabilità o gravidanza chiamavano il servizio di emergenza 112, veniva detto che non era possibile inviare un’ambulanza o che l’ambulanza poteva andare solo in un certo luogo a causa degli scontri. Per questo motivo i pazienti dovevano essere portati all’area designata per incontrare l’ambulanza. Ma basandosi sull’esperienza la preoccupazione di essere probabilmente ucciso da cecchini, era così forte che la maggior parte dei pazienti non ha lasciato l’abitazione.
Dopo un po’ di tempo, le entrate e le uscite dell’unico ospedale attrezzato, l’ospedale di stato di Cizre, sono state bloccate dalle forze di sicurezza; alcuni piani dell’ospedale sono stati evacuati e le forze di sicurezza sono state collocate in tali piani.
L’ECHR (Corte europea per i diritti umani) ha preso cinque distinti provvedimento cautelari per alcuni dei feriti che non sono stati curati e non potevano essere portati in ospedale per accedere immediatamente ai servizi medici. Cihan Karaman, Hüseyin Paksoy, Orhan Tunç e Serhat Altun per i quali misure sono state decise queste misure cautelari dal ECHR, sono morti perché l’ambulanza non è arrivata o perché è arrivata troppo tardi. Tra questi soltanto Helin Encü ha ricevuto assistenza medica.
Come si è visto nel caso degli scantinati, l’arrivo delle ambulanze è stato ostacolato con la scusa di presunti scontri in atto. Nella maggior parte dei casi, i civili feriti sono stati trasportati alle ambulanze o avvolti in coperte o trasportato con carrelli portando bandiere bianche. Durante questi tentativi, ci è stato segnalato che i veicoli corazzati sparavano, facendo molti morti e feriti.
Le farmacie erano chiuse durante il coprifuoco; di conseguenza non c’era accesso ai medicinali.
TESTIMONIANZE DEGLI SFOLLATI TRA 14/12/2015 E 02/03/2016 E CHE COSA HANNO VISTO DOPO IL LORO RITORNO
Tra il 14/12/2015 e il 02/03/2016 55.000 persone nel quartiere di Cudi, la maggior parte delle 15.000 persone nel quartiere di Yafes, la maggior parte dei 35.000 abitanti del quartiere di Nur, e 25.000 persone nel quartiere Sur, sono sfollati. La maggior parte di queste persone si è trasferita nei villaggi, nelle province e nei paesi limitrofi dove abitavano loro parenti. Ci sono molti casi dove più di 40 persone hanno cercato di vivere in una sola abitazione. Persone di Cizre, che sono state sfollate forzatamente sono state nuovamente traumatizzate al ritorno nelle loro case: migliaia di case sono state pesantemente e irragionevolmente danneggiate, c’erano segni di scontri e di fori di proiettile, e quasi tutte le case sono state perquisite dalle forze di sicurezza. La maggior parte delle porte sono state rotta, i beni durevoli in molte case sono diventati inutilizzabili a causa dell’uso smisurato di proiettili o perché sono stati colpiti da oggetti appuntiti come un martello.
* In molte case dove erano collocate le squadre speciali [GSO (Operazioni speciali di Gendarmeria) /PSO (Operazioni speciali di polizia)], è stato osservato che la biancheria intima delle donne è stata rimossa dagli armadi e messa in esposizione nei vari piani. Similmente, nei vari piani sono stati trovati numerosi preservativi. In quelle case, le scritte sui muri più frequenti erano erano: “Siamo stati qui, Ladies”, “Siamo stati qui, eri assente”. Sulla porta di un’altra casa: “Casa di donna bollente”.
* Si è osservato che, dove la maggior parte delle case sono state usate come quartier generale, i beni privati della famiglia sono stati gettati. Inoltre è stato rilevato che le case sono state devastate, il cibo è stato sparpagliato dappertutto, scritte razziste sono stati spruzzati sui muri, sono state lasciate delle testimonianze, sono state commesse varie violazioni della privacy e della dignità umana. In una casa usata come quartier generale, sono stati trovati molti fori di proiettili, bossoli e materiali appartenenti all’artiglieria.
* La maggior parte delle case sono in rovina o inutilizzabili. Negli edifici ancora in piedi, la maggior parte dei mobili e soprattutto i beni durevoli sono stati danneggiati e resi inutilizzabili. Dai segni e dalle prove, i danni sono stato fatto usando bombe, proiettili, asce, martelli e altri armi e strumenti.
* Ci è stato pure riferito che, in alcune case, i gioielli preziosi e il denaro sono stato rubati. Gli Intervistati hanno dichiarato che, quando sono stati costretti a lasciare le loro case, non hanno preso i loro oggetti di valore basandosi sulle informazioni ricevute dalle persone che erano stati prese in custodia e arrestate con l’accusa di aiutare l’organizzazione per prendere loro i soldi e gli oggetti di valore.
I MASSACRI NEL SEMINTERRATO
Durante il secondo periodo di coprifuoco durato sessanta giorni a partire dal 14 dicembre 2015, è stato osservato che alcune persone, tra cui feriti e bambini, sono rimaste intrappolate in un seminterrato. In breve tempo, il numero delle persone intrappolate nelle cantine e negli scantinati è rapidamente aumentato. Mentre le iniziative giuridiche e politiche arrivavano alla Corte suprema e al ECHR, il 7 febbraio 2016, una stazione televisiva di stato ha battuto la notizia della dichiarazione ufficiale che “60 terroristi sono stati uccisi durante l’operazione nel seminterrato” e dopo un po’ di tempo questa notizia è stata ritirata. Dopo questa data, per quanto riguarda persone negli scantinati, sui media si sono viste solo le immagini dei corpi bruciati e l’aggiornamento dei morti.
Numero dei corpi estratti da tre cantine: 167
Primo scantinato: Cudi Mahallesi, Bostancı Sokak, No: 23.
Secondo piano interrato: Cudi Mahallesi, Narin Sokak, No: 14.
Terzo piano seminterrato: Sur Mah., Akdeniz Sok., No: 16.
La maggior parte dei corpi trovati negli scantinati erano quasi completamente bruciati. (Secondo le autopsie, alcuni corpi sono stati anche decapitati, con gli occhi scavati e con numerosi tagli e fratture; alcuni corpi erano senza testa). Tuttavia se c’è una voce diffusa per parla di un sostanza utilizzata “diversa” (ovvero una sostanza chimica), una richiesta formale alle autorità per indagare su questa affermazione, che richiederebbe un’indagine tecnica, non è stata accettata. Ancora oggi in quei scantinati può essere percepito l’odore dei corpi. Alcuni dei corpi estratti appartenevano a bambini. Corpi con tutte le ossa fratturate, gli organi interni spappolati, le guance schiacciate o mancanti, danno l’impressione che siano stati schiacciati da un oggetto appuntito o da un veicolo che stava al di fuori del seminterrato. È chiaro che in quegli scantinati è avvenuto un omicidio di massa; ancora non è stata delimitata alcuna scena del crimine, necessaria per una tempestiva raccolta delle prove. L’unica scena del crimine è stata delimitata da un pubblico ministero nell’area tra il primo e il secondo livello del seminterrato il giorno della fine del coprifuoco totale ma il blocco è stato revocato il 03/03/2016 ed il funzionario è stato portato via dai veicoli blindati. Comunque, il procuratore non è entrato nel seminterrato in quanto scena del crimine e non ha condotto un’indagine che poteva soddisfare le esigenze di una vera inchiesta penale. I campioni che dovevano essere presi come prove e le ossa dei corpi bruciati sono stati raccolti dagli avvocati e sono stati dati ai funzionari preposti. Attualmente, in molti luoghi non è stata condotta nessun tipo di indagine, e nei casi dove sono state accettate le richieste per tale indagine, l’indagine viene effettuata dalle forze di sicurezza senza un procuratore e soprattutto senza un avvocato presente.
La maggioranza delle referti autoptici (tra quelli disponibili) danno l’impressione che manchino delle conclusioni oggettive (a causa di pressioni e minacce). La causa della morte/omicidio è stata cambiata principalmente in:
Sulle persone bruciate: causa di morte in identificata
Per i decessi causati da armi: morte da arma da fuoco non registrata
Per le ferite causate da investimento da veicoli: una causa della morte conclusiva non può essere determinata.
Graffiti nei quartieri dove hanno avuto luogo i massacri nel seminterrato:
(GSO-PSO) – “L’amore negli scantinati è unico”.
CORPI UMILIATI E MALTRATTATI
Dalle testimonianze/denunce, dalle richieste ufficiali e dalle esperienze personali durante i funerali, si può dedurre che la popolazione di Cizre non ha ottenuto facilmente la restituzione dei corpi dei loro cari:
La restituzione dei cadaveri è stata sistematicamente negata. Alcune delle famiglie sono state in grado di ottener i corpi solo dopo giorni di ricerca e di dolore. Durante il coprifuoco e soprattutto dopo i massacri del seminterrato, i corpi sono stati inviati dalle forze di sicurezza nelle città e province come Mardin, Urfa, Siverek, Habur, Malatya, Antep, Şırnak, Silopi. Le famiglie non sono state informate dei trasferimenti. Inoltre, sono stati avvisati che “se non avessero ricevuto i corpi in tempi brevi, la sepoltura sarebbe avvenuta senza la presenza della famiglia”. Alcuni corpi sono stati sepolti in questo modo, senza “identificazione”. Per fare questo è stato emanato un nuovo regolamento: nonostante l’identificazione, i corpi che non sono reclamati dalla famiglia entro tre giorni devono pervenire al comune o alle autorità locali di pertinenza per essere sepolti. (Vedi: I cambiamenti al Regolamento dell’Istituto di medicina legale del 01/07/2016).
La richiesta ufficiale che abbiamo redatto con le nostre associazioni al Ministero della giustizia il 23/02/2016 per quanto riguarda i corpi sepolti senza DNA e corrispondenza di identità non ha avuto ancora nessuna risposta. i corpi che sono stati bruciati in modo irriconoscibile non sono stati dati alle famiglie e sono stati sepolti in modo casuale nella fossa comune o nei cimiteri dei villaggi o delle province circostanti.
Alcuni di coloro che sono stati sepolti lontano dalle case di famiglia sono stati spostati in una posizione più ravvicinata dopo che è stata effettuata una richiesta legale dalle famiglie.
Fino al 03/02/2016 il secondo periodo del coprifuoco, le persone non erano in grado uscire dalle loro case per raccogliere corpi dei loro familiari. In quel periodo, il numero di persone che potevano partecipare a un funerale era limitato a 3 per famiglia.
Nella maggior parte dei casi, le famiglie hanno solo la carta d’identità del defunto; mentre in alcuni casi hanno anche il documento di permesso per la sepoltura. Inoltre, per la maggior parte delle autopsie, agli avvocati non era permesso supervisionare o essere presenti, gli stessidocumenti dell’autopsia non sono stati consegnati agli avvocati delle famiglie. Anche se le autorità sono state richiamate numerose al rispetto del protocollo Minnesota che dà lapossibilità di esaminare la causa di morte, non è stato rispettato.
LE NOSTRE CONCLUSIONI:
Quello a cui la popolazione di Cizre è stata sottoposta per molti giorni e notti – gli assalti di artiglieria dei carri armati e i rimbombi del mortaio, degli esplosivi, la furia cieca, gli annunci, le molestie alle persone che si rifugiavano nelle case – sono chiare violazioni del diritto alla vita; si possono considerare come vere e proprie forme di tortura. Le famiglie che non hanno perso la vita, sono state costrette a vedere l’artiglieria e loro case e automobili presi di mira dalle armi da fuoco, come se fosse qualcosa di normale.
1 – cercare di “risolvere” un problema politico-sociale in maniera militarista invece di impiegare un processo politico causato ha messo sotto scacco le vite di centinaia civili, da parte delle forze di sicurezza e di membri di gruppi armati. Una città è stata bloccata e assediata e suoi cittadini hanno assistito alla distruzione per molti giorni. La prima osservazione deve pertanto essere su come la guerra ha danneggiato ogni parte della società.
2 – la barbarie compiuta a Cizre è stata più pesante e più grave di quanto percecpita dal pubblico. Tra il 12/14/2015 e il 03/02/2016, oltre 280 civili sono stati uccisi durante gli scontri; fra loro c’erano donne,infanti, bambini e anziani. Il numero esatto dei morti non può essere determinato visto la maggior parte dei corpi sono stati bruciati per renderli irriconoscibili, smistati in diverse città e sepolti senza identificazione.
3 – la documentazione e le prove, incordanti con le testimonianze, provano la grave violazione del diritto alla vita da parte delle forze speciali e dei cecchini che hanno agito per conto dello stato tramite la violazione dell’integrità fisica, lo sgombero forzato, la privazione della libertà e dei beni primari, la tortura, il razzismo e la discriminazione. È difficile identificare il coprifuoco e le operazioni correlate come tortura e maltrattamento delle persone di Cizre e soprattutto portare avanti una indagine approfondita in tal senso. Quando vengono rilevate violazioni aventi caratteristiche comuni, sistematiche e sostanziali, diventano violazioni dei diritti umani e crimini contro l’umanità ed assumono una particolare valenza giuridica. Esse quindi devono essere indagate.
4 – gli abitanti di Cizre sono stati costretti a lasciare la città. Ogni colpo di artiglieria sparato dai blindati o gli assalti con armi da fuoco all’interno delle case, vicino alle case, nei vicolo, nei quartieri, o nella città fanno parte di una evacuazione forzata. L’esecuzione di queste operazioni, il modello, le tecniche e le dimensioni del coprifuoco, danno l’impressione che tutte le persone di Cizre siano state considerate come “terrorista” o un “potenziale terrorista”. Cizre e la sua gente ancor oggi vengono criminalizzati. Anche l’atto di entrare a Cizre è visto come “sospetto di reato” dalle forze di sicurezza; mentre chi entra nella provincia viene trattato come “sospetto”.
5 – dopo che è stato tolto il coprifuoco durante il giorno e sono stati ammessi gli ingressi nella provincia, sono stati trovati prove inconfutabili come resti di cadaveri, ossa, mortai, proiettili e oggetti insanguinati, principalmente negli scantinati, ma anche nelle case, nei giardini, tra le rovine e sulle rive dei fiumi. Le richieste che queste prove vengano refertate e che vengano esaminate le scene dei crimini sono state in gran parte ignorate, e nei casi dove sono state accolte, le indagini sono state condotte malamente. Nonostante l’elevato numero di civili feriti e morti, la distruzione degli edifici e delle proprietà, non esiste alcuna prova che sia stata condotta un’indagine efficace per trovare i colpevoli. Osserviamo, piuttosto, che le forze di sicurezza hanno potuto agire impunemente come se sapessero già di non rischiare alcuna sanzione per le gravi violazioni dei diritti umani che hanno commesso.

ASSOCIAZIONE DEGLI AVVOCATI DELLA MESOPOTAMIA
ASSOCIAZIONE DEGLI AVVOCATI LIBERTARI
ASRIN LAW FIRM
FOUNDATION FOR SOCIETY AND LEGAL STUDIES

Traduzione di Cristina Tonsig
Fonte: Contropiano 

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