di Checchino Antonini
Passa il decreto Minniti-Orlando. Con 240 sì e 176 contrati e 12 astenuti l’aula della Camera ha dato il suo via libero definitivo al dl migranti su cui ieri sera il governo aveva incassato la fiducia. Scandalosa la linea di Articolo 1 Mdp, il partito di D’Alema e Bersani che ha votato a favore del provvedimento al Senato, per non mettere in difficoltà il governo Gentiloni, e poi contro alla Camera sullo stesso identico testo dove non c’era rischio di sfiducia e poteva continuare la sceneggiata dell’ex sinistra Pd. Così, senza nemmeno un vero dibattito parlamentare, ci ritroviamo una legge che incrocia i vecchi arnesi della repressione italiana (dal codice Rocco di epoca fascista fino ai lager per migranti inventati da Turco e Napolitano e perfezionati da Bossi e Fini) con la tendenza liberticida dell’Ue che costruisce muri e sforna norme come l’Etat d’urgence francese e la ley mordaza spagnola.
Nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio, taglio dei tempi di esame per le domande di asilo, eliminazione di un grado di giudizio per i ricorsi, possibilità per i richiedenti di svolgere lavori di pubblica utilità gratuiti e volontari, 19 milioni di euro per garantire l’esecuzione delle espulsioni. Sono i principali punti del decreto migranti (23 articoli), firmato dai ministri Marco Minniti ed Andrea Orlando, che va all’esame della Camera dopo aver avuto il via libera dal Senato. CPR AL POSTO DEI CIE – Al posto dei vecchi Cie saranno creati in ogni regione i Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), 1.600 posti in tutto, preferibilmente fuori dai centri urbani e vicino ad infrastrutture di trasporto. Queste strutture ospiteranno i migranti da rimandare in patria. Per garantire l’esecuzione delle procedure di espulsione vengono stanziati 19 milioni di euro. Le disposizioni escludono il trattenimento nei Centri di persone «in condizioni di vulnerabilità». Previsto l’accesso ai Centri, senza previa autorizzazione, per i parlamentari e gli altri soggetti ammessi a visitare le carceri. TAGLIO TEMPI RICORSI SU ASILO – Altro punto fondamentale è il taglio dei tempi di trattazione delle domande di asilo, aumentate nel 2016 del 47% rispetto all’anno precedente (in tutto sono state 123mila). Ci sarà l’assunzione straordinaria di 250 specialisti per rafforzare le commissioni di esame delle richieste. Vengono poi istituite 26 sezioni specializzate in materia di immigrazione ed asilo presso ciascun tribunale ordinario del luogo in cui hanno sede le Corti d’appello. Deciso inoltre il taglio dell’appello per i ricorsi contro il diniego dello status di rifugiato, che diventa ricorribile solo in Cassazione. LAVORI PUBBLICA UTILITÀ PER RICHIEDENTI ASILO – Il decreto prevede la promozione dell’impiego di richiedenti asilo in lavori di pubblica utilità gratuiti e volontari, ad opera dei prefetti, d’intesa con Comuni e Regioni. PROROGA SOSPENSIONE TRIBUTI PER LAMPEDUSA – Nell’articolato è stata infine inserita la proroga fino al 15 dicembre 2017 della sospensione dei versamenti tributari a favore dei contribuenti di Lampedusa.
Fonte: popoffquotidiano.it
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