La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 2 gennaio 2017

Gutierrez, il socialista dal volto umano a capo dell'Onu

di Aldo Ferrara 
Non c’è nulla da fare: la politica estera non piace nè agli italiani nè ai loro politici spesso disattenti. Tra festività e attentati, a molti è sfuggito un cambiamento della politica planetaria, che sa di epocale, data la personalità di Antonio Guterres che è stato chiamato a succedere al Segretario dell’ONU Ban-Ki-moon. L’elezione si è svolta in una rara dimostrazione di unità da parte dei grandi elettori, i 15 ambasciatori del Consiglio di Sicurezza. Guterres lascia dunque il ruolo finora ricoperto di Alto Commissariato ONU per i rifugiati (UNHCR).
Una vera sorpresa perché molti osservatori si aspettavano che la Russia, che attualmente detiene la presidenza del consiglio di sicurezza, avrebbe bloccato la sua nomina, secondo quanto dichiarato da Lavrov, Ministro Esteri della Russia. Mosca avrebbe spostato la sua opzione su un politico dell’Europa Orientale invece il margine di vittoria di Guterres è stato decisivo. Ha vinto con 13 voti contro l’altro candidato, lo slovacco Miroslav Lajčák.
Antonio Guterres, cresciuto durante la dittatura di Salazar, partecipa alla Rivoluzione dei garofani del 25 aprile 1974 e nel 1976 viene eletto al Parlamento portoghese. Primo Ministro dal 1995 al 2002, strenuo sostenitore della causa abortista, è stato un “socialista dal volto umano”. Caduto il Governo andò ad insegnare nelle scuole dei quartieri disagiati.
Come capo rifugiati delle Nazioni Unite, Guterres ha fatto costantemente appello alla coscienza della comunità internazionale sulla crisi dei rifugiati peggiore dalla seconda guerra mondiale, e ha promesso di continuare ad essere un portavoce per gli oppressi, anche da Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Rileviamo dal giornale Guardian del 1° gennaio del 2017 i giudizi di alcuni analisti di politica estera. “Penso che sia una scelta eccellente”, ha detto Michael Doyle, un ex assistente segretario generale delle Nazioni Unite e ora un professore della Columbia University. “Abbiamo qualcuno che ha grande capacità politica, essendo stato il primo ministro del suo paese, lui ha dimostrato all’United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR) di avere spiccate doti di multilateralista.”
Richard Gowan, un esperto delle Nazioni Unite al Consiglio europeo per le relazioni estere, ha detto: “La grande domanda è quali concessioni Guterres abbia dovuto trattare con Russia e Cina per avere il loro sostegno. Ma questo lo vedremo in seguito”.
Cosa abbiamo da imparare noi italiani? Innanzitutto l’esempio morale di un uomo impegnato nel sociale sin da giovane e che ha dedicato la vita al recupero degli emarginati. Un esempio umano, oltre che politico. In secondo luogo appare tra i Segretari Generali più accreditati con il lungo percorso all’UNHCR, dove ha profuso tutta la sua energia umanitaria. Un socialismo non di facciata ma praticato sul campo e nella vita, quando dovette assistere la moglie affetta da gravi problemi di salute.
Un esempio, insomma, di fusione non dipanabile tra uomo pubblico e uomo privato che trasferisce nella sua azione politica la quotidianità, spesa per gli altri. Lo fu anche un suo illustre predecessore, Dag Hammarskjold, Segretario Generale dell’ONU dal 1953 alla sua morte, avvenuta nel 1961 in un incidente aereo nello Zambia. L’anno successivo fu insignito del Premio Nobel per la Pace alla memoria. Guterres ne ricalcherà le orme?

Fonte: glistatigenerali.com 

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