di Coordinamento Democrazia Costituzionale
Dopo Napoli e Parma, Torino: un’altra grande città italiana si schiera contro le deformazioni della Costituzione volute dal governo e approvate da un parlamento eletto con una legge elettorale giudicata incostituzionale dalla Consulta. Il consiglio comunale del capoluogo piemontese ha approvato non uno bensì due ordini del giorno critici sulla legge Renzi-Boschi. Il primo, presentato da Valentina Sganga e approvato con 23 voti a favore (M5S, Torino in comune), 8 contrari (PD, Lista civica, Lista Morano) e 2 astenuti (Lega Nord e Lista Rosso) segnala come «l’obiettivo della stabilità del paese e dell’efficienza dei processi decisionali in ambito parlamentare» non può «produrre un’alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica, sulla quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento costituzionale vigente».
Il documento, in particolare, è critico nei riguardi del rafforzamento dell’esecutivo a scapito dell’assemblea legislativa, della “clausola di supremazia statale” che limita l’autonomia legislativa delle Regioni, dell’innalzamento del quorum di firme per le leggi d’iniziativa popolare, dell’abolizione del senato elettivo e, per quanto riguarda la legge elettorale italicum, del premio di maggioranza.
L’ordine del giorno sottolinea anche come il referendum del 2006 avesse già respinto «uno speculare tentativo di modifica dell’architrave costituzionale, a favore del superamento del bicameralismo perfetto e di un rafforzamento dell’esecutivo». Il consiglio comunale, quindi, «esprime forte preoccupazione verso una spinta accentratrice dei poteri» a favore di esecutivo e maggioranza parlamentare, con il conseguente «serio rischio di una compressione della democrazia e del pluralismo» e si impegna a promuovere l’informazione sul referendum sul territorio.
Il secondo ordine del giorno, primo firmatario Eleonora Artesio (Torino in Comune), è stato approvato con 26 voti a favore (M5S, Torino in comune, sindaca Appendino) 1 astenuto (Lista Rosso) e 9 contrari (PD, Lista civica, Lista Morano, Forza Italia) ed esprime preoccupazione «per il prevedibile squilibrio determinato tra l’autonomia delle assemblee legislative ed il potere ipotizzato in favore del governo».
L’ordine del giorno ritiene inoltre necessario che la Città concorra alla massima informazione sul referendum, ospitando per propria iniziativa incontri dei comitati referendari aperti alla cittadinanza.
Il Comitato per il No esprime soddisfazione e pieno appoggio per questa iniziativa torinese, auspicando che altri comuni e altri sindaci ne seguano l’esempio.
Fonte: Libertà e Giustizia
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