Intervista a Nicola Fratoianni di Monica Rubino
"A D'Alema e Pisapia dico: ci siamo anche noi. Ma a patto che si costruisca insieme una sinistra coraggiosa". Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, guarda con interesse al progetto di "nuovo Ulivo" dell'ex sindaco di Milano. Ma a condizione che la piattaforma politica sia in netta discontinuità con le politiche di questi ultimi anni.
Fratoianni, come giudica il rifiuto da parte di Matteo Renzi di un'alleanza di tutto il centrosinistra avanzata da Giuliano Pisapia?
"Voglio dire a Pisapia che questa discussione rischia di trasformarsi in una candid camera, perché immaginare che Renzi possa unire la sinistra, dopo aver costruito nel Paese una politica e persino un senso comune che sta all'opposto, è un paradosso incomponibile".
Per lei dunque il Pd renziano è di destra?
"Certo. Basti pensare che in questi giorni, in piena campagna congressuale, il Parlamento approva due decreti, su migranti e sicurezza delle città, fortemente regressivi e firmati da Marco Minniti e Andrea Orlando, principale competitor di Renzi alle primarie".
E allora che fate, vi alleate con Pisapia e D'Alema?
"È chiaro che presentarsi alle elezioni politiche con tre o quattro liste a sinistra del Pd potrebbe essere poco intelligente. Ma l'unità in quanto tale non basta a produrre un'efficacia. Serve discontinuità con il passato".
Esempi concreti?
"Per prima cosa ripristinare l'articolo 18 e riproporre con forza la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore. Poi garantire misure universali di sostegno a chi non ha reddito. Infine insistere sulla gratuità dell'istruzione universitaria e investire nella ricerca".
Correre da soli però sarebbe una follia.
"La destra avanza non perché la sinistra si divide, come dice Pisapia. Questo accade perché la sinistra di governo fa politiche di destra".
Contano anche i numeri: il 19,5% di Mélenchon, che in Francia ha sottratto voti a Le Pen, per voi è una chimera.
"Vero, ma le percentuali si conquistano. Non esistono solo le forze organizzate della sinistra politica come Mdp, Campo progressista o Sinistra italiana. C'è un tessuto di movimenti nati dal basso, comitati, reti civiche la cui forza va incanalata. Bisogna conquistare il popolo che ha detto no al referendum del 4 dicembre".
Mettiamo, per assurdo, che la coalizione di sinistra alternativa vinca le elezioni. Che succede il giorno dopo?
"Se in nome della responsabilità nazionale si facesse un patto di governo con forze che vanno in direzione opposta, allora sarebbe un bluff. Che gli elettori non ci perdonerebbero".
Fonte: repubblica.it
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