di Daniela Preziosi
L’eurodeputato Curzio Maltese candidato sindaco di quella sinistra milanese che non accetta di votare per Giuseppe Sala? Per ora non è una notizia, è una voce che circola in queste ore sulle mailing list militanti. Ma una voce molto molto insistente. Ieri pomeriggio l’ha resa pubblica per primo il sito di Popolare network, il circuito radiofonico con casa madre a Milano. Ma l’idea di lanciare il giornalista di Repubblica, antiberlusconiano un tempo ed ora con la stessa intensità antirenziano, è di una settimana fa: per la precisione si solidifica lo scorso week end a Roma durante la kermesse di lancio di Sinistra italiana. Al Palazzo dei Congressi dell’Eur Maltese, intervenendo dal palco subito dopo il video di Nichi Vendola, ha spiegato che «la sinistra deve ricostruirsi una credibilità nel referendum costituzionale ma prima ancora nelle amministrative. Non si baratta la propria identità per un assessorato a Milano» anche perché «la candidatura di Sala per noi è inaccettabile politicamente ma anche moralmente, visto che Sala è il capo di una compagnia tutta arrestata».
Il discorso era chiaramente pronunciato all’indirizzo del sindaco Giuliano Pisapia che il giorno prima nella stessa iniziativa aveva chiesto ai vendoliani di restare fedeli a Mister Expo, ma anche all’indirizzo della candidata sconfitta Francesca Balzani e a quello di tanti indecisi, anche fra quelli che hanno partecipato alle primarie. In questi giorni tutti i circoli di Si del capoluogo lombardo stanno tenendo i loro attivi per decidere che fare. Un travaglio che dura da mesi, del resto.
Il discorso era chiaramente pronunciato all’indirizzo del sindaco Giuliano Pisapia che il giorno prima nella stessa iniziativa aveva chiesto ai vendoliani di restare fedeli a Mister Expo, ma anche all’indirizzo della candidata sconfitta Francesca Balzani e a quello di tanti indecisi, anche fra quelli che hanno partecipato alle primarie. In questi giorni tutti i circoli di Si del capoluogo lombardo stanno tenendo i loro attivi per decidere che fare. Un travaglio che dura da mesi, del resto.
«Il mio discorso non era un’autocandidatura, anche perché ho già preso un altro impegno», giura però Maltese al telefono da Bruxelles, «era solo la constatazione che a Milano bisognerebbe fare come a Torino e a Roma e cioè una lista comune della sinistra». L’eurodeputato quindi non conferma nulla. Ma neanche smentisce: «Con l’Altra Europa ho lavorato sempre per una soluzione unitaria. Così farò per le amministrative. Ho detto a chi me lo chiedeva che sono pronto a dare una mano». Quella che serve alla sinistra radicale milanese che fin qui ha girato a vuoto senza trovare un santo a cui votarsi.
Per chi correrà contro Sala la strada sarà comunque tutta in salita. Maltese però parte con un tesoretto teorico: alle europee del 2014 con quasi 32mila voti è stato il primo dei non eletti della lista Altra Europa circoscrizione nord-est. Conquistò ugualmente lo scranno di Bruxelles per la rinuncia del capolista Moni Ovadia. Seguì qualche polemica da parte del sua comitato di redazione per questioni di stipendi e «conflitto di interessi».
A questo giro, dopo tante defezioni, il suo nome potrebbe tentare la mission impossible di tirare fuori la sinistra della Madonnina dalle sabbie mobili. Da una parte ci sono i vendoliani. Hanno partecipato alle primarie sostenendo Balzani, hanno perso con onore, e lunedì convocheranno un’assemblea «metropolitana» per decidere definitivamente se seguire la candidata sconfitta in una lista ’arancione’ a sostegno di Mister Expo («ma verificando se lo si può fare alle nostre condizioni», avverte la segretaria regionale Chiara Cremonesi); o se mollare Pisapia e delfina al loro abbraccio con il partito di Renzi e Sala.
Dall’altra parte invece ci sono i comunisti di Paolo Ferrero, gli altereuropisti, i possibilisti di Civati e qualche circolo di Sel in dissenso che ha disertato i gazebo del centrosinistra. Oggi tutti si vedranno per un primo giro di tavolo. Lì i rappresentanti dell’Altra europa ufficializzeranno la proposta della corsa di Maltese. Ma con la consapevolezza generale che bruciare anche quest’ultimo nome potrebbe significare buttare via l’ultima carta per questo giro elettorale.
È la ragione per la quale tutti sono cauti, innanzitutto quelli di Sel-Si, ormai rassegnati alla spaccatura delle proprie file milanesi. Pippo Civati, a cui molti avevano inutilmente chiesto di lanciarsi nella corsa, non è affatto contrario al giornalista: «Decidono le milanesi e i milanesi, io non appartengo alla politica che dà indicazioni dall’alto. Spero comunque che facciano presto». Maltese, che è nato a Milano nel ’59 e lì ha lavorato a lungo (ora vive a Roma ma questo non gli impedirebbe la candidatura) sarebbe pronto. Ma a patto di riunire nella sua lista tutta la «Milano in Comune»: e cioè tutta la sinistra anti-Sala, senza risse né defezioni.
Fonte: il manifesto
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