di William Rogers
All’inizio del nuovo anno 2.000 disoccupati in Finlandia sono stati scelti a sorteggio per partecipare all’esperimento del reddito universale di base del paese. I prescelti riceveranno dal governo un reddito base di 580 dollari al mese invece dell’indennità di disoccupazione. Tale importo coprirà le spese fondamentali di sussistenza. Diversamente da quelli che ricevono l’indennità di disoccupazione i partecipanti all’esperimento del reddito di base continueranno a ricevere il loro reddito mensile indipendentemente dal fatto che trovino un lavoro.
L’esperimento durerà due anni e alla scadenza il governo valuterà i risultati dell’esperimento e deciderà se ampliare il programma del reddito di base.
Anche se la Finlandia è il primo paese a sperimentare l’offerta di un reddito universale di base, in Europa stanno avendo luogo altri esperimenti locali.
Il Guardian riferisce che la città italiana di Livorno ha cominciato la scorsa estata a versare a 100 dei suoi residenti più poveri un reddito base di 500 euro al mese e ha aumentato tale numero di altri 100 a gennaio.
Cinque città in Olanda condurranno un esperimento simile nel 2017 e oltre Atlantico, in Canada, la provincia dell’Ontario avvierà un programma di reddito di base questa primavera.
Il governo finlandese spera che l’offerta ai lavoratori di un reddito di base contribuirà a ridurre il suo tasso di disoccupazione, attualmente all’8,1 per cento.
Il governo considera la propria generosa assicurazione contro la disoccupazione una barriera all’ingresso nel lavoro per molti lavoratori disoccupati. In parole povere, alcuni disoccupati possono ricevere dall’assicurazione contro la disoccupazione più denaro di quanto ne riceverebbero se accettassero un lavoro a bassa remunerazione.
Il governo potrebbe ridurre l’indennità di disoccupazione ma una tale soluzione in un paese come la Finlandia, che ha una forte tradizione socialdemocratica, determinerebbe probabilmente un contraccolpo inaccettabile contro la coalizione di centrodestra oggi al potere.
Il governo ha invece scelto di sperimentare un reddito universale di base che non sarebbe influenzato da un ritorno del lavoratore all’impiego.
Il New York Times scrive che imprenditori di nuove aziende in Finlandia incontrano problemi nel coprire i posti perché non sono in grado di corrispondere salari paragonabili a quelli di imprese consolidate come la Nokia, che ha recentemente licenziato migliaia dei propri dipendenti.
Il governo spera che un reddito di base incoraggerà i lavoratori ad accettare posti a più bassa remunerazione o a ritornare a scuola per apprendere nuove competenze o ad avviare piccole attività proprie.
Anche se l’abbraccio finlandese di un reddito universale di base è principalmente una risposta al problema della disoccupazione nel paese, Yanis Varoufakis afferma che un salario universale di base è una necessità per affrontare i problemi che sta creando il capitalismo.
Varoufakis è l’ex ministro delle finanze della Grecia, un economista famoso e una voce di spicco della sinistra radicale in Europa.
“Il reddito di base sarà una parte essenziale e necessaria di ogni tentativo di stabilizzare la società e di civilizzarla”, ha affermato Varoufakis in un discorso tenuto a maggio alla conferenza “Futuro del mondo” in Svizzera.
Il problema, secondo Varoufakis, è che l’ascesa del capitale finanziario ha causato molti problemi alla classe lavoratrice. Ci sono meno posti ben pagati nell’industria manifatturiera in Europa e in America del Nord e più lavori sottopagati nel settore dei servizi.
Molti dei posti sottopagati sono a rischio. A un certo punto, in un futuro non troppo lontano, i progressi tecnologici renderanno possibile automatizzare molti di tali lavori.
Quando ciò accadrà la vita tirando a campare dei lavoratori sottopagati che non avranno più il loro lavoro peggiorerà.
Varoufakis sostiene che le attuali misure socialdemocratiche per far fronte alla disoccupazione non funzioneranno più.
In Europa e in America del Nord la maggior parte dei programmi di assicurazione sociale che aiutano le persone a sopravvivere in periodi di disoccupazione o durante altre avversità sono finanziati dalle imposte a carico della classe lavoratrice, ma con un numero sempre maggiore di lavoratori occupato in lavori sottopagati, tali imposte stanno diventando impraticabili.
Quando masse di lavoratori cominciano a perdere il posto a favore dell’automazione, i lavoratori troveranno sempre più difficile pagare l’assicurazione sociale che assicura loro una rete di salvaguardia.
Perciò, dice Varoufakis, dobbiamo trovare un altro modo per proteggere i lavoratori e un altro modo per finanziare ciò.
Varoufakis promuove un reddito universale di base finanziato recuperando gli investimenti pubblici a favore della ricchezza privata.
Anche se il capitale afferma che la ricchezza è generata privatamente, Varoufakis indica gli investimenti pubblici che sono stati essenziali per lo sviluppo di nuove tecnologie che hanno reso possibile la creazione di ricchezza.
Computer, Internet, tecnologia biomedica e altre tecnologie che producono ricchezza non sarebbero state possibile senza i miliardi di dollari di investimenti operati dai governi.
Tuttavia quasi tutti i profitti di tali investimenti sono finiti in mani private.
Per recuperare la quota pubblica della ricchezza che hanno contribuito a creare i governi dovrebbero “mettere in atto leggi che prescrivano che una percentuale del capitale di ogni offerta pubblica sia canalizzato in un Deposito di Capitale Comunitario con i dividendi relativi a finanziare un dividendo un universale di base” che sarebbe usato per finanziare un reddito di base per tutti i lavoratori, scrive Varoufakis.
Fare ciò estenderebbe alla classe lavoratrice parte dei vantaggi dell’essere ricchi.
“Non vorrei che i miei figli avessero un fondo fiduciario che li protegga dalla paura dell’indigenza e che consenta loro di investire coraggiosamente nei loro veri talenti? … Qual è la base morale di negare a tutti i bambini lo stesso vantaggio”, scrive Varoufakis.
Da ZNetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Left Labor Reporter
Traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0
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