La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

domenica 1 maggio 2016

Raccontare, resistere: contro l’avanzata delle destre in America Latina. Intervista a Luis Sepùlveda

Intervista a Luis Sepùlveda di Simona Maggiorelli
Alcuni Paesi latinoamericani sembrano attraversare una crisi democratica che mette a rischio diritti civili acquisiti negli ultimi vent’ anni.
Che cosa sta accadendo in Paesi come il Messico, il Venezuela l’Argentina?
Lo abbiamo chiesto a Luis Sepùlveda, che dal 4 all’8 maggio sarà al festival Encuentro, a Perugia. «In realtà non si tratta di una crisi democratica», risponde lo scrittore cileno. «Il grande problema è la corruzione politica e il degrado morale di chi è al potere e dei loro complici. Il neoliberismo ha capito che per mantenere il dominio assoluto del “mercato” con questi livelli di sfruttamento serve la complicità dei governanti, di parlamentari e di amministratori corrotti. Il problema è universale. Bisogna smettere di vedere l’America Latina come un continente di scimmie ammaestrate che a volte si comportano bene e altre volte male».
E nel Brasile di Lula e Rousseff, invece?
"In Brasile abbiamo assistito ad un tentativo di “colpo di Stato senza armi” di cui è protagonista il Parlamento più corrotto. Lula e Rousseff hanno commesso un grave errore strategico non spiegando da un punto di vista politico, in modo trasparente, passo dopo passo, tutto ciò che stavano facendo, e che cosa ostacolava e chi si opponeva ai grandi cambiamenti che intendevano attuare."
In Messico i giornali non sono liberi e molti giornalisti rischiano la vita o addirittura vengono uccisi. È diventato impossibile?
"Da quando il narcotraffico si è imposto come un potere assoluto in Messico, la professione di giornalista come voce indipendente, obiettiva, eticamente corretta, è diventata qualcosa di molto pericoloso. E se a questo si aggiunge la complicità del PRI, un narco partito politico, il quadro appare ancora più drammatico."
Può la letteratura contribuire a cambiare questa drammatica situazione?
"Che la letteratura di per sé contribuisca a cambiare la realtà è un mito, spetta ai cittadini e alle cittadine; solo loro possono e devono cambiare le cose. La letteratura può aiutare, forse, ma non possiamo dimenticare che uno scrittore è prima di tutto un cittadino e poi uno scrittore."
Dunque, cosa significa per lei essere uno scrittore latinoamericano oggi?
"Significa essere un cittadino resistente agli abusi del potere. Per lo meno così la intendo io, ma non sono certo che la maggioranza la pensi allo stesso modo."

Traduzione di Gabriela Pereyra.
Fonte: Left

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