di Duccio Zola
Nella società dell'informazione e della conoscenza i dati e le statistiche hanno un ruolo cruciale. E la società civile è sempre più impegnata su questo fronte. In tutto il mondo gruppi, reti e organizzazioni civiche lavorano con i dati e le statistiche, e proprio a partire dal loro utilizzo sperimentano innumerevoli pratiche di innovazione e progresso sociale sostenibile.
Sono questi, in estrema sintesi, i risultati del Rapporto “Come fare cose (buone) con i dati”, appena pubblicato da Lunaria nell'ambito delle iniziative del progetto europeo Web-COSI – acronimo di Web Communities for Statistics for Social Innovation – a cui Lunaria partecipa insieme all'Istat (istituzione capofila del progetto), l'Ocse e la community inglese di imprenditori sociali i-genius.
l Rapporto di Lunaria si concentra sull'analisi di tre fattori strettamente interdipendenti: l'importanza dei dati e delle statistiche all'interno di società complesse e informatizzate come le nostre, il prezioso lavoro che gli attori della società civile realizzano con i dati e le statistiche, e i traguardi di progresso e innovazione sociale che possono essere conseguiti grazie all'incontro tra i due precedenti fattori.
Riguardo alla struttura del Rapporto, una prima sezione di natura teorica è arricchita e completata dalla presentazione e dall'analisi dei risultati di un'indagine empirica che coinvolge otto iniziative realizzate da attori della società civile a livello locale, nazionale e internazionale. Sulla base di queste indicazioni, seguono un decalogo indirizzato agli attivisti della società civile e quattro raccomandazioni chiave ai decisori politici.
Nel complesso, il Rapporto di Lunaria fornisce chiavi e strumenti di lettura utili e aggiornati per comprendere il mondo dei dati e delle statistiche e lo straordinario utilizzo che se ne può fare oggi, e delinea al contempo le scelte da compiere (e quelle da evitare) per coniugare con successo i termini dell'innovazione tecnologica, della partecipazione civica, del progresso e della sostenibilità sociale.
Fonte: sbilanciamoci.info
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