Dopo il colpo di stato e l'illegittima destituzione di Dilma Rousseff, democraticamente eletta alla guida del paese, in Brasile è in corso una perenne e quotidiana manifestazione popolare di protesta. Tutto questo viene censurato dalla libera stampa nostrana, contenta che in Brasile sia tornata la dittatura neo-liberale foriera di distruzione di diritti e sovranità. Prima della manifestazione contro il golpista TEMER della settimana scorsa ribattezzata "Indipendence Day", la polizia brasiliana ha arbitrariamente arrestato 26 studenti con l'utilizzo di un agente infiltrato.
Gli studenti che sono stati arbitrariamente arrestati dalla polizia a San Paolo, in Brasile, negano le accuse della polizia di presunti e prossimi atti di vandalismo e sostengono di essere stati arrestati da infilitrati della polizia. Lo riporta Telesur citando la Ong per i diritti umani Ponte e altre fonti giornalistiche brasiliane.
Il giorno dopo la manifestazione, la polizia ha affermato che l'arresto di 18 giovani a Sao Paulo Cultural Center è stato “inaspettato”. La polizia ha falsamente affermato che i membri del gruppo abbiano confessato la loro intenzione di impegnarsi in atti di vandalismo durante la protesta. Queste "confessioni" non sono mai state prodotte né presentate davanti a un giudice. Siamo ai livelli di regime dittatoriale. Per intenderci quei livelli che sognano Unione Europea e Stati Uniti per il futuro dell'America Latina.
Uno studente arrestato ha denunciato a Ponte che la polizia abbia usato la violenza durante l'arresto. Quando alla polizia è stato chiesto se il gruppo fosse stato arrestato in relazione ad una precedente inchiesta, Ponte ha riferito che il colonnello Dimitrios Fyskatoris abbia così risposto: "Non era nessun atto prima, queste persone sono state arrestate per la strada."
Le vittime hanno detto a Ponte che un grosso contingente di polizia, tra cui una dozzina di veicoli e un elicottero, abbiano preso parte agli arresti. Inoltre, gli studenti hanno denunciato come siano stati fermati quando dall'esterno non si poteva vedere nulla dell'interno del centro culturale. "Non c'è possibilità di credere che sia avvenuto per caso", ha detto uno studente, che ha chiesto di restare anonimo.
Invece molti degli arrestati credono che la polizia abbia infiltrato una persona, denunciata con il nome di Baltazar Mendes, noto come Balta. "Abbiamo formato un gruppo per incontrarci e abbiamo unito diverse persone che non si conoscevano. Questo gruppo è stato formato proprio per andare al raduno insieme, come protezione contro la repressione poliziesca che stiamo vedendo", ha detto uno studente non identificata Ponte.
In vista della manifestazione il gruppo avrebbe dovuto raggiungere la stazione ferroviaria di Luz, ma Balta ha spostato alla fine l'incontro al San Paolo Cultural Center, dove gli arresti hanno avuto luogo. Aggiungendo ulteriori sospetti, quando il gruppo è stato portato via dalla polizia, la maggior parte delle persone è stato caricato su un autobus, mentre Balta è salito su una macchina della polizia senza arrivare mai ad un commissariato.
Ponte ha condotto un'indagine approfondita sugli account social media di Balta, scoprendo che dopo aver pubblicato pochissimi post (raramente politici), senza una foto identificativa, ha cancellato tutto a ridosso dell'arresto.
Gli studenti sono stati liberati lunedi su ordine del giudice Rodrigo Tellini de Aguirre Camargo, il quale ha paragonato il comportamento della polizia a quella di una dittatura. Siamo ai livelli di un regime dittatoriale. Per intenderci a quei livelli che sognano Unione Europea e Stati Uniti per il futuro dell'America Latina.
Fonte: lantidiplomatico.it
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