di Peppe Sini
Una delle figure più prestigiose della vita civile italiana, Lidia Menapace, partigiana, femminista, senatrice emerita, ha espresso il suo sostegno all’appello “Una persona, un voto” affinché ad ogni persona che vive in Italia sia riconosciuto il diritto di voto. Vivono oggi in Italia oltre cinque milioni di persone che per il solo fatto di non essere native del luogo sono private del diritto di voto: ma questi cinque milioni di persone qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all’Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una delle figure più prestigiose della vita civile italiana, Lidia Menapace, partigiana, femminista, senatrice emerita, ha espresso il suo sostegno all’appello “Una persona, un voto” affinché ad ogni persona che vive in Italia sia riconosciuto il diritto di voto. Vivono oggi in Italia oltre cinque milioni di persone che per il solo fatto di non essere native del luogo sono private del diritto di voto: ma questi cinque milioni di persone qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all’Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Il fondamento della democrazia è il principio “una persona, un voto”; l’Italia essendo una repubblica democratica non può continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Sia finalmente riconosciuto a tutte le persone residenti in Italia il diritto di voto:
a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto è già riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell’Unione Europea);
b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.
All’appello “Una persona, un voto” hanno già espresso il loro sostegno numerosissime persone e tra esse alcune delle figure più autorevoli della cultura e dell’impegno morale e civile nel nostro paese, come padre Alex Zanotelli, la storica Anna Bravo, il filosofo Giuliano Pontara, il presidente onorario del Movimento Nonviolento Daniele Lugli, l’educatore ed editore Olivier Turquet, il presidente onorario dell’Ipri Alberto L’Abate, l’animatore del “Centro nuovo modello di sviluppo” Francuccio Gesualdi, la senatrice emerita Giancarla Codrignani, il magistrato e poeta Adriano Sansa, il filosofo Dario Borso, il saggista e mediattivista Carlo Gubitosa, il saggista e una delle maggiori figure della cultura della pace Enrico Peyretti, il docente universitario e uno dei fondatori dell’ecologia in Italia Giorgio Nebbia, la dottoressa Antonella Litta, lo storico, docente universitario e giornalista Gennaro Carotenuto, il giurista e docente universitario Andea Pubusa, il giurista Alessandro Presicce, l’attivista da sempre impegnato per la pace e la legalità Franco Borghi, l’attivista in difesa della Costituzione Maria Rosa De Troia, il docente universitario Paolo Bosi, l’educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni Amalia Navoni, il militante antifascista Eugenio Longoni, la biologa e ricercatrice Simonetta Astigiano, il direttore di “In dialogo” Antonio Vermigli, don Gianni Bergamaschi da sempre impegnato per la pace e nella solidarietà concreta, il medico impegnato da sempre nella solidarietà internazionale Alessandro Murgia, il docente universitario Giorgio Demurtas, l’ecologista e rappresentante di Medicina Democratica di Alessandria Lino Balza, la docente, saggista e peace-researcher Angela Dogliotti, l’antropologo, docente universitario e poeta Alberto Cacopardo, l’antropologa, docente universitaria e una delle figure più autorevoli dell’impegno antirazzista Annamaria Rivera.
Una breve notizia su Lidia Menapace
Lidia Menapace è nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, è poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del “Manifesto”; è tra le voci più alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della società civile, della nonviolenza in cammino. Nel 2006-2008 è stata senatrice. Fa parte del comitato nazionale dell’Anpi. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace è dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L’ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Né indifesa né in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resisté, Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004; Lettere dal palazzo, Marea – Erga Edizioni, Genova 2007; Un anno al senato, Tracce, 2009; …A furor di popolo, Marea, Genova 2012; Io, partigiana. La mia Resistenza, Manni, 2014; Canta il merlo sul frumento, Manni 2015. Nel 2006 una campagna per la sua elezione alla Presidenza della Repubblica ottenne molte adesioni.
Fonte: Pressenza
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