“Sui nostri territori #decidiamoNOi” è l’appello per il voto contrario al referendum costituzionale che ha raccolto l’adesione di 150 realtà territoriali: lanciato da ASud, Rete della Conoscenza e Coordinamento nazionale No Triv, esprime una critica rivolta, in particolare, al disegno centralista alla base della revisione del Titolo V e all’introduzione della cosiddetta “clausola di supremazia statale”. “Con l’ennesima Riforma del Titolo V, gli enti territoriali, che spesso si sono fatti carico delle istanze dei cittadini, contribuendo a migliorare la realizzazione di taluni progetti o evitando, quando ciò fosse manifesto, che il territorio venisse devastato, non avranno più voce in capitolo su materie o politiche cruciali per la sorte delle collettività locali” si legge nell’appello, presentato a Roma il 28 ottobre-.
Le materia non più concorrenti vanno dall’energia alle infrastrutture, passando per il governo del territorio, la valorizzazione dei beni culturali e, più in generale, ogni altra materia che il Governo, “nell’interesse nazionale”, dovesse ritenere di lasciar disciplinare al solo Parlamento, come ricostruito nei giorni scorsi da Altreconomia nell’articolo “Stato vs Regioni: la nuova Costituzione darebbe al primo un potere ‘supremo’”. Così, questo “No” è anche “rivendicazione di un allargamento della base democratica e di un ripensamento della democrazia che parta dalla redistribuzione di poteri decisionali a territori e enti democratici di prossimità” spiega l’appello.
Le materia non più concorrenti vanno dall’energia alle infrastrutture, passando per il governo del territorio, la valorizzazione dei beni culturali e, più in generale, ogni altra materia che il Governo, “nell’interesse nazionale”, dovesse ritenere di lasciar disciplinare al solo Parlamento, come ricostruito nei giorni scorsi da Altreconomia nell’articolo “Stato vs Regioni: la nuova Costituzione darebbe al primo un potere ‘supremo’”. Così, questo “No” è anche “rivendicazione di un allargamento della base democratica e di un ripensamento della democrazia che parta dalla redistribuzione di poteri decisionali a territori e enti democratici di prossimità” spiega l’appello.
All’iniziativa -in continuità con la mobilitazione popolare costruita sui territori attorno al referendum abrogativo dello scorso 17 aprile- hanno aderito, tra gli altri, No TAV, No MUOS, Coalizione campana Stop Biocidio, l’associazione ISDE-Medici per l’Ambiente e reti territoriali di Abruzzo, Sardegna, Veneto, Basilicata, Puglia, Lombardia, ma anche i comitati di Brescia, Taranto, Brindisi e Gela.
“Nelle mobilitazioni che abbiamo alimentato negli ultimi anni abbiamo imparato una lezione capitale: la democrazia nel nostro Paese va riformata, sì. Ma nel senso che va estesa e restituita alle collettività locali. Non possiamo accettare una costituzionalizzazione della sospensione democratica, da noi avversata con forza in questi ultimi anni, né accogliere la becera logica sottesa a provvedimenti dannosi come lo Sblocca-Italia. In altre parole: non possiamo restare impassibili dinanzi all’idea che gli interessi economici e senza scrupolo dei potentati di turno, delle grandi lobbies finanziarie, energetiche e industriali diventino parte della nostra Costituzione”.
Fonte: Altreconomia.it
Originale: http://altreconomia.it/decidiamonoi/
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