di Rocco Olita
Non solo quello, almeno. Se fosse meramente questione di giudici, avvocati e procuratori, potremmo anche infischiarcene come Clark Gable in Via col vento, pur con molto meno fascino e incommensurabilmente minor stile. Invece, quanto va emergendo dalle intercettazioni dell’inchiesta Labirinto è uno spaccato di relazioni parentali e rapporti di famiglia che fa seguito ad altri, troppi, casi non diversi. Che sia il fratello di Alfano o il papà della Boschi, il figlio di Lupi o il fidanzato della Guidi, l’impressione è sempre la stessa: che alcuni siano più uguali degli altri. Che ci siano o meno questioni connesse alla legalità dei processi poco importa; le norme, potrebbe rispondere un senza potere interrogato, si sa, le fanno i potenti, e per questo a loro spesso danno ragione.
La legge che rispettano è quella del più forte, e siccome lo sono, tutto gli è dovuto e ogni cosa si prendono. Questo è quello che l’ultimo dei cittadini quale sono io pensa, leggendo di quelle storie. A meno che qualcuno non voglia spiegarci che quei congiunti abbiano quello che ottengono perché sono i migliori, i più meritevoli, e di conseguenza, che tutti gli altri che dopo anni di sacrifici si dibattono tra mille difficoltà è solo perché immeritevoli e peggiori. Roba da far tornare alla mente le parole di Don Milani in Lettera a una professoressa: «Voi dite di aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri, ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. È più facile che i dispettosi siate voi».
La legge che rispettano è quella del più forte, e siccome lo sono, tutto gli è dovuto e ogni cosa si prendono. Questo è quello che l’ultimo dei cittadini quale sono io pensa, leggendo di quelle storie. A meno che qualcuno non voglia spiegarci che quei congiunti abbiano quello che ottengono perché sono i migliori, i più meritevoli, e di conseguenza, che tutti gli altri che dopo anni di sacrifici si dibattono tra mille difficoltà è solo perché immeritevoli e peggiori. Roba da far tornare alla mente le parole di Don Milani in Lettera a una professoressa: «Voi dite di aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri, ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. È più facile che i dispettosi siate voi».
Se volete, continuate pure a provare a vendere la tesi della normalità di quelle situazioni, tanto un’idea, qui in basso, ce la siamo già fatta, e non la cambieranno le vostre argomentazioni. Anzi, davvero, conditela anche con la favoletta della meritocrazia, ché è buona per far prendere sonno a chi ci crede. Noi, nel frattempo, cercheremo di farcene una ragione del fatto che i meriti maggiori cadano tutti sulle medesime famiglie.
E poi si sa, alcune caratteristiche son genetiche.
Fonte: filopolitica.it
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