di Roberto Michele Suozzi
Lo Zika virus viene, allo stato attuale, giudicato “nuovo virus incurabile”, ma già nel 2007 le compagnie farmaceutiche avevano presentato la documentazione per avere un brevetto per la cura per questo “nuovo virus”. Dopo aver presentato la documentazione il 5 ottobre del 2007, la Merck Sharp&Dome ha ottenuto l’approvazione del brevetto il 25 marzo del 2014.
La Novartis ha presentato la documentazione per richiedere il brevetto il 7 febbraio del 2008, e lo ha ottenuto il 2 ottobre del 2012. L’OXITEC è una società “spin-off” dell’Università di Oxford, in Gran Bretagna, ed è filiale della Intrexon Corp; l’OXITEC produce zanzare modificate geneticamente che, secondo quanto affermano, possono fronteggiare malattie e difendere le colture da parassiti nocivi.
In particolare, hanno rivolto la propria attenzione verso le zanzare Aedes aegypti. Queste hanno una sorta di meccanismo autodistruttivo posto all’interno del loro DNA; la proteina di un gene, detta tetraciclina, o meglio tetracycline repressile activator variant (tTAV), provoca la morte della zanzara perché inibisce la vita di tutti gli altri geni.
Se invece gli insetti vengono “allevati” con una dieta particolare, che comprenda uno specifico antitodo, che inibisce la tTAV, il meccanismo di autodistruzione non si attiverà.
Le zanzare OGM però possono entrare in contatto con la Tetraciclina in altro modo; questo antibiotico infatti (e qui entrano in relazione due fattori: le zanzare e la denunciata pratica del doping degli animali) viene utilizzato nei grandi allevamenti di bovini e maiali. L’antibiotico presente nelle urine, e negli escrementi, degli animali finiscono nei laghi, nei fiumi, nei corsi d’acqua dove le zanzare proliferano.
La stessa Oxitec ha ammesso che “piccoli quantitativi di Tetraciclina inibiscono il gene delle zanzare e possono reprimere la mortalità di quelle modificate geneticamente”. Si annulla così l’azione, il “vantaggio” delle zanzare geneticamente modificate.
Lo scorso anno il Brasile è risultato il terzo al mondo nel consumo di prodotti e cibi antibiotici per animali, soprattutto quelli con Tetraciclina. Altra cosa che ci deve far riflettere è che la zanzara Aedes aegypti è vettore oltre che della Zika, della Dengue, della febbre Chikungunya.
Secondo un gruppo di medici argentini (Medicos de Pueblos Fumigados) lo Zika virus non è imputabile dei casi di microcefalia riscontrati in Brasile. In base all’ipotesi di questi medici, la microcefalia è imputabile a un larvicida tossico che viene introdotto nei rifornimenti di acqua.
Per bloccare lo sviluppo delle larve di zanzara nell’acqua potabile, quindi controllare lo sviluppo delle zanzare, viene introdotto il PCST o Piriproxifene; tale larvicida viene prodotto dalla Sumitomo Chemical, società che collabora con la Monsanto.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è molto attenta a non collegare in maniera chiara il virus Zika ai casi di microcefalia; e il Washington Post (gennaio 2016) riferisce la dichiarazione degli esperti che, su 720 casi valutati, solo 270 sono stati confermati come collegati al virus Zika.
La dottoressa Margaret Chan - direttore generale dell’OMS - afferma che, nonostante il nesso di causalità tra lo Zika virus in gravidanza e la microcefalia, le prove indiziarie sono suggestive e molto preoccupanti. Il Piriproxifene inibisce la crescita delle larve delle zanzare, alterandone il processo di sviluppo e agisce in maniera simile a un ormone, è in grado perciò di inibire lo sviluppo di alcune caratteristiche degli insetti adulti, come le ali, ma anche lo sviluppo riproduttivo. E’ in pratica un distruttore endocrino ed è teratogeno (provoca difetti di nascita).
Nel frattempo, poiché non vi sono prove assolute della colpevolezza di questo larvicida, il governo di Grande do Sul, nel sud del Brasile, ha sospeso l’uso de Piriproxifene.
La questione medico-ambientale è del tutto aperta e, a quanto detto, si aggiunge un nuova ipotesi, quella della vaccinazione Tdpa [vaccino di difterite e pertosse, è stato approvato per gli adolescenti a partire dall’età di 11 anni e per gli adulti (19-64 anni)] raccomandata come “programma di immunizzazione” nelle donne in gravidanza dal 2014.
Questo vaccino viene somministrato alle donne gravide tra la 27 e 36 settimana, ma potrebbe essere dato anche circa venti giorni prima del parto; contiene i seguenti componenti: tossoide della difterite, tetano, pertosse, antigene della Bordetella pertussis, emoagglutinina, pertactina tra gli eccipienti idrossido e fosfato di alluminio.
Articolo pubblicato su The Washington post 9 febbraio 2016
Fonte: Contropiano
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