di Joe Emersberger
Il 4 settembre la Corte Suprema canadese ha sentenziato che ai popoli indigeni dell’Amazzonia ecuadoriana è consentito di utilizzare le corti canadesi per tentare (la parola chiave è ‘tentare’) di incassare 9 miliardi di dollari di danni dalla Chevron loro riconosciuti in Ecuador. I canadesi devono ora contrastare l’inevitabile propaganda della Chevron mentre prosegue la battaglia legale.
Nel 1993 l’avvocato statunitense Steven Donziger e altri hanno intentato una causa a New York contro la Texaco nell’interesse delle persone la cui terra e acqua erano state interamente contaminate per 26 anni. Un articolo di Bloomberg del 2011 segnalava qualcosa che può facilmente finire sepolto dalle complessità della lite: dal 1964 al 1990 la Texaco aveva gestito “attività di trivellazione, smaltimento di rifiuti e stesura di tubazioni a tutto campo” nella regione. Erano stati scaricati diciassette miliardi di galloni di rifiuti. Le vittime avevano organizzato proteste contro la Texaco dal 1986 secondo un articolo dettagliato su Nation. La controversia si era trascinata per decenni, cosicché la Chevron (fusasi con la Texaco nel 2001) ha cinicamente preso ad affermare che la compagnia petrolifera statale ecuadoriana, Petroecuador, è la principale responsabile del disastro. Se non vi resterà nella memoria altro di quanto scritto qui, ricordate che la controversia è iniziata nel 1993, dopo che la Texaco aveva trascorso 26 anni a contaminare l’area.
Nel 1993 se la Texaco fosse stata costretta a difendersi negli Stati Uniti avrebbe avuto buone probabilità di perdere. La Texaco ovviamente lo credeva, poiché ha speso nove anni a lottare da matti per ottenere che la causa fosse trasferita in Ecuador, ma la corte ha anche fatto promettere alla Chevron che avrebbe pagato qualsiasi indennizzo fosse stato riconosciuto dalla magistratura ecuadoriana. Come potete immaginare, c’era una scappatoia.
Nel 2013 la Corte Suprema ecuadoriana ha confermato le sentenze della corte inferiore contro la Chevron ma ha assegnato solo 9 miliardi di dollari di danni alle vittime (la metà di quanto riconosciuto dai tribunali inferiori). A quel punto la Chevron aveva venduto quasi tutte le sue attività in Ecuador e ha costretto gli avvocati delle vittime a darle la caccia in giro per il mondo per incassare.
Un anno dopo la Chevron è parsa essersi presa realmente la rivincita su Steven Donziger e i suoi clienti. Ha citato in giudizio Donziger e alcuni dei suoi alleati ecuadoriani per attività criminali. Nel 2014 il giudice Lewis Kaplan del Tribunale Distrettuale di New York ha concluso (sulla base di prove risibilmente deboli) che Donziger aveva ottenuto un verdetto di un tribunale provinciale con mezzi fraudolenti. Non ha nemmeno accusato che la successiva sentenza d’appello e quella della Corte Suprema ecuadoriana erano state ottenute con la frode. Anche se non vi ha provato, la Chevron può tuttora tentare di dimostrare una frode e di richiedere danni presso corti ecuadoriane in cui, nel 2011, ha ottenuto un giudizio a proprio favore. Tuttavia Kaplan ha anche affermato che l’intera magistratura ecuadoriana è incapace di risolvere equamente “casi di questa natura”. Potete scaricare le 485 pagine della sentenza Kaplan dal sito della Chevron. La generale condanna di Kaplan dell’intera magistratura dell’Ecuador contribuisce a sollevare la Chevron dalla promessa di consentire che la magistratura ecuadoriana – che la Chevron aveva un tempo abbondantemente elogiato – decidesse la causa.
Una delle cose rimarchevoli rivelate dalla sentenza Kaplan è che la Chevron non si fida dei tribunali statunitensi perché decidano nel merito della causa. Per evitare di rivelare documenti confidenziali sulle attività della Texaco tra il 1964 e il 1990, la Chevron ha lasciato cadere la sua accusa che l’intera causa contro di essa fosse un’”impostura”. Kaplan ha citato nella sua sentenza questo cambiamento chiave della strategia legale della Chevron ma non ne ha commentato l’evidente motivo. Per contro Kaplan ha stroncato gli imputati ecuadoriani per aver reagito alla mossa della Chevron tentando una modifica della loro strategia. La Chevron ha anche manovrato per evitare un confronto con una giuria lasciando sbrigativamente cadere la sua richiesta di danni. Donziger, molto diversamente dalla Chevron, è stato costretto a rivelare numerosi anni dei suoi documenti confidenziali sul caso, scritture bancarie, dati telefonici e dichiarazioni dei redditi. E’ stato persino costretto a rivelare documenti personali su computer che contenevano un diario in cui rifletteva su cose come il suo matrimonio (vedere pagine 24-29 di questa comparsa d’appello). Kaplan ha di fatto citato dal diario personale di Donziger nella sua sentenza. Anche un regista è stato costretto a consegnare oltre 600 ore di riprese per un documentario (Crude [Greggio]) che era solidale con i clienti di Donziger.
Kaplan ha concluso che la prima sentenza contro la Chevron in Ecuador era stata scritta in realtà da Donziger e da pochi altri. Nonostante il livello di accesso davvero alla Orwell assicurato da Kaplan alla vita personale di Donziger queste conclusioni si basano – secondo il docente di diritto Burt Neuborne – sulla parola non comprovata di “ex giudice ecuadoriano corrotto [Alberto Guerra] che era stato rimosso dalla carica per corruzione e che aveva cinicamente giocato due parti in commedia contro entrambe le parti sollecitando mazzette da ciascuna, con il culmine nel pagamento da parte della Chevron di circa 2 milioni di dollari in contanti e altri benefici di valore”. Guerra aveva incontrato la Chevron almeno 53 volte per fare le prove della sua testimonianza. Neuborne sta lavorando per rovesciare la sentenza Kaplan per conto di due dei coimputati di Donziger nella causa per “attività criminali”. Le due comparse d’appello di Neuborne (qui equi) demoliscono succintamente la sentenza Kaplan.
Kaplan sostiene che spesso ci si affida a persone corrotte per denunciare la corruzione. Vero, ma i loro resoconti dovrebbero condurre a qualche prova che li avvalori. Neuborne ha spiegato che Kaplan “ha semplicemente ignorato prove conclusive che confutavano il racconto di Guerra”. Questa lettera di comparsa descrive altre prove, emerse da allora , che confutano Guerra.
Per quanto disgustosa sia, per molti versi, la sentenza di Kaplan, la sua generale condanna della magistratura dell’Ecuador è verosimilmente la sua caratteristica più comica. Non fosse che la sua analisi ha avuto peso legale, si esiterebbe a degnarla di una risposta. Kaplan si è basato su un esperto politico profondamente ostile al presidente ecuadoriano Rafael Correa, su 250 articoli di giornali ecuadoriani e su alcune accese osservazioni di Donziger, preoccupato che i giudici fossero corrotti dalla Chevron. Kaplan ha dato peso all’opinione di Donziger sui giudici ecuadoriani ma non all’opinione di Donziger sulla Chevron. Il governo dell’Ecuador ha segnalato in una memoria di amicus curiae che citare “250 articoli di oppositori schierati contro il governo attuale la dice più lunga sulle libertà godute dai critici del presidente che sul merito delle loro critiche”.
Rafael Correa, salito per la prima volta al potere nel 2007, ha certamente cambiato il clima giudiziario in Ecudador e si è schierato a favore delle vittime nella loro lotta contro la Chevron. Neuborne ha scritto: “Se un presidente, o un governatore, che si esprime apertamente su problemi ed esercita influenza politica sulla selezione dei giudici è sufficiente per rendere un’intera magistratura incapace di dispensare giustizia imparziale in conformità al primato della legge, allora le magistrature di più di trenta stati, compreso quello di New York, sono rese illegittime”. Ha aggiunto la semplice considerazione che “non c’è nulla nell’idea di fedeltà al primato della legge che garantisca alla Chevron un clima giudiziario favorevole all’industria”.
Forse la nauseante ingiustizia di questa interminabile farsa legale è spiegata meglio da un esperimento mentale. Si immagini che un gruppo di giustizieri fai-da-te scarichi sedici miliardi di galloni di petrolio nei quartieri in cui vivono i dirigenti della Chevron. I dirigenti dovrebbero lottare per decenni per far pagare caro ai colpevoli ciò che hanno fatto?
Originale: teleSUR English
Traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0
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