di Jason Spicer e Lily Steponaitis
Geograficamente, l’Australia è il più lontano possibile da Boston. Tuttavia, il mercato bancario australiano è molto simile a quello degli USA, cioè è dominato da poche banche “too big to fail”. In Australia le cosiddette big four sono: The Australia and New Zeland Banking Group Limited (ANZ), The Commonwealth Bank of Australia, National Australia Bank (NAB), e Westpac.
Il consolidamento di queste banche è stato limitato da una politica federale “four pillars”, che ha bloccato le future fusioni e acquisizioni tra di loro. Se questa politica limita la crescita delle big four, riflette anche la loro influenza in Australia. Queste banche beneficiano di massive economie di scala e sono considerate tra le banche più profittevoli del mondo industrializzato, raggiungendo guadagni totali di 2.8 bilioni di dollari nel 2014.
Le big four competono con le banche cooperative
Anche se le banche cooperative, come le cooperative di credito e le banche popolari locali, hanno tradizionalmente attratto gli Australiani in qualità di finanziatori community-based, le big four stanno diventando sempre più competenti in questo campo. Per esempio, attraverso strategie multi-branding, i membri delle big four acquisiscono banche minori ma le mettono sul mercato come indipendenti e competitive quanto le big four.
La crescente competizione delle big four e di altri fattori ha contribuito a creare un calo della profittabilità e ha incoraggiato un rapido consolidamento nel settore bancario cooperativo nel corso degli ultimi dieci anni.
Attraverso il consolidamento, le cooperative di credito stanno cercando crescita, maggiore efficienza ed economie di scala. Tuttavia, può nascere un conflitto tra l’essenza della cooperativa e la realtà di un’economia di scala. Da un lato, le banche cooperative value-based hanno lo scopo di rispondere alle necessità finanziarie e sociali dei loro membri in un modo coerente e reattivo alle condizioni locali. Dall’altro lato, c’è una minaccia imminente legata al raggiungimento delle economie di scala: perdere il contatto con questi valori chiave. Questo solleva una domanda: è possibile per una cooperativa di credito offrire un servizio efficiente ed efficace alle comunità e ai clienti distribuiti in tutto il continente, senza perdere di vista i propri valori di base? Bank Australia, conosciuta fino ad ora come Bankmecu, è una delle banche che sta affrontando la questione.
Bank Australia fonda una Riserva per la Tutela Ambientale Nazionale
Grazie a clienti in tutto lo stato, Bank Australia ha approssimativamente 3.2 miliardi di dollari di patrimonio totale gestito (2014) ed è un membro della Global Alliance for Banking on Values. Risolvere la tensione sopra delineata ha portato Bank Australia a focalizzarsi su una risposta alla questione che interessa tutte le comunità del continente: la sostenibilità ambientale. Nel 2008, ha avviato una riserva di tutela ambientale. La riserva ha la funzione di luogo per le biodiversità e la compensazione di emissioni di carbonio di tutte le nuove case e automobili finanziate dalla banca.
Non è raro per le banche mainstream o le grandi aziende acquistare delle compensazioni per le emissioni di carbonio come parte dei loro programmi aziendali di responsabilità sociale. Infatti, questo era ciò che aveva fatto Bank Australia prima di fondare la riserva. Avviare la propria riserva di tutela ha significato un investimento a lungo termine sia nella compensazione delle emissioni del carbonio che nella protezione della biodiversità in tutto il continente, e allo stesso tempo un supporto alle comunità locali dove si trova la riserva.
Come funziona la Riserva di Tutela Ambientale?
In partnership con diversi gruppi di salvaguardia, la banca compra dei lotti di terra nella Virginia dell’ovest con dei vincoli di tutela. Secondo questi vincoli, anche se il proprietario della terra cambia, il terreno non può essere edificato. Quando Bank Australia concede prestiti per case e auto, compra un lotto di terre coltivate degradate e lavora con i gruppi di salvaguardia ambientale, gruppi di comunità, e scuole per piantare alberi e reintrodurre le specie native.
I lotti di Bank Australia sono collegati con Habitat 141, un progetto multi-stato di 50 anni di tutela per ripristinare la biodiversità e costruire un corridoio di salvaguardia ambientale lungo il meridiano 141, che taglia la lunghezza del continente. Bank Australia compra solo terre coltivate marginalmente o non produttive per espandere la riserva. In alcuni casi, gli agricoltori locali stavano cercando di vendere le loro terre da molto tempo, con nessuna prospettiva di vendita. Per questi proprietari, le acquisizioni della banca possono risultare una fondamentale ancora di salvezza economica.
Attualmente, la banca possiede circa 1000 ettari e dal 2008 ha compensato più di 57.800 tonnellate di carbonio; cioè l’equivalente di togliere più di 14.450 auto dalla strada per un anno. La riserva di tutela ambientale è un mezzo per Bank Australia per rappresentare i propri valori su scala nazionale in un modo che la distingua dal resto del settore bancario e benefici la comunità locale. Nonostante non ci sia una via facile per le banche cooperative che cercano di competere e offrire servizi finanziari basati sul valore su scala nazionale, ci sono delle lezioni da imparare su cosa funziona e non funziona.
Se le cooperative di credito statunitensi potessero operare a livello nazionale e trovare modi innovativi per produrre un impatto nazionale equivalente, sarebbero in grado di competere con i principali attori del mercato? Potremmo trovare la risposta a questa domanda osservando l’evoluzione del mercato australiano.
Traduzione dall’inglese da CoLabRadio a cura di Giada Zitoune.
Photo Credit: Bank Australia
Fonte: nonconimieisoldi.org
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