La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 2 agosto 2016

Razem: c'è vita nuova a sinistra. In Polonia

Intervista a Marcelina Zawisza e Maciej Konieczny di Lorenzo Marsili
Nella Polonia ultra conservatrice sta accadendo qualcosa nella Sinistra, con la nascita di Razem – che significa Insieme – un nuovo partito che con oltre il 4% dei voti, ha guadagnato il pieno diritto di partecipazione al dibattito sui media politici e nazionali. Nato dai movimenti sociali, ispirato dal partito spagnolo Podemos, almeno per ora, ha deciso di rompere con i partiti politici tradizionali del ventesimo secolo. Ecco la loro storia. "Non siamo la vecchia sinistra. E’ palese a tutti, se vedono le nostre facce, la nostra età, come parliamo, e i nuovi modi di fare politica.” Non è ancora come Podemos in Spagna, perché il livello di supporto è ancora basso, ma qualcosa di simile è in corso in Polonia.
Lanciato da un gruppo di giovani appena due mesi prima delle elezioni nazionali del 2015, Razem si è assicurato quasi il 4% dei voti, guadagnandosi i pieni diritti di partecipazione al dibattito politico e nazionale sui media, e anche una bella sommetta – risultato di un generoso sistema di finanziamento pubblico dei partiti politici – che permette a Razem il tempo di pensare in grande. Ci incontriamo con due dei fondatori per parlare del loro progetto e della situazione in Polonia – iniziando dalle scioccanti politiche sociali del governo autoritario e da un’opposizione liberale che difende la libertà d’informazione, ma ignora le disuguaglianze – e per sapere anche che cosa significa dare il via a un nuovo partito della Sinistra.
Voi provenite dal mondo dei movimenti sociali e dell’attivismo. Perché avete deciso di fondare un partito politico?
"In Polonia non c’era un vero partito di sinistra. Abbiamo un partito socialista o post-comunista, ma è poco più che un vecchio apparato burocratico, una forza che in realtà è neoliberale, socialmente conservatrice, assolutamente non a sinistra, ma che finora occupa questo spazio politico. Il nostro compito era di aprire quello spazio. Nessuno nel nostro paese ha fiducia nei partiti politici, e per questo motivo eravamo molto scettici riguardo al successo della nostra iniziativa. Se, però i partiti sono nei guai, i movimenti sociali sembrano stare peggio: piccole fazioni senza un grosso impatto, e perpetuamente divise."
E così avete deciso di mettere insieme tutte queste forze in una singola unità?
"Abbiamo scritto una lettera aperta indirizzata ricevuto ai servizi sociali. Abbiamo ricevuto duemila firme in pochi giorni e quasi tutte – questo ci ha davvero sorpreso- da persone di cui non sapevamo nulla o che non avevano mai preso parte a una dimostrazione. Volevamo sapere chi erano! Ci siamo poi incontrati con molti di loro e siamo stati sorpresi di sentire che quasi nessuno era interessato alle organizzazioni o ai movimenti della Sinistra tradizionale. Non li conoscevano o li consideravano vecchi e inutili."
E’ una storia che ho già sentito prima. Se parla con i fondatori di Podemos, dicono di lanciare un nuovo progetto politico, un altro sbocco per la realtà dei movimenti organizzati che, in effetti, all’inizio erano contrari al progetto – per intercettare l’energia diffusa dagli Indignados e soltanto in una seconda fase ritornare alla politica organizzata? E’ accaduto qualcosa di simile?
"Assolutamente. La sinistra organizzata è stata in conflitto con noi fin dall’inizio. Ora, però, molti dei movimenti tradizionalisti hanno deciso di unirsi a Razem, di uscire dalla loro campana di vetro. Abbiamo deciso di inserirci, in seguito alla nuova sinistra che in Europa cresce dal basso. Podemos è una grande motivazione. Ci ha mostrato che cosa potevamo fare."
Tuttavia, alle ultime elezioni, c’è stata una colazione di sinistra che univa i post-Comunisti, e Verdi e i liberali di sinistra….Perché non vi siete entrati, ma avete deciso di concorrere da soli?
"Abbiamo la nostra agenda e nuovi modi di pensare alla linea politica e all’organizzazione. I vecchi modi sono morti e sono fatti dagli stessi politici e gruppi di potere che, elezione dopo elezione, hanno tentato di stabilire nuove coalizioni con il solo obiettivo di rimanere in parlamento. Parliamo delle classi politiche. Non funzionano più e non è quello che vogliamo fare. Questi partiti, quando erano al potere, hanno approvato leggi per permettere sfratti che sono in perfetta armonia con il pensiero unico dominante (il singolo pensiero o, come diceva la Thatcher: Non c’è nessuna alternativa)."
Infatti, sono stati cancellati. Il partito post-comunista era al 40% e ora è fuori dal Parlamento. Ma che cosa funziona? Quali sono delle politiche o il modo di fare le cose che rappresentano in particolare il suo modello?
"In qualche modo, il nostro programma non è molto radicale, si potrebbe chiamare social-democratico. In Polonia, però, c’è qualcosa di nuovo. Nel nostro paese non abbiamo mai parlato di tassazione progressiva, di redistribuzione della ricchezza… e ora, quando i media vogliono una dichiarazione sui lavoratori, o sulla povertà, si rivolgono a noi. Oppure anche su problemi sociali: siamo gli unici che domandano la decriminalizzazione dell’aborto, che in Polonia rimane illegale. Quando il governo indicò la sua intenzione di approvare una legge ancora più restrittiva, rendendolo illegale anche in caso di stupro, organizzammo una dimostrazione a Varsavia di circa 10.000 persone, la più grossa manifestazione riguardo all’aborto, nella storia della Polonia."
Parlando, però, di politica sociale, l’attuale governo – il Partito Diritto e Giustizia, di Kacynski, è un caso interessante. E’ certamente un governo autoritario, xenofobo e illiberale e perciò in rotta di collisione con l’UE. Sta, però, seguendo delle richieste che sembrano della Sinistra: abbassamento della età pensionabile, assegni di maternità, case popolari. Che cosa ne pensa? Ci troviamo di fronte a un nuovo tipo di socialismo nazionale?
"Anche noi ci siamo sorpresi. Pensavamo che parlassero di un piano di azione sociale durante le elezioni, soltanto per dimenticarlo una volta arrivati al potere, com’era accaduto la volta precedente che erano stati al governo. Ora, però, lo stanno facendo davvero! In paragone con il primo governo, sono molto più nazionalistici e autoritari, ma anche più sociali. Per la prima volta vediamo un’espansione e non tagli al welfare. La legge sulla maternità ridurrà drasticamente la povertà infantile che in Polonia è legata alle famiglie numerose, portandola dal 28% al 10%. E, per la prima volta, la maggior parte della spesa pubblica per questa politica, andrà ai più poveri: 6 miliardi di zloty per il 10% più povero del paese, soltanto 300 milioni di zloty al 10% più ricco."
E quindi per la prima volta ci sono politiche di ridistribuzione.
"Non le criticheremo. Hanno dato il via a un programma di case popolari che non distribuisce le risorse alle banche o ai grossi fabbricanti, ma fornisce finanziamenti pubblici per l’equo canone. Un’altra cosa ancora: stanno preparando il sistema fiscale per renderlo più progressista, abbandonando la tassa forfettaria, per esempio, oppure cambiando gli elementi più regressivi designati per le persone più ricche.
Sono anche estremamente autoritari. Stanno programmando una milizia fornita di armi semi-automatiche che sono essenzialmente spinte da gruppi di destra. Stanno aggirando una legge contro il terrorismo che crea uno stato permanente di emergenza, per non parlare del bavaglio messo alla stampa, e gli attacchi all’indipendenza della Corte Costituzionale. E’ piuttosto allarmante."
E contro la deriva autoritaria di questi mesi, si vedono in Polonia enormi manifestazioni nelle strade. Avete però optato di non unirvi al KOD, il Comitato per la difesa della Democrazia, la piattaforma che le organizza. Perché?
"Il partito di governo è terribile, ma questi eventi sono organizzati per lo più dall’élite del precedente governo, e questo è accaduto al di fuori del potere [Piattaforma Civica, cioè il partito dell’attuale Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, nota del curatore]. Hanno dimostrato per la libertà di espressione, ma poi attaccano le politiche sociali del governo, accusandolo di voler “comprare” gli elettori. Non capiscono, però, che per molte person questo denaro è importante. Dicono che i più poveri dovrebbero scendere in piazza per difendere il sistema costituzionale, ma che se accettano 500 zloty al mese di assegno di maternità, vuol dire che sono comprati. E pensare che la maggior parte della classe media guadagna soltanto 2.000 zloty! Sono fuori dalla realtà! Questo è il modo in cui in Ungheria Viktor Orban si è assicurato la maggioranza assoluta, con un’opposizione che rappresenta soltanto gli interessi dei benestanti del paese.
Vogliamo mandare via il partito di governo e fare questo pensiamo non sia sufficiente a unire i liberali nelle grandi città. Dobbiamo arrivare a quelli che hanno votato per questo governo. E se nessuno ha il coraggio di avere un’agenda sociale ambiziosa, quello spazio sarà occupato soltanto da forze autoritarie."
Qual è la base sociale del partito al governo?
"Trasversale. Molti votano per loro perché sono considerati anti-establishment, ne hanno avuto abbastanza del precedente governo che ha completamente ignorato la questione sociale. La Piattaforma Civica ha parlato dei polacchi costretti a emigrare, come di persone “fortunate” a fare l’esperienza di andare all’estero, senza rendersi conto del dolore delle separazioni famigliari e che due milioni di persone potrebbero non trovare lavoro nel loro paese. Questi partiti di opposizione, KOD, Piattaforma Civica, fanno parte dell’élite che ora non vuole niente di più che ritornare a pochi anni fa, senza rendersi conto che la Polonia è diventata il paese europeo con il più alto tasso di disuguaglianza."
I prossimi passi? Avete appena ricevuto un importante ammontare di fondi statali per il risultato ottenuto nella recente elezione. Ci mancano ancora tre anni per la prossima. Che cosa pensate di fare?
"Stiamo aprendo 25 spazi sociali in tutta la Polonia. Non vogliamo che siano normali diramazioni del partito ma spazi comuni aperti a tutti, per organizzare attività, lezioni, corsi di danza, laboratori per i bambini, assistenza legale e molto altro. Questa è una cosa che il Partito Socialista faceva in Polonia prima della II Guerra mondiale. Abbiamo una lunga storia di partiti intesi come forze sociali, di partiti politici che funzionano anche come cooperative, sindacati, perfino come circoli sportivi, e non soltanto come macchine elettorali. Non ci chiamiamo “Sinistra-qualcosa”, perché le persone in Polonia non sanno più che cosa è la Sinistra. Noi siamo Razem, Insieme, ma le nostre origini sono chiare, ed è anche da queste che vogliamo cominciare di nuovo."

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo.
www.znetitaly.org
Originale: Links.org
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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