La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 28 settembre 2015

Come inquadrare l’ascesa di Jeremy Corbyn?

Come inquadrare questo fenomeno? Come contestualizzare il veleno e l’odio diretti contro un nuovo leader che cerca di rappresentare le esigenze e i desideri della gente? La cosa più incredibile è che chi lo detesta è in realtà il responsabile della sua comparsa.
Mentre ci spostavamo sempre più a destra e la vita della maggioranza della gente veniva sempre più controllata da dirigenti aziendali che nessuno aveva eletto, i nuovi dei del denaro, era inevitabile che, nonostante i loro sforzi, prima o poi apparisse “un” Corbyn. Mentre la democrazia si erodeva e aumentavano l’apatia e l’impotenza, era solo una questione di tempo perché la gente si ribellasse e da questa massa in continuo aumento emergesse una persona in grado di rappresentarne le preoccupazioni e le angosce.
E così ora abbiamo un Corbyn a capo dell’opposizione. Almeno adesso c’è un’opposizione, come certo molti di voi hanno pensato. Prima la democrazia era come comprare una macchina nuova: erano tutte uguali, però potevi scegliere il colore.
Ugualmente strabiliante è il livello in cui la dottrina della corporatocrazia acceca I suoi seguaci. Un’elementare comprensione dell’economia suggerisce che i cartelli stabiliscono i prezzi a qualsiasi livello e che i mercati si evolvono in un gruppo ristretto di super-corporazioni.
Una comprensione dello sviluppo dei mercati finanziari indica che grazie alla bizzarra ingegneria finanziaria inventata dopo il big bang degli anni Ottanta si possono creare aziende che rendono insignificanti i paesi e non hanno alcun rapporto con le reali attività sottostanti. Questo gli permette di imporre ai governi politiche che impediscono di agire nell’interesse della popolazione, una posizione che verrà presto rafforzata dal TTIP (a meno che non riusciamo a fermarlo.) Una comprensione elementare della natura delle aziende dimostra che non hanno nulla di altruistico. Il loro unico proposito è perpetuarsi. Non “danno” lavoro alla gente, ma la usano. E forse un’osservazione superficiale mostrerà che la disuguaglianza è in crescita e che l’unico prodotto di questo sistema corrotto consiste nel concentrare la ricchezza nelle mani di pochissimi e rendere la vita sempre più cara per tutti gli altri.
Eppure tutto questo viene “rifiutato” con tale veemenza da indicare un fosco fondamentalismo le cui radici affondano in ideologie che abbiamo già conosciuto e che ora ci conducono per un sentiero oscuro. I segni ci sono tutti: la sfida alla scienza, il riemergere di razzismo e xenofobia, lo strisciante ritorno del sessismo, l’aumento della sorveglianza sulla gente, il controllo dei media e del sistema giudiziario, i tribunali segreti e la messa fuori legge della protesta. E questo è ciò che sappiamo.
E così ora, all’inizio del XXI secolo, abbiamo un leader deciso a cambiare l’equilibrio tra la gente, il governo e il commercio, che nell’ultima parte del XX secolo si è inclinato verso il commerci, a cambiare le politiche e le dinamiche macro-economiche che ci troviamo davanti come razza. Non c’è da sorprendersi.
Naturalmente gli attacchi continueranno e questo deve essere un movimento di cambiamento della gente per la gente. Corbyn merita il nostro appoggio. In quanto ai suoi nemici, sospetto che più cercheranno di abbatterlo più lui diventerà forte, forse più di quanto possano immaginare. Per fortuna è uno Jedi.

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Traduzione dall’inglese di Anna Polo
Fonte: Pressenza.com

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