La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

domenica 23 ottobre 2016

Referendum: e Renzi ordinò ai suoi, “Facite ammuina”!

di Aldo Giannuli 
Un divertente falso storico sostiene che nel regolamento della marina napoletana, ci fosse la prescrizione “Facite ammuina” nel caso in cui si fosse inseguiti da vascello nemico più veloce ed armato, allo scopo di confondere il nemico. Renzi però, lo ha preso alla lettera e vista la mala parata del referendum, ha impartito l’ordine ai suoi di “fare ammunina”. I sondaggi implacabili, danno il no in vantaggio, anche se non di molto ed anche se non ne manca qualcuno speranzoso che dà il Si addirittura al 57% (per questi casi, però, consiglio il Primitivo di Manduria: al terzo bicchiere si vede il Si all’83%) ma il sentire comune (anche fra i sostenitori del Si) è che vincerà il No; ed allora: scioglimento di Equitalia (che in effetti, cambierà nome), mance a tutti e, soprattutto, straordinarie performances dei suoi.
In primo luogo sulla legge elettorale: il No non stia a ripetere la solfa del “combinato disposto” perché Renzi ha giù etto che l’Italicum lo cambia e, quindi, possiamo fare come se già non ci fosse. Solo che per ora c’è e non c’è nessuna garanzia concreta che cambi: che l’Italicum debba cambiare è evidente perché, altrimenti, vincono i 5 stelle, ma ci si guarda bene dal dire come lo si vuol cambiare. Se resta un premio al 54%, anche se cambiano alcune altre norme, siamo al punto di partenza. Poi bisogna dire che occorre anche vedere cosa dirà la Corte Costituzionale e, comunque, non è detto che ci siano i numeri per cambiarlo. Ma, soprattutto, quando si fa un referendum costituzionale (o qualunque referendum) conta quello che c’è al momento, non le intenzioni di cambiare: di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno.
Su questa strada chi si è spinto più avanti è stato l’ineffabile Delrio che ha proposto un “Accordo vincolante” per rendere elettivo il nuovo Senato. Un capolavoro di disonestà intellettuale e diciamo il perché.
Come si fa un “accordo vincolante”? Si va dal notaio? Ci si giura fedeltà sull’altare della Patria? E che valore ha un accordo del genere? Se poi lo si dimentica che succede? Niente direi.
E che si tratti di una truffa bella e buona lo dice il fatto che non è possibile dare esecuzione a questo “accordo vincolante” entro la legislatura: mancano 17 mesi alle nuove elezioni (sempre che non ce ne siano di anticipate) e una modifica di questo genere non si può fare se non per legge di revisione costituzionale, che tecnicamente, richiede non meno di 24 mesi (e stiamo parlando di un termine assai poco realistico).
Dunque occorre andare all’altra legislatura, se non che:
1. di mezzo ci sono le elezioni e non sappiamo chi le vincerà e se questo qualcuno si riterrà vincolato a quell’accordo
2. Nel frattempo, se dovesse passare il Si, sarebbe formato il nuovo Senato ad elezione indiretta e non è affatto detto che gli eletti si sentiranno vincolati a questo accordo che li condanna a farsi eleggere con regolari votazioni nella volta successiva
3. Di mezzo ci saranno diecimila altri problemi, a cominciare dalla crisi economica, per cui non è affatto sicuro che la prima urgenza sarà quella e la cosa non scivoli alle calende greche
4. Delrio non dice fra chi debba essere stretto questo accordo: fra tutti i partiti? Fra quelli dell’ex Nazareno? Fra quelli della maggioranza? Fra le correnti del Pd? E se il movimento 5 stelle dice no che si fa?
Tutti problemi che Delrio fa finta di non vedere, perché gli interessa solo confondere le idee agli elettori. E’ un comportamento moralmente ignobile,molto peggiore che prender tangenti (che, comunque, nel Pd non si fanno mancare), si chiama “circonvenzione di elettore”. Spesso dico che il Pd è il partito più disonesto della storia della Repubblica, peggiore dei partiti di Mani Pulite, di fronte al quale anche quelle di Berlusconi sembrano marachelle infantili, mi si chiede di dimostrare questa mia affermazione: ecco l’esempio perfetto.

Fonte: aldogiannuli.it 

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