La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 7 dicembre 2016

La questione

di Giuseppe Civati
Chissà perché il referendum ha fatto emergere così tante divisioni? Disuguaglianze. Semplice. Vale per tutte le consultazioni elettorali di questo periodo. Le persone stanno male e se la prendono con il potere di quelli che stanno bene. Molto, troppo meglio di loro. E se la prendono soprattutto se questi ultimi si dimostrano arroganti e ‘mischiati’ con poteri ‘peggiori’ di loro. Più oscuri e più avidi, come appaiono a chi ha poco o nulla. Se tradiscono fastidio e se promuovono misure che sottraggono sovranità o anche soltanto se sembrano farlo, danno voce allo stesso sentimento e al conseguente risentimento.
Rousseau, lesson one.
Il problema è sottovalutare le disuguaglianze. Affrontarle con soluzioni tampone e episodiche che non sono soluzioni. O negarle.
Le persone si sentono lontane dai luoghi delle decisioni, non rappresentate da una politica che appare prestare nome ad altri ben influenti soggetti decisionali. E qui la questione costituzionale si interseca con la questione politica ed economica. In una parola, la questione diventa democratica.
Questa è la vera matrice del voto di domenica. Non attribuibile a alcun soggetto politico in particolare, né soltanto da vivere come voto contro il governo attuale. Certo, c’è chi lo ha capito di più e chi si è seduto dalla parte sbagliata.
Ma se la domanda è questa, a questo si deve rispondere.

Fonte: possibile.com 

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