di Domenico Gallo
La settimana che si chiude è stata caratterizzata da tre eventi straordinari del tutto eterogenei ed apparentemente slegati fra di loro, dietro i quali però è possibile intravedere un filo comune. Il primo evento si è verificato il 17 gennaio a Roma dove si è concluso dinanzi alla Corte d'Assise di Roma il processo a 33 imputati, accusati di "omicidio plurimo aggravato" in relazione al “Piano Condor”. Si è trattato di un processo e di una sentenza storica che ha fatto luce su alcuni degli episodi più oscuri della storia recente dell’America Latina e dei sistemi totalitari che hanno sparso lutti e sofferenze in Argentina, Cile, Bolivia, Uruguay, Brasile e Paraguay negli anni '70 e '80.
Il processo si è celebrato in Italia perché alcune delle circa 50.000 vittime e uno degli imputati sono di origine italiana. Nel processo è stato dimostrato che all'epoca esisteva un vero e proprio piano denominato Condor ed elaborato dalla CIA per sostenere le dittature e annientare gli avversari politici al fine di evitare la penetrazione comunista nel continente. Non si trattava soltanto di omicidi, ma anche di terribili torture e di sparizioni forzate (desaparecidos), un meccanismo spietato di caccia all’uomo concluso in luoghi di tortura e morte dal triste nome come Villa Grimaldi a Santiago del Cile o l’officina Automotores Orletti a Buenos Aires in Argentina. Le udienze sono state una galleria degli orrori con testimonianze e memorie che hanno rivelato un sistema crudele e disumano. Ha scritto don Tonio Dell’Olio, direttore della rivista Mosaico di Pace: “Segnalare oggi la sentenza significa onorare la memoria delle vittime e il dolore dei loro familiari, dare un segnale forte anche nel senso dell'educazione delle giovani generazioni perché non si ripetano mai più nella storia fatti di questo genere e per imparare che il dolore e il rispetto della vita non conosce confini”.
Il processo si è celebrato in Italia perché alcune delle circa 50.000 vittime e uno degli imputati sono di origine italiana. Nel processo è stato dimostrato che all'epoca esisteva un vero e proprio piano denominato Condor ed elaborato dalla CIA per sostenere le dittature e annientare gli avversari politici al fine di evitare la penetrazione comunista nel continente. Non si trattava soltanto di omicidi, ma anche di terribili torture e di sparizioni forzate (desaparecidos), un meccanismo spietato di caccia all’uomo concluso in luoghi di tortura e morte dal triste nome come Villa Grimaldi a Santiago del Cile o l’officina Automotores Orletti a Buenos Aires in Argentina. Le udienze sono state una galleria degli orrori con testimonianze e memorie che hanno rivelato un sistema crudele e disumano. Ha scritto don Tonio Dell’Olio, direttore della rivista Mosaico di Pace: “Segnalare oggi la sentenza significa onorare la memoria delle vittime e il dolore dei loro familiari, dare un segnale forte anche nel senso dell'educazione delle giovani generazioni perché non si ripetano mai più nella storia fatti di questo genere e per imparare che il dolore e il rispetto della vita non conosce confini”.
Il secondo evento si è verificato il giorno successivo, il 18 gennaio, con le scosse di terremoto che hanno martoriato l’Italia centrale e con la tragica vicenda della slavina che ha seppellito un intero albergo con tutti i suoi ospiti, con un bilancio di vittime che sicuramente si è aggravato poiché i soccorsi hanno tardato ad arrivare a causa delle strade bloccate da nevicate eccezionali.
Il terzo evento è quello che si verifica oggi, 20 gennaio, con l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump. Abbiamo già osservato che l’avvento al potere di questo miliardario arrogante nella sua ignoranza, non è un problema che riguarda solo gli americani, del resto il processo Condor ha dimostrato che la Presidenza Nixon, con Kissinger segretario di Stato, ha spalancato le porte all’inferno dei desaparecidos in America latina. Il più celebre intellettuale americano, Noam Chomsky, da sempre voce critica del panorama intellettuale, ci ha ammonito che Trump alla Casa Bianca è un pericolo per il genere umano.
Che rapporto c’è fra questi tre eventi? Il primo evento ci racconta una tragedia provocata dalla politica, il terzo ci segnala una politica che può produrre tragedie, il secondo ci segnala che ci sono tragedie provocate dalla natura, che sono difficili da prevenire e dalle quali è difficile difendersi. Tutti e tre questi eventi ci rimandano ad una condizione umana nella quale la politica può produrre disastri ancora peggiori di quelli che derivano dalla natura.
La natura non possiamo cambiarla, però la politica si.
Fonte: MicroMega online - blog dell'Autore
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