di Raffaele Tecce
L’ assemblea delle “Città in Comune”, tenutasi a Roma il 9 luglio scorso sulla base di un appello di 3 compagni della lista “Sinistra per Roma “(Sandro Medici, Fabio Alberti, Adriano Labucci) con la partecipazione e l’ adesione di una settantine delle liste unitarie antiliberiste alternative al PD , ha evidenziato un indicazione che ci aiuta- guardando all’ articolazione emersa- a definire meglio il giudizio sul voto e le possibili prospettive: la necessità dicostruire una rete nazionale di queste liste per aumentarne anche il peso politico e la necessaria identificazione nazionale su battaglie programmatiche comuni, essenziali per dare frutti concreti alla stessa presenza istituzionale locale, costruendo una vertenzialità contro le politiche governative.
Certo il risultato delle nostre liste, pur significativo ed articolato, è largamente insoddisfacente – al di la degli aspetti numerici – perché non intercetta in maniera significativa il crollo del PD che è la vera novità positiva emersa dal voto. Si tratta però-come è emerso con forza all’ assemblea del 9- di un risultato differenziato fra i vari Comuni, che comunque garantisce la presenza di consiglieri comunali antiliberisti in tutte le grandi città (a Torino , a Milano , a Bologna, Roma ed a Napoli) e che evidenzia successi significativi in realtà dove queste liste erano state preparate per tempo, con un ampio confronto e partecipazione di tutte le soggettività politiche e sociali come a Ravenna (6,5% ), Brindisi (14%),a Savona (5%) ecc. Una novità di grande significato e potenzialità-fortemente rappresentata all’ assemblea delle “Città in Comune “- è stata l’ affermazione al ballottaggio di Sindaci e coalizioni unitarie della sinistra alternativa, in alleanza con esperienze civiche, in contrapposizione al PD a Napoli, a Sesto Fiorentino, Sansepolcro (Arezzo), Grottaglie (Taranto) e Sinnai (Cagliari).
In questi comuni, al di la di differenze fra le varie situazioni, si è determinata una significativa spaccatura nel Pd proprio sui temi sociali che ha permesso alle coalizioni alternative di vincere sulla base di un grande rapporto di partecipazione e confronto con i soggetti più colpiti dalla crisi. Può essere un indicazione di valore generale : quando si costruiscono per tempo percorsi e programmi partecipati, legati anche a lotte a tutela dell’ ambiente, del territorio e dei diritti, si può intercettare il malessere delle cittadine e dei cittadini dando loro una concreta possibilità di cambiamento e sconfiggendo passivizzazione ed astensionismo. Non è un caso che in questi Comuni il M5S non raccoglie risultati significativi – o come a Grottaglie è assente -in quanto la spinta al cambiamento ed al rinnovamento della politica viene concretamente interpretata dalla sinistra alternativa.
Dall’ assemblea del 9 sono emerse due indicazioni: 1) E’ necessario lavorare in tutti i Comuni dove è possibile a dare continuità alle esperienze di aggregazione politica e sociale rappresentate dalle liste unitarie della sinistra antiliberista costruendo associazioni che garantiscano sia la gestione unitaria delle rappresentanze elettive in rapporto con i movimenti ed i comitati, sia la sperimentazione di un modello di costruzione dal basso e partecipato di una nuova soggettività della sinistra alternativa al PD. 2)Percostruire questa rete In settembre le Città in comune torneranno a riunirsi per consolidare una prima intelaiatura organizzativa e per definire piattaforme, programmi e battaglie politiche. Su questa iniziativa il PRC è fortemente impegnato.
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