Come per il lavoro – sempre più precario e umiliante, grazie a precise scelte politiche che hanno il nome di voucher -, anche sulla scuola la propaganda governativa fa il proprio dovere: ci aspetta un futuro roseo e meraviglioso, e benefici per tutti. Sotto il velo della comunicazione, ci sono le storie vere e vissute che ci raccontano (insieme ai dati) come la realtà sia ben diversa. Pubblichiamo di seguito quella di un docente che ci ha scritto, invitando tutti – docenti e lavoratori sfruttati – a fare lo stesso: raccontateci la vostra storia. Le condivideremo. E le metteremo all’attenzione di chi di dovere.
Caro Matteo,
auguro a te, ai membri del tuo governo e a tutti i parlamentari che lo sostengono ed alle rispettive famiglie di passare quello che io la mia famiglia e le famiglie di decine di migliaia di professori italiani stanno passando in questi mesi a causa della cosiddetta buona scuola.
Stai letteralmente deportando da una parte all’altra dell’Italia decine di migliaia di persone. Per la grande maggioranza madri di famigli, tra i 40 e i 55 anni, con 20 anni di anzianità, con figli piccoli, che in passato non erano emigrate, non per pigrizia ma per condizioni familiari che rendevano impossibile l’emigrazione.
Tu, invece, li hai messi di fronte ad un out-out o in ruolo oggi o mai più. Stavano meglio quando erano precari. Troviamo madri di figli di 3 anni sbattute a Udine, senza che lo abbiamo chiesto, o mogli di mariti disoccupati, con mutuo e figli piccoli mandati in Lombardia.
Mi chiedo se tu e i tuoi sostenitori, dalle vostre poltrone dorate vi rendete conto delle conseguenze delle vostre sciagurate scelte. Come faranno queste madri, queste famiglie a, letteralmente, sopravvivere, a partire dal primo settembre?
Come potranno organizzarsi? Si sposta tutta la famiglia o solo loro?
I figli portali con loro? E chi li cura quando loro saranno a scuola? Come pagare il mutuo? E le bollette di due case, come si fa? Lo capite che con 1300€ al mese, è impossibile sopravvivere in queste condizioni.
E le lacrime dei nostri figli che piangono e piangeranno per la partenza della loro mamma come li ripareremo? Come spiegargli tutto questo?
Sai sono queste, alcune, delle semplici, misere, questioni che noi dobbiamo risolvere in pochi giorni.
Voi che coni vostri privilegi, i vostri stipendi d’oro, i vostri figli che nascono dirigenti, di queste miserie non dovrete mai occuparvi, per noi sono dei veri tormenti.
Non capisco la ragione delle vostre sciagurate scelte, se non costringere le persone a licenziarsi, e mi chiedo come, i rappresentanti di questo territorio che sostengono il tuo governo possano tollerare il peso sulla coscienza di tanto male che state facendo. Possibile che non vengano toccati dalla sorte delle famiglie dei loro conterranei? Sarà vero che “Parigi val bene una messa”, ma un, forse, posto in parlamento potrà valere il futuro e le lacrime di tante famiglie?
Ovviamente tutto questo non porta alcun vantaggio nè alle scuole nè agli alunni, perché le persone continuano a ruotare e il sistema è sempre più instabile…
Avete pochi giorni per porre rimedio a questa sciagura, altrimenti stai sereno, almeno fino a Ottobre.
Antonio Capodieci
Fonte: Possibile
Non so cosa pensare. La mia mamma si alzava alle 4 la mattina per andare a insegnare in una frazione di un paesetto di montagna al confine fra toscana ed emilia.Era il 1958, io avevo 4 anni e mio fratello poco più di due. La mamma, con l'arrivo dell'inverno, ci portò con se dove insegnava. Abitavamo in una casa di contadini, veramente ospitali, in una camera in affitto. Gli infissi che lasciavano passare il più piccolo alito di vento, le cimici del legno, il bicchiere dell'acqua ghiacciata al mattino sul comodino, il bagno con la brocca dell'acqua gelida ed un buco nero e profondo che era il cesso.La notte dormivamo vicini vicini, la mamma ci scaldava abbracciandoci e tenendoci stretti stretti a lei. Qualche volta, prima di addormentarmi, ma sono ricordi di bimbino, credo che piangesse. Oggi, l'Italia dovrebbe essere diversa e credo che qualcuno stia cercando di riportarci a livelli di dopo guerra. Un caldo e sincero augurio a tutti coloro che soffrono per questi tristissimi momenti.
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