Intervista a Michele Emiliano di Stefano Costantini
"L'invito a non votare viola la Costituzione". Nel suo fortino di presidente della Puglia, Michele Emiliano è alla vigilia della battaglia più difficile contro il premier-segretario Matteo Renzi. Dalle finestre del suo ufficio vede quel mare minacciato dalle trivelle. Presidente, difficile che si arrivi al quorum.
Qual è la cifra oltre la quale sarà comunque soddisfatto?
"Se voteranno in 10 milioni (cioè quasi uno su 5), credo sarà stato un successo. Ho scoperto in questa campagna referendaria il mondo straordinario dell'associazionismo ambientalista".
Più che gli ambientalisti sembra che a darle una mano sia stata l'inchiesta sulla lobby affaristico-ministeriale di Tempa rossa...
"Non lo so, difficile comprendere il ruolo della provvidenza dice mentre sorride - ciò che più ha aiutato la campagna No Triv è stato l'invito all'astensione. Se agli italiani dici quello che non devono fare impazziscono e allora si informano".
Perché allora secondo lei Renzi ha scelto questa linea?
"È stato un atto inconsulto tutto nato e cresciuto dentro al ministero dello Sviluppo economico. L'ostinazione con cui hanno evitato di incontrarci è incomprensibile".
E come se lo spiega?
"All'inizio pensavo a un errore. Mi dicevo: "Vedrai, adesso correggono anche il sesto quesito". Invece hanno insistito".
Quindi ha capito che era una scelta.
"Già, e le risposte sono solo due: o Renzi ha voluto così umiliare il movimento No Triv e anche Emiliano, oppure si è reso conto che il quesito era talmente dannoso per i petrolieri da dover essere mantenuto. Credo che sia stato un po' per entrambe le ragioni".
E quale sarebbe il regalo alla lobby dei petrolieri?
"Semplice, non indicare il termine della concessione consente di tenere in vita le piattaforme anche al minimo dell'estrazione, con il doppio vantaggio di produrre sotto la soglia della franchigia e non dover rimuovere gli impianti, il decommissioning. Un risparmio di circa un miliardo".
In molti pensano che il referendum sia in realtà uno strumento nella battaglia contro Renzi per la leadership nel partito e forse addirittura nel centrosinistra.
"Avevo un programma e un'indicazione del Consiglio regionale. Era mio dovere sostenere la linea anti trivelle".
Eravate un gruppo di governatori. Poi si è ritrovato un po' solo, o no?
"Non è facile tenere una posizione contro
Renzi, e gli altri hanno preferito una linea più tranquilla".
Al referendum costituzionale, come voterà?
"Non ho ancora una posizione, ma spero si torni a discutere dentro al Pd, mi interessa il rapporto Regioni-Stato".
Fonte: La Repubblica
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