La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 13 aprile 2017

Cinque Stelle e sindacato. Intervista a Giorgio Cremaschi

Intervista a Giorgio Cremaschi di Radio Città Aperta
Abbiamo visto il Corriere della Sera, abbiamo visto i grillini che stanno stendendo un programma in cui parlano di “distintermediazione” nei rapporti tra impresa e lavoratori… Tu annunci un video, a giorni, in cui spieghi tecnicamente ai grillini il tema. Ci vuoi chiarire un po' la cosa?
"Mi è stato chiesto un giudizio non sulla disintermediazione, ma sulle questioni della democrazia sindacale. Quindi ho fatto quello. Penso che oggi sia una questione di fondo la democrazia e il rinnovamento dei sindacati. Naturalmente il Movimento 5 Stelle poi fa le sue scelte. Ho visto anche io, come voi, il terminedisintermediazione, che è un termine terribile, inaccettabile. L'ho già detto, perché è il classico termine con cui tutte le forze liberiste hanno definito il ruolo del sindacato. Nella storia del liberismo, dall'800 fino alla signora Thatcher, il sindacato è visto come una cosa che si frammette tra il “libero mercato dell'impresa” e il “libero mercato del lavoro”.
E’ quello che impedisce che il lavoro venga totalmente sfruttato, a discrezione. Quindi è un termine assolutamente infelice, anche se poi successivamente ho visto che il Movimento 5 stelle ha chiarito che si riferisce solo alla democrazia all'interno dell'impresa, non alla questione della rappresentanza sindacale. Credo che però questa ambiguità sia da parte loro voluta, perché è un modo per continuare a dire che non sono “né di destra, né di sinistra”; mentre invece io credo che la questione della rappresentanza sindacale sia una questione di fondo della democrazia e dell'idea di un progresso che va contro le forze del capitale e contro le forze dell'impresa. Quindi una grande questione sociale su cui non si può stare a metà strada. Bisogna scegliere se si sta – per essere chiari – con Renzi, con Marchionne e con la Confindustria – naturalmente con le complicità sindacali confederali – ppure se si sta dal lato non genericamente “dei sindacati”, ma del diritto dei lavoratori ad avere una propria rappresentanza. Questo mi fa dire che bisogna respingere contemporaneamente le lacrime di coccodrillo e i pianti ipocriti che ci sono stati dal mondo del Pd o ad esso collegato. La questione sindacale esiste, come sappiamo perfettamente. Sabato ero ad un'assemblea di lavoratori Sky, Almaviva, Alitalia i quali hanno ricevuto tanti guai dalle aziende, ma anche per gli accordi sindacali sbagliati firmati da Cgil-Cisl-Uil. La questione della democrazia sindacale è reale, e non si può pensare che chiunque affronti questo tema sia un nemico del sindacato. Poi naturalmente il Movimento 5 Stelle dovrà scegliere se sta dal lato del rinnovamento dei sindacati o dal lato di Marchionne. Ma resta il fatto, e questo è il senso anche del video che mi hanno chiesto, che la questione della democrazia sindacale è una questione centrale. Noi dobbiamo considerare una delle questioni fondamentali della democrazia del nostro paese il fatto che i lavoratori possano scegliere chi li rappresenta, liberamente: tutti elettori e tutti eleggibili, come si dice, senza che si debba passare per le forche caudine della firma di un contratto o di un accordo, o di altre forme distorte per cui alla fine è l'azienda, la controparte, che decide “chi è il sindacato” che ha di fronte. Questo è inaccettabile, ma questo è il sistema che abbiamo nel nostro paese." 
Anche perché, Giorgio, parlando di “intermediazione” ci sarebbe da ridere con le agenzie di lavoro interinale… Che cosa sono queste, se non “intermediazione tra il lavoro e l'azienda”?
"Assolutamente… Se uno oggi vuole discutere davvero di eliminare l'intermediazione dovrebbe dire: “eliminiamo il pacchetto Treu”. Come sappiamo, prima del pacchetto Treu era vietato, c'era una legge del 1960 che vietava l'intermediazione di manodopera, ed è stata abolita nel 1997 dal governo Prodi, che ha liberalizzato le agenzie interinali, le agenzie di collocamento privato. Oggi c'è tutta questa moda dei curriculum, delle agenzie private ecc. Se si volesse tornare ad un sistema senza intermediazione la prima cosa dovrebbe essere: torniamo al collocamento pubblico e aboliamo il caporalato ufficiale delle agenzie interinali… Diciamoci la verità: nel nostro paese abbiamo il massimo della disoccupazione e il massimo di agenzie interinali. Ci sarà un rapporto tra le due cose? Io penso di sì. Ripeto: il Movimento 5 Stelle ha dichiarato poi, precisando dopo le prime polemiche, che le questioni dell'intermediazione si riferisce a quella che loro chiamano la democrazia industriale, cioè la possibilità di controllo che hanno i lavoratori sull'impresa, accennando al modello tedesco, ecc. Si tratta invece di dire quali sono gli strumenti con cui i lavoratori possono controllare direttamente l'impresa, si può dire in positivo. Ripeto,la battaglia è contro la burocratizzazione, contro il monopolio confederale delle relazioni sindacali. Non bisogna dimenticare che le leggi sulla rappresentanza sindacale sono state sempre boicottate dentro il Parlamento dalle lobby, sia di Cisl e Uil (la Cgil a parole si è dichiarata a favore, ma poi in realtà non ha fatto niente per sostenerle), e poi da tutte – nessuna esclusa – le associazioni delle imprese. Tutte hanno sempre visto come il fumo negli occhi che ci fosse una legge che stabilisse un principio molto semplice: in tutti i luoghi di lavoro dove questo è garantito dallo Statuto dei lavoratori, quindi dai 15 dipendenti in su, i lavoratori hanno diritto ad eleggere, senza vincoli di firme o altro, chi li rappresenta. Tutti possono concorrere e poi saranno i lavoratori a decidere chi li rappresenta o no. Abbiamo un art. 39 della Costituzione che stabilisce questo principio, ma che non è mai stato applicato." 
Forse bisognerebbe spiegare ai neolegislatori 5 stelle che il singolo lavoratore e l'impresa non sono due soggetti di pari peso nella contrattazione individuale; e per questo è nata la rappresentanza collettiva…
"Esattamente. Qui c'è un punto classico della contraddizione. Spesso sento dire, anche a sinistra, che i 5 stelle sono una forza reazionaria… No, sono una forza che, contemporaneamente, ha delle istanze sociali o ambientali – penso al fatto che stanno con i No Tav e con i no Tap – sostengono per ora, nei loro programmi, il “no alle privatizzazioni”. Da un lato hanno istanze sociali progressiste, e dall'altra c'è un lato di liberismo nelle loro posizioni, che spesso emerge… Mi pare sia emerso anche nel loro convegno di Ivrea. Cioè l'idea che in qualche modo la tecnologia, lo sviluppo tecnologico, l'automazione, le nuove frontiere, rendano inutile il sindacato; basterebbe che i lavoratori studino e che siano preparati, detto brutalmente, e che ci sia un sistema per prepararli, e poi sarebbero in grado di vincere contro l'impresa." 
Con le votazioni online…
"Esatto. Questa è una versione moderna, tecnologica, di un ragionamento antico; quello per cui il lavoratore e l'impresa, sul mercato del lavoro, sarebbero davvero uguali. Ma esattamente come dicevi tu, non è così. Il lavoratore è singolo, solo; l'impresa ha dietro di sé tutto il mercato. Questo è un punto centrale. Il sindacato è nato come forza di contrasto del mercato e infatti è stato perseguitato dall'inizio per questo. I giudici americani, che alla fine del 1800 scioglievano le leghe e le organizzazioni sindacali, usavano la legge antitrust. Paradossalmente, i governi degli Stati uniti a fine '800 avevano fatto delle leggi contro i trust, per ostacolare gli accordi tra grandi compagnie per fissare i prezzi delle merci. E i giudici spesso usavano queste leggi… per sciogliere i sindacati. In quanto, è vero, forzavano il mercato fissando un prezzo collettivo della merce forza-lavoro, in maniera da impedire la concorrenza individuale dell'uno con l'altro. Ecco, questa è una questione centrale, bisogna scegliere su questo punto. O si pensa che il lavoratore da solo ce la può fare o si pensa che il lavoratore ha bisogno di maggiori tutele e quindi di maggiore organizzazione."

Fonte: contropiano.org 

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